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Archivio di dicembre, 2008

Storia di Natale: Il Presepe.

Scritto da carlo moretti

Il primo vero presepe della storia fu creato nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Roma. Questa usanza divenne così popolare che presto tante altre chiese vi aderirono. Ognuna creava un presepio particolare ed unico. Le scene della natività erano spesso ornate con oro, argento, gioielli e pietre preziose.

Anche se molto popolare tra le classi più ricche, questa opulenza era quanto di più distante dal significato della nascita di Gesù.

Dobbiamo il “nostro” presepe attuale a San Francesco d’Assisi, che nel Natale 1223 San Francesco realizza in Greccio con l’aiuto della popolazione locale e di Giovanni Velìta, signore dei luoghi, un presepe vivente con l’intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme, per vedere con i propri occhi dove nacque Gesù. Tutto fu approntato e, con l’autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si realizzò il primo presepio vivente nel mondo.

I personaggi che nella notte del 1223 animarono il “Presepio di San Francesco” sono quelli tramandati dalla tradizione e dalle fonti storiche, gli scritti di Tommaso da Celano e San Bonaventura:

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Il dono di Natale – brano di Grazia Deledda

Scritto da carlo moretti

I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell’anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco.

Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei.

E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.

Avevano mandato avanti il fratello più piccolo, Felle, un bel ragazzo di undici anni, dai grandi occhi dolci, vestito di pelli lanose come un piccolo San Giovanni Battista; portava sulle spalle una bisaccia, e dentro la bisaccia un maialetto appena ucciso che doveva servire per la cena.

Il piccolo paese era coperto di neve; le casette nere, addossate al monte, parevano disegnate su di un cartone bianco, e la chiesa, sopra un terrapieno sostenuto da macigni, circondata d’alberi carichi di neve e di ghiacciuoli, appariva come uno di quegli edifizi fantastici che disegnano le nuvole.

Tutto era silenzio: gli abitanti sembravano sepolti sotto la neve.
Nella strada che conduceva a casa sua, Felle trovò solo, sulla neve, le impronte di un piede di donna, e si divertì a camminarci sopra. Le impronte cessavano appunto davanti al rozzo cancello di legno del cortile che la sua famiglia possedeva in comune con un’altra famiglia pure di pastori ancora più poveri di loro. Le due casupole, una per parte del cortile, si rassomigliavano come due sorelle; dai comignoli usciva il fumo, dalle porticine trasparivano fili di luce.
Felle fischiò, per annunziare il suo arrivo: e subito, alla porta del vicino si affacciò una ragazzina col viso rosso dal freddo e gli occhi scintillanti di gioia.

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Contro un Natale all’insegna del consumismo e materialismo.

Scritto da carlo moretti

Il Direttore del settimanale “OGGI”, Andrea Monti, nella sua rubrica “Lettere al figlio”, ha pubblicato questa settimana la riflessione di un padre orgoglioso del suo figliolo per l’aver scoperto, come che quasi fosse una trasmissione genetica, l’amore per artisti che hanno segnato con i loro versi cantati, la poesia del secolo scorso.

Un ragazzo avvilito, per aver perduto in modo così inutile due oggetti il quale, sia per lui, sia per il padre, erano fonte di una marea di ricordi ed emozioni. Il padre però facendo il punto della situazione, capisce che nonostante tutto, il possesso materiale sulla chitarra ormai perduta, non potranno mai cancellare le riflessioni sulle poesie accompagnate con quello strumento che, anche se caro potrà essere sempre rimpiazzato.

Leggiamo nella lettera come le canzoni di Fabbrizio De Andrè siano così attuali, in un mondo diviso da guerre, religioni e sopratutto poco caritatevole verso il prossimo.

Noi per l’ennesima volta ci stiamo avvicinando al Natale, ma vogliamo che tutti i problemi, specie quelli che non ci riguardano, rimangano fuori dalla nostra sfera familiare, dimenticandoci di popoli che muoiono di fame, popoli devastati dalle guerre e dai soprusi, popoli, e perché no, con la pelle di diverso colore e credo religioso. Non vorrei sembrare ipocrita, ma da alcuni anni il mio Natale non è più troppo felice, posso sorridere far festa, ma la mia impressione è che le persone pensino solo alle cene, pranzi e regali natalizi e dentro di me regna un po la malinconia.

D’altronde anche i media in questo periodo fanno solo il punto sui  consumi, statistiche del prezzo medio del cenone e dei giocattoli da mettere sotto l’albero. Le guerre, i conflitti, persone in preda a carestie e che muoiono di fame non fanno parte del Natale mediatico e del nostro Bambinello.

La chitarra di Fabbrizio.

Caro A……

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Grazie Chiaramonti! In vetta dopo l’1 a 0 a Florinas.

