4
set
2008
Inventario dei siti archeologici delle culture protosarde, nuragiche e romane, attestate dalla ricognizione di Mario Unali nel territorio di Chiaramonti.
Darò una sommaria e breve descrizione del territorio di Chiaramonti, in provincia di Sassari sia dal punto di vista ambientalistico sia dal punto di vista archeologico.
I siti individuati sono numerosi e spesso prendono il nome dal toponimo del terreno in cui sono ubicati. Talvolta sono conosciuti con uno o più nomi: questo ingenera confusione, e altera, falsandola, la consistenza numerica.I nuraghi e gli altri monumenti, dei quali darò conto più avanti, sono per la maggior parte ridotti allo stato di rovine, di pochi si può fare la ricognizione interna. La maggior parte sono soggetti a manomissioni quasi quotidiane da parte di improvvisati cercatori di tesori che non si rendono conto dell’irreversibile distruzione che deriva dalla loro azione insensata.
Il depauperamento dei nostri siti deve cessare immediatamente; occorre portare avanti strategie di salvaguardia se non si vuole perdere ulteriormente questi tasselli fondamentali per tracciare le vicende delle diverse epoche storiche che ci permettono di conoscere la vita delle popolazioni che ci hanno preceduto e che hanno dato inizio non solo alla nostra genetica, ma anche alla nostra antropologia storico- culturale.
Il metodo seguito.
Per quanto è stato possibile ho cercato d’impostare la ricognizione nel modo più razionale e sistematico possibile, percorrendo il territorio comunale in lungo e in largo. Ho visitato i popolati sparsi in tutto il territorio, abitati in genere da compaesani ed amici; ho osservato le loro attività, pastorizia e agricoltura in primis, oggi gestite con orientamenti avanzati, ma con vari risvolti legati alla tradizione agropastorale ereditata dagli antenati ottonovecenteschi. Costoro mi hanno accompagnato per sentieri e forre; mi hanno raccontato “sos contos de foghile” dei nonni e dei bisnonni: episodi e aneddoti che mi sono serviti nel recupero degli antichi toponimi[1].
Flora e fauna.
ll territorio del comune di Chiaramonti (98 Kmq) è assai vasto e vario per la flora, la fauna e per il gran numero di siti archeologici di diverse epoche storiche.
La sua orografia è varia e composita: colline dolci e sinuose a nord ovest; picchi aspri e irti a nord est; a mezzogiorno, fitti boschi di querce e di lecci: tanche non pascolive ricoperte d’asfodelo e di distese color vermiglio e celeste dei fiori di cisto e lentisco.
Si notano a perdita d’occhio prati ricchi di erbe varie e di piante officinali che si insinuano tra crepe di rocce che il tempo ha modellato, ora dolcemente ora rudemente in forme vaghe, dai colori di muschio e licheni grigi e rossastri e mutevoli a seconda delle ore del giorno, talora cupe e tristi, con l’assunzione di figure di fate e di gnomi che, secondo le leggende, sembra abitino il folto del bosco, tra salti di torrenti ricchi di acque spumeggianti e fresche, che le montagne restituiscono alle valli per renderle fertili e ricche di sostanze per gli armenti.
Qui e là, non distanti tra loro, antiche vestigia di nuraghi, di tanti nuraghi che ancora indomiti, dopo migliaia di anni, resistono all’inclemenza del tempo e all’azione vandalica degli uomini. Essi sono testimoni degli antichi progenitori, arditi nelle costruzioni ciclopiche, di poderosi megaliti che emanano rispetto e sacralità a chi li osserva, parchi nelle architetture, svettanti nel cielo con armoniche fattezze. E ancor prima nel tempo, le domus de janas, le tombe dei protosardi, di cinque sei millenni fa, dove i defunti con accanto le loro suppellettili tornavano al grembo della Madre terra coperti di ocra,che simboleggiava il sangue e con la speranza che si rigenerassero.
Oggi, per la gente comune, esse sono le case delle fate, abitate da misteriose streghe non sempre buone, qualche volta cattive, che la credenza popolare suscita e anima nel contesto di lunghi racconti, tramandati oralmente dai più vecchi alle nuove generazioni presso il focolare.
Seguono le tombe dei giganti, alcune con pietre a taglio, altre con pietre isodome con lastroni ciclopici di copertura, taluni con l’esedra altri senza. Non di rado ci si ritrova davanti a un dolmen, ad un betilo, ad un menhir, ad una fortezza prenuragica, ad un circolo cerimoniale di grandi o piccole dimensioni, o ancora ad un tempietto tipo megaron greco.
