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Aspettando la “Sagra dell’agnello”, a giugno inizia la stagione della tosatura.

Scritto da ztaramonte

Tosatura

Dai tempi più antichi, nelle nostre campagne, ma è così in tutta la Sardegna, nelle aziende agro pastorali, il mese di giugno viene dedicato prevalentemente alla tosatura delle pecore. Questa attività, importante e indispensabile per la produzione, è anche un momento molto importante dal punto di vista sociale.

Una vera festa per gli appartenenti alla società rurale, che usano organizzare il calendario della tosatura nei vari ovili, in modo da scambiarsi vicendevolmente la cortesia.

Chi partecipa per la prima volta, scopre nuove emozioni, nuove esperienze e la capacità di riunire diverse persone accomunate dalla stessa attività, che come abbiamo detto sfocia, dopo il duro lavoro scandito dai ritmi lenti e semplici, in una vera e propria riunione conviviale gradita e usuale.

Negli ultimi anni le regole di mercato, l’industrializzazione e i ritmi frenetici della vita odierna, ha modificato anche la manodopera di una manifestazione importante come questa, sostituendo le vecchie e oramai superate forbici di tosatura Tosatura a forbicecostruite da maestri artigiani e affilatissime, con veloci lame elettriche che consentono, a patto che il numero dei partecipanti presenti sia in ogni caso sufficiente, di concludere in giornata o meglio in mattinata, la tosatura di greggi piuttosto numerose.

A volte, in presenza di greggi molto numerose, i pastori che un tempo si affidavano alla tosatura tradizionale, con “su ferru”, erano costretti a dividere in due o più giorni l’evento.

Nelle giornate di giugno gli ovili sono popolati a turno da uomini sudati, accaldati ma appagati, quando a fine mattinata si rendono conto che hanno fatto qualcosa d’indispensabile per la loro piccola comunità pastorizia.

Anche le donne meritano elogi, in quanto anche non partecipando fisicamente alla tosatura, offrono la Tosatura elettricaloro esperienza di cuoche esperte, che con movimenti d’altri tempi si prodigano per il momento conciviale. Al mattino viene offerta ai partecipanti una sostanziosa colazione a base di “cordula con piselli” (interiora della pecora in umido, con piselli), formaggio, pane, salsiccia e vino buono, dopodichè si va al lavoro non più come un tempo, in aperta campagna dove bisognava faticare, per rincorrere le povere pecore, ma presso i capannoni e le sale per la mungitura, dove le rastrelliere aiutano, tenendo immobilizzate le pecore in attesa del loro turno per il “decapottamento”.

Al termine della mattinata, a lavoro concluso viene messa in atto la vera festa della giornata, che proseguirà fino a tarda sera, con pranzo tradizionale a base di “ciccioneddos” (gnocchetti sardi) cotti in brodo di pecora o in alternativa, minestra in brodo. AzzurraSuccessivamente non viene fatto mancare il bollito a base di carne di pecora e gli arrosti degli agnelli e porcetti cotti nel tradizionale forno a legna , strumento questo, quasi sempre presente nelle case dei pastori, utilizzato principalmente nei tempi addietro per la cottura del pane, quando ancora non esistevano le panetterie ed i panettieri come ora, e il paese non poteva essere visitato ogni giorno. Naturalmente il tutto accompagnato da ottimo e abbondante vino.

Non mancano neanche le gallette e altri dolci tradizionali, fatti in casa per coronare una giornata che nonostante abbia subito nel tempo modifiche ed ammodernamenti, per i pastori rimane una giornata importante.

Ringraziamo Azzurra per le belle foto, a ogni modo qualcuno l’ha immortalata, mentre anche lei si cimentava con la tosatura tradizionale a “forbice”.

Carlo Moretti

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  1. Anghelu 'e sa Niera dice,

    il suggestivo racconto sulla tosatura delle pecore fa parte del ciclo agrario che naturalmente comprende altri eventi: sarebbe interessante recuperarne il calendario e procedere sistematicamente alla puntuale, ma anche emozionante narrazione. Si tratta di un patrimonio storico-culturale che occorre recuperare anche alla narrazione scritta come del resto fanno gli antropologi culturali.
    Predisporre il calendario descrittivo per ogni idda sarebbe una piacevole memoria da tramandare alle nuove generazioni, spesso catturate da spettacoli osceni e indecorosi o da vari fanatismi legati allo sport o alla musica. Certamente sia la musica sia lo sport sia il canto non sono da disprezzare, quando inculcano sentimenti genuini e universali, anch’essi educano.
    La memoria del passato però ci porta a scoprire le nostre radici e la nostra più profonda identità, a farci gustare un non so che di antico, ma soprattutto farci conoscere la vita quotidiana dei nostri ascendenti. In altra occasione accennerò al calendario del ciclo della vita e del ciclo del tempo, anch’essi pieni di fascino. Dieci e lode al narratore dalla scrittura limpida e scorrevole.

  2. ztaramonte dice,

    Grazie professore,
    è la prima volta che prendo dieci e lode in italiano, di solito a scuola non superavo la sufficienza.
    Evidentemente con gli anni si migliora.

  3. chissà quali critiche sabato dice,

    chissà i nostri amici cosa avranno da criticare per sabato….Forse se piove faranno un bel casino…..FORZA PRO LOCO ; FORZA VOLONTARI

  4. ztaramonte dice,

    e lu cherzo idere chi pone sa manu a tappu, si pioede.

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