Scritto da carlo moretti

Ci siamo riusciti! Conquistato il campo del Florinas con una rete di Biddau, siamo tornati primi nel Girone M della Terza Categoria.

Avevamo sperato in qualche passo falso del Benetutti e ciò si è avverato ieri nel campo del Mores, a pari punti anche con il Li Punti ma primi per differenza reti subite.

Abbiamo centrato un piccolo obiettivo: S.C. Chiaramonti capolista prima delle feste natalizie, infatti la prossima sfida la giocheremo in casa proprio con il Li Punti il 4 gennaio, e chissà che non riusciamo a conservare la vetta anche per il girone di andata.

Forza ragazzi, il panettone stavolta è proprio meritato.

Ecco i risultati delle altre partite, il prossimo turno e la classifica del girone:

Contos de foghile – Nostra Signora del Buon Consiglio [9]

Scritto da carlo moretti

“Leggende sarde” di Grazia Deledda, a cura di Dolores Turchi, Roma, Newton Compton Editori, 1999, collana Italia Tascabile, 8

Oggi, miei piccoli amici, voglio raccontarvi una storia che vi commuoverà moltissimo, e che, se non vi commuoverà, non sarà certamente per colpa mia o delle cose che vi narro, ma perché avete il cuore di pietra.

C’era dunque una volta, in un villaggio della Sardegna per il quale voi non siete passati e forse non passerete mai, un uomo cattivo, che non credeva in Dio e non dava mai elemosina ai poveri.

Quest’uomo si chiamava don Juanne Perrez, perché d’origine spagnola, ed era brutto come il demonio. Abitava una casa immensa, ma nera e misteriosa, composta di cento e una stanza, e aveva con sé, per servirlo, una nipotina di quindici anni, chiamata Mariedda.

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Chiaramonti – Cossoine 3 a 3.

Scritto da carlo moretti

Sono svaniti nel campo di casa i sogni di agguantare la vetta in classifica della Terza Categoria Girone M ancora in mano al Benetutti nonostante il turno di riposo della capolista.

Come ho già detto in articoli precedenti la palla è rotonda, non bisogna però scoraggiarsi. Stavolta è capitato a noi di essere riacciuffati negli ultimi attimi della partita, ma quante volte è successo alle nostre beniamine delle serie cadette e ufficiali?

Non è successo niente, abbiamo perso una battaglia non la guerra. Biddau e Sini i firmatari dei nostri gol, vanificati alla fine da un Cossoine che nel secondo tempo ha dimostrato forse più concentrazione e preparazione atletica per arrivare con meno fatica alla fine e riagguantare un risultato ormai a nostro favore.

Pazienza, anche il Benetutti usa una palla “rotonda”, sperando in suo passo falso, e il campionato è ancora lungo,  possiamo sempre raggiungerli in vetta.

Forza ragazzi, e forza Chiaramonti.

Prometto che farò di tutto per venire anche io fra gli spalti, naturalmente con o senza sciarpa.

Ecco i risultati delle altre partite, il prossimo turno e la classifica del girone:

Amare Chiaramonti: rimediare agli sconci, curare il decoro, recuperare il verde.

Scritto da angelino tedde

Curare gli ingressi per il rispetto che si porta ai visitatori che siamo certi aumenteranno: si pensi soltanto alla piccola colonia inglese che sicuramente porterà altri gruppi di visitatori nel periodo estivo.

Io penso che se il Sindaco, magari in deltaplano, circumnavigasse il Monte di San Matteo, si renderebbe conto degli sconci. Non ci vuole molto: basterebbe incaricare il consorzio della raccolta dei rifiuti e la vista dal monte migliorerebbe anche a ovest, dove però c’è l’insidia di una talpa che di tempo in tempo scava sotto la rocca più debole. Vogliamo andare alla ricerca di qualche “siddadu” oppure si pensa che chiunque possa impunemente scavare ed accaparrarsi, per i propri usi e consumi, gli spazi pubblici non recintati? Costa molto al Comune recintare ciò che appartiene alla comunità e tenerlo con sana igiene e magari mettendo a dimora delle piante come egregiamente si sta facendo lungo su Jomperi col recupero dei castagni? Il verde oggi è più prezioso dell’oro.

Si prenda l’esempio dai recinti e degli avvisi che vengono messi nelle riserve di caccia. Dobbiamo perdere il patrimonio del Comune e lasciare che chiunque abusivamente costruisca rovinando l’incanto dei tre colli: San Matteo, Codinarasa-Monte del Carmelo, Monte Ozastru? Guardateli dall’abbeveratoio di Spurulò e ne noterete l’incanto. Educazione al bello, educazione al colore, educazione al verde e ossigeno per i nostri già inquinati polmoni.

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