Si puo’ camminare per ore tra campi ondulati e fertili, per declivi impervi e irti, passando dagli 86 metri di “Runda e Suerzones” (73 m.l.m ai piedi della cascata di Moronzanos) ai 638 metri di “punta Rittia” a Sassu Altu.I
ll territorio comunale si estendeva fino a qualche anno fa per oltre 111 Kmq, poi, con la costituzione del nuovo comune di Erula ne sono stati ceduti circa13, per cui attualmente la circoscrizione comunale comprende 98 Kmq.
All’interno di profondi canaloni che le acque nei secoli hanno scavato tra rocce trachitiche e basalti bruno-scuri si sono determinati dei microclimi che hanno consentito la vita ad essenze rare e a specie locali di insetti e di altri animali. Non si può che essere appagati della grande quantità di fiori e di funghi, che nascono nel sottobosco tra felci e muschi, e licheni umidi di rugiada, che sciolgono i sali del terreno, a creare umori e profumi. E’ così, che movendoti da un estremo all’altro del territorio, ci si imbatte facilmente in uno dei cento e più nuraghi, disseminati non
in maniera omogenea, secondo regole inconciliabili di razionali e moderni ragionamenti, o in una tomba dei giganti o in una delle delle tante domus de janas o ancora in un betilo o in un circolo cerimoniale di pietre fitte.
Le costruzioni quindi appaiono edificate, quasi in luoghi casuali che apparentemente non presentano tra di loro dei motivi o dei tratti di unione collegabili ad un obiettivo comune. I nuraghi posizionati talora sulle alture come sentinelle, talora su piccoli balzi all’interno di fertili vallate o anche su dolci declivi, restano muti testimoni di una grande civiltà mediterranea.
Non deve certamente sfuggire al ricognitore che ciò che influenzò gli antichi costruttori furono certamente motivi razionali di ordine tecnico e materiale, ma, anche motivi religiosi che spesso sfuggono a causa del loro mister.
Passando ad elencare i nuraghi visitati e dei quali in appendice s’inseriranno delle schede possiamo proporre questo catalogo.
Nuraghi
- Abba de sa Pedra (s’).
- Agantinu (su)
- Aijanu (su)
- Aijanu de Giannichedda (su)
- Arzola de Cogarzos
- Aspru (s’)
- Aspru Santu Pedru (s’)
- Badde o sa Chiterra
- Baddes o sas Coas(sas)
- Bados de Lovè 1
- Bados de Lovè 2
- Badde de Cheija o Badu Olta
- Badde de Purcheddu o s’Enalonga
- Bantinepira
- Bellimpiattu o Badu de Muzeres
- Cacchile
- Caddalzu o Uttigia (su)
- Cannalzu (su)
- Carralzu (su) o Aldu Pinzone
- Casteddu
- Chirralza
- Coa Pertusa (sa)
- Cobesciu
- Conca de Giuighe
- Concas
- Corrales o Giuntorzu o Giunturas
- Crasta o s’Ena o Certias
- Crastu Covaccadu (su) o Mazzone
- Cucciucciu
- Cudinas (sas)
- Culu de Muru
- Donna Ciccia
- Elighia 1
- Elighia 2
- Elighia 3 o Tinnaru
- Figu Niedda (sa)
- Frades Contones
- Frades Saba
- Furros
- Giaganu Dominigu 1
- Giaganu Dominigu 2
- Giaganu Dominigu 3
- Giolvas (sas)
- Iscala Lampadas o s’Elighe Entosu
- Iscala de Malta
- Iscobeltu
- Ispiene (territorio di Erula)
- Laccheddu 1
- Laccheddu 2
- Lavrone
- Lepris
- Leriga (sa)
- Longu
- Lizu
- Massidda
- Mesu de Montes
- Midda de Giuseppe Ruiju
- Midda Manna
- Monte Aldu
- Monte Attarzu
- Monte Cuccuma o Cuccullai
- Monte Culumba
- Monte Pertusa
- Monte de s’Ozu
- Monte Zennaru
- Moronzanos o Baldedu
- Muntiju de Chelvos 1
- Muntiju de Chelvos 2
- Muntiju de su Aldu
- Murrone
- Nigolittu
- Ostija o Urtigia
- Ortos (sos)
- Padru Giosso
- Pala de Nicola
- Pattada (sa)
- Pules
- Paulusedda o Palusedda
- Pedru Canu o Funtana Pudica o s’Elighe Entosu.
