14
mar
2010
Società e affari di nobili, chierici e borghesi in Anglona negli anni 1829-1831. A cura di Angelino Tedde.
Atti rogati dal notaio Giovanni Maria Satta in Chiaramonti vol. 11. Busta 1. H 55 giacenti presso l’Archivio di Stato di Sassari (ASS).
Dato l’esiguo numero degli atti, stipulati anno per anno, ho ritenuto opportuno esaminare i regesti di tutti i 26 atti di un triennio, raccolti nel secondo volume degli atti del notaio sopra menzionato.
I protagonisti delle compravendite, testamenti e inventari sono Brundu Seu Francesca (2), Budroni Francesco, Busellu Antonio, sacerdote di Martis (4), Bosinco Carlo, sacerdote di Martis, Cabresu Baingio, vice parroco di Chiaramonti (2),Caccioni Matteo Satta, cavaliere (2), Camerini Angela Nella , nobildonna, Canu Giommaria Matteo, Canu Pietro, Carboni Delogu Salvatore, notaio di Sassari (3) Carta Manca Francesco, carmelitano, priore del convento di Chiaramonti; Casu Giuseppe di Martis (2), Cossu Giommaria, Cossu Leonardo, sacerdote, (2) Cossu Salvatore Leonardo, Dellabella Anna (2), Deriu Antonio Giuseppe, impresario di Sassari, Elia Baingio, negoziante, Falchi Cristoforo, baccelliere in leggi (2), Lavagino Giommaria di Castelsardo, Leggieri Pietrina, Madau Demuru Antonio, Manca Pietro, sacerdote beneficiato di Nulvi, Marras Giovanni, Masala Salvatore, sacerdote ex carmelitano originario di Bosa, ma residente a Chiaramonti (3), Masino Antonio, sacerdote di Castelsardo, Mudore Giovanni Matteo, falegname (2), Mudore Matteo, Mundula Sale Domenico Antonio di Sassari.
Oggianu Baingio di Laerru, Oggianu Giorgio, canonico di Ampurias Castelsardo, Pietri Francesco Ignazio, speziale di Ozieri. Puliga Maria , Salis Gavino Luigi, notaio di Martis, Satta Cuadu Pietro, Satta Giovanni, vicario, Satta Giuliano, cavaliere, Satta Narciso, cavaliere, Scanu Vittoria di Martis, Sini Giuliano di Martis (2),Tanca Michele, pastore di Nulvi, Tedde Mundula Giovanna di Martis(2), Usai Bachisio, sacerdote.
In questo triennio figurano protagonisti oltre ai chiaramontesi che costituiscono la maggioranza anche nulvesi, martesi, laerresi, ozieresi e alcuni notai e un impresario di Sassari.
Da una prima lettura emergono come protagonisti alcuni membri dei due ordini sociali privilegiati (nobiltà e clero), ma avanza anche la media borghesia delle professioni come i notai e gli speziali e i possidenti con titoli accademici e cominciano ad essere menzionate, (qualche caso lo abbiamo notato nel passato), anche le professioni di impresario, negoziante, falegname, pastore.
Tra i nobili incontriamo di nuovo la nobildonna Angela Nella Camerini, contessa di Sant’Elia, e ben tre cavalieri. Del clero in questo libro incontriamo una serie di canonici della collegiata di Nulvi e di Castelasardo, un beneficiato di Nulvi, il nostro vicario Satta e il suo vice Cabresu, l’allora priore dei Carmelitani di antica osservanza padre Francesco Carta Manca e brilla su tutti l’affarista ex carmelitano sacerdote Salvatore Masala.
