8
apr
2009
A Chiaramonti i tradizionali riti della Settimana Santa entrano nel vivo – Pasqua 2009.
“…e viene il mattino, un mattino più luminoso: con una sola parola “Seguimi!”. Gesù cambia la vita di Matteo e ne fa un pescatore di uomini, attento al ‘mare’ della vita, alla Verità da salvare ed alle ipocrisie da affondare”.
Una bellissima riflessione sulle parole di Gesù, una ma importante: “Seguimi”
Stasera a Chiaramonti, dopo la messa animata dal Coro degli Apostoli, si è ripercorsa la via dell’ultima Passione di Gesù e in una maniera insolita rispetto agli altri anni. Un numeroso gruppo di ragazzi in veste di figuranti, ha preparato e inscenato, insieme al Parroco (Don Virgilio Businco), dopo un sommario processo al cospetto di Pilato (Andrea Soddu), per la prima volta nelle vie del paese e in notturna, un calvario vivente, composto dal Cristo (Manuel Casella) con la Croce sulle spalle, le Pie donne, i romani, Simone di Cirene (Gabriele Casu) pronto a portare la Croce sulle sue spalle, gli immancabili Apostoli veterani della tradizionale Settimana Santa e i Cori, Parrocchiale e degli Apostoli diretti dal M° Salvatore Moraccini per animare con canti sacri e tradizionali le 14 stazioni.
Dalla chiesa parrocchiale, quasi palcoscenico naturale per il processo con Pilato si sono mossi i protagonisti delle vicende evangeliche, prima attraverso la via San Matteo poi dopo la sosta con una stazione in piazza Republica è iniziata la tiepida salita di via della Resistenza, via San Giovanni, per arrivare percorrendo e soffermandosi nelle varie stazioni di Piazza Indipendenza e Piazza San Luigi, alla ripida ascesa al monte San Matteo visto dai partecipanti come un vero e proprio Golgota. Uno dei monti rimasto più a cuore ai chiaramontesi perchè conservano ancora i ruderi della ex parrocchiale abbandonata nel 1888 a favore della chiesa attuale e indicato da tutti come “il castello”.
Lì si è consumato il momento culminante dell’intera rappresentazione, la crocifissione, la deposizione e la sepoltura , seguito dai figuranti e dai fedeli che accompagnavano il corteo. A leggere le riflessioni ad ogni stazione erano presenti il Prof. Giovanni Soro e Maria Sale poetessa chiaramontese.
Non mancherà la curiosità, a chi capiterà di leggere queste righe, perchè la via Crucis il mercoledì e non il venerdì Santo, il giorno della morte del Cristo. La risposta è semplice, tradizionalmente Chiaramonti celebra il venerdì Santo “S’Iscravamentu”, cioè la deposizione del Cristo dalla Croce dopo l’avvenuto “Incravamentu” del mattino alle ore 9:00, ora in cui il Cristo viene crocifisso.
Così alla presenza dell’Addolorata il venerdì, due dei discepoli di Gesù, Giuseppe di Arimatea e Nicodemo schiodano Gesù dalla Croce e ne depongono il corpo in una lettiga ornata di fiori, gli stessi che nella notte tra il sabato e la domenica di Pasqua servivano una volta ai giovani, per manifestare il loro amore alle giovani amate.
Concludo con un’altra piccola riflessione, augurandomi e augurandovi di poter ancora documentare così in modo repentino gli eventi di questa Settimana Santa.
“Nessuna notte dura allora per sempre: ecco che cosa insegna la Passione di Cristo; perchè ancora una volta la croce, sospesa tra la terra ed il cielo, invita gli uomini a guardare in alto, a sollevarsi dai propri egoismi, dalle proprie menzogne, dai propri pregiudizi, dalla paura della morte. La notte è vinta, infatti, dalla luce del mattino della resurrezione. Ed il mattino è già visibile su quella croce: “oggi stesso tu sarai con me in Paradiso”
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Grazie Carlo, per l’articolo sulla via crucis animata dai giovani. Mi è piaciuto molto e vorrei attraverso il sito ringraziare di cuore tutti i giovani che hanno reso possibile questa animazione. Grazie a tutti voi che avete risposto con entusiasmo e che connota la vostra voglia di collaborare, spero che questo progetto continui in tante iniziative da costruire insieme. Sono molto contento e orgoglioso di voi che siete un tesoro prezioso della nostra comunità.
Si è cercato di fare statistiche sulla fede o no degl’italiani, spesso si è voluto dimostrare che la fede è morta, che Dio è morto. Chiaramonti, poi, con la sua piccola comunità di atei attiva e urlante, è parso talvolta un luogo di desolazione. Ora, invece, si assiste, a queste sacre rappresentazioni, grazie allo stimolo di un giovane parroco che cerca di avvicinare i giovani e di coinvolgerli nel mistero della passione e della morte di Cristo.
Questi fatti sono edificanti, testimonianza di fede, di speranza e di carità. Sono occasioni, per battersi il petto, da parte di tutti. Sono inviti a chi non crede, a riflettere, e a fare la preghiera di una docente agnostica giapponese che, anni fa, mi diceva :- Io non credo, ma quando ho dei problemi, dico, o Dio, se ci sei, aiutami-. Sono edificazione anche per i credenti, spesso scoraggiati per conoscenti e amici atei. Gesù ha detto:- Portae inferi non praevalebunt-
Così sia.
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