- Pedra Ilvena o Ulvine
- Piddiu 1
- Piddiu 2
- Pisciu Accas
- Puddu (su) o sa Tanca Brujada
- Ripidu
- Rosa o derosa
- Ruinas
- Ruiju
- Santa Caderina o Biancu
- Sanu
- Serra de Coloras
- Serra Pantaleo
- Tanca Etza (sa)
- Tanca de su Re (sa)
- Terrelas
- Sinnadolzu
- Sue Zunis o de sas Paghes
- Tetti
- Tiriales
- Truddariga
- Turturina
- Tuvuleddu
- Ui
Altri toponimi o nomi di nuraghi di cui non ho trovato riscontro ma che rimangono nella memoria di alcuni anziani:Su Bomberi, Istampa e’ Abbas, s’Argentu, su Tragliu, Aidu Ebbas,Barrasone,Cambinu,Canudu, Sa Toa, Fustelarzos,Lazu segadu,Majore,Marena, Mannu, Spinudria, Tres Signoras, Laccana, Giolzi Crilpu, Istampa de abbas.
Domus de Janas
- Bellimpiattu o Badu de Muzeres
- Cudinatos
- Culu de saccu
- Mesana (sa)
- Furrighesos (sos)
- Monte Pertusu (necropoli)
- Moronzanos 1
- Moronzanos 2
- Murrone (necropoli)
- Peruchi o Badu Olta
- Pianos (sos)
- Sambinzos
Fortezze prenuragiche
- Punta Corrales (dolmen)
- Murrone
- Punta de s’Arroccu
Betili e menhirs
Diversi e numerosi disseminati qua e là, ne indicherò alcuni nei seguenti territori:
Cacchile, Sa Tanca de su RE, Badde de Matta, s’Istria, Serra de Coloras, Massidda, Meddaris ed altri.
Necropoli romana de su Cànnau
Sono presenti una decina di sarcofagi ottenuti dalla lavorazione di singoli megaliti.
Un altro, singolo si trova in sa Tanca de su Re, e in sos Terrelas.
Tombe di giganti
- Tombe Badde
- Cacchile
- Caddalzu 1
- Caddalzu 2
- Caddalzu 3
- Corrales
- Crastu Covaccadu
- Elighe Entosu (s’)
- Elighia
- Ena (s)
- Figu Niedda (sa)
- Midda Manna (sa)
- Monte s’Ozu 1
- Monte s’Ozu 2
- Monte s’Ozu 3
- Pisciu Accas
- Puddu (su)
- Serra de Coloras o Culu de Muru
- Truddariga
Circoli cerimoniali
- Culu de muru
- Leriga (sa)
- Luzanas (sas)
- Ortija (sa)
- Pedra Ilvena
Templi tipo megaron greco
- Giaganu dominigu
- Porchileddos
Chiaramonti, Agosto 2008
[1] Per questo li ringrazio, insieme ai miei genitori che mi hanno concesso il loro sapere contadino e pastorale insieme alla conoscenza geografica del territorio. Così la mia famiglia, mia moglie e i figli che tanto hanno pazientato per il tempo che a loro ho tolto destinandolo a questo lavoro.
Bravo Mario, continua così. So che possiedi anche le schede dei singoli monumenti. Io credo che a conclusione, anche se in corso d’opera, si potrà pubblicare un libro sulle antichità di Chiaramonti. Certo, come lo Stato sta costringendo ad accatastare quanto si è costruito nelle campagne negli ultimi 25 anni, sarebbe bene fare il rilievo ai sensi tecnici e di legge di molti di questi documenti dell’antichità per poi notificarli ufficialmente. La notifica li rende ufficiali e li protegge dalle devastazioni. Per i nostri geometri sarebbe una manna, per tutti costituirebbero le pagine di un libro da sfogliare per leggere i disegni con le misure (planimetrie, forma geometrica, assonometrie) anche le vicende demografiche, strategiche, attività agropastorali e belliche, delle tribù prenuragiche della cultura democratica di San Michele delle domus de Janas, di quella guerriera e gerarchica di Gallura delle tombe dei giganti, di quella bellico-religiosa dei nuragici e, infine, della diffusione nel nostro territorio del dominio romano. Come ho avuto modo di dirti, d’accordo col webmaster, diamo inizio alla protostoria e alla storia del nostro territorio, a puntate, in questo sito: naturalmente, chi più ne ha più ne metta di vicende e dati.
Auguri di buon lavoro!
Angelino
[...] e tradizionali sapori della nostra cucina locale, oltre che offrirvi indicazioni sui diversi siti archeologici da visitare a poca [...]
Inserisci un commento