In sintesi nel triennio appare evidente che gli affari li fanno i membri due ordini sociali privilegiati, ma fanno evidente capolino i borghesi, schiuma del terzo stato, soggetti non nobili, non chierici, ma piccoli e medi borghesi in ascesa economica: quella borghesia che in tutta l’isola, in seguito, nel 1848, umiliata la nobiltà e spogliato il clero secolare e regolare, prenderà man mano le redini dei centri urbani e rurali e si porrà a capo del nuovo ordine sociale, grazie anche all’istituzione, in quello stesso anno, del “nuovo” Comune. Tra questi protagonisti, futuri capostipiti di proprietari terrieri, vediamo l’ormai noto Pietro Canu, ma anche il baccelliere Cristoforo Falchi, il falegname Giovanni Matteo Mudore, già noto, e il possidente Antonio Madau Demuru. Talvolta i protagonisti usano, secondo l’uso spagnolo, i due cognomi per contraddistinguersi tra le famiglie dello stesso patronimico. Se tutti avessero seguito questa consuetudine oggi sarebbe agevole rintracciare gli antenati. Più tardi, con l’introduzione dell’anagrafe civile (1867), la consuetudine fu abbandonata. La confusione nasce perché, date le famiglie numerose, (i figli erano utili in una società in cui erano numerosi i contadini e i pastori), sovente, tutti i figli dello stesso padre, sposandosi, tendevano a dare ai figli i nomi dei nonni e alle figlie quelli delle nonne, per cui, ad esempio, sette fratelli Tedde, con un antenato di nome Antonio, davano ai loro figli il nome dell’avo e quindi si finiva per rintracciare 3 o 4 Antonio Tedde, che rendevano ardua la ricostruzione degli alberi genealogici. Se invece, ognuno dei sette fratelli, nel contrarre matrimonio rispettivamente con una Murgia, una Piras, una Malta, le nuove famiglie originate avessero dato luogo ai rami Tedde Murgia, Tedde Piras, Tedde Malta la ricostruzione dell’albero genealogico oggi sarebbe più agevole.
Io, tra i tanti Matteo Tedde, ho potuto rintracciare mio nonno paterno (1873-1927) perché il sacerdote che celebrò le nozze in chiesa, il 30 dicembre 1900, lo segnò come Mattheus Tedde Malta, figlio di Antonio e di Filomena Malta; lo stesso criterio per rintracciare a Nulvi mio nonno materno Michele Piras, con il cognome del padre e della madre, Michele Piras Farre, dato che la madre si chiamava Antonia Farre. Se si pensa che per ricostruire solo 4 generazioni si debbono rintracciare 32 individui, 16 di parte paterna e 16 di parte materna, si può ben capire quanto sia complicato ricostruire gli alberi genealogici oltre la quarta generazione. Saranno i soprannomi, più tardi, a contraddistinguere le varie famiglie dei contemporanei. Tra gli stessi Tedde, ricordo che accanto a mio zio Giovannandrea (Tedde) Tebacchera, viveva anche Giovannandrea (Tedde) Corda.
Tra gli stessi Tedde oltre a questi soprannomi circolavano quelli di Tedde Birraldu, Tedde Tzilibiru, Tedde Muscadellu, Tedde Tzieddu, Tedde Chicchì.
Ad ogni buon conto con la consultazione dei libri parrocchiali, detti più comunemente quinque libri, oggi depositati nell’Archivio Diocesano di Sassari e consultabili, con l’aiuto dell’anagrafe civile che ormai conta circa 140 anni di registrazioni delle nascite, dei matrimoni, delle sepolture ci si sarebbe potuti aiutare, tuttavia la malintesa legge sulla privacy, rende detti libri consultabili solo dall’ufficiale dell’anagrafe che con la legge comunale del 2000 è diventato il vero “proprietario” di detti libri, sia pure pro tempore. Attendiamo tempi migliori!
Questi atti e gli appunti annalistici di Giorgio Falchi e l’agevole consultazione dei libri parrocchiali possono darci sia le dinamiche familiari sia gli arricchimenti e impoverimenti patrimoniali in Chiaramonti. In particolare gl’inventari, stilati alla morte dei testatori, con l’indicazione delle suppellettili ci offrono la consistenza dei beni dei singoli membri delle varie classi sociali.
Da un atto stipulato dall’affarista ex carmelitano bosano Masala apprendiamo che provvide ad un “fabbrico”, (forse il restauro) dell’oratorio della Santa Croce, che allora occupava l’area di sedìme dell’attuale chiesa parrocchiale di San Matteo, (e cosa che si è dimenticata), e della Santa Croce così com’è scritto nell’apposita lapide della parete destra del presbiterio.
In altro atto entra in ballo anche l’oratorio del Rosario, ente ecclesiastico verso cui va una vendita di terreno.
Cominciano a comparire negli atti anche gli scudi sardi. Uno scudo valeva, allora, cinque lire italiane, chiaro segno di svalutazione rispetto al Settecento, visto che ai tempi del testamento di donna Lucia Delitala Tedde (1755) ogni scudo equivaleva a tre lire italiane e come si sa donna Lucia donò al Collegio Gesuitico di Ozieri ben diecimila scudi che equivalevano ad un patrimonio di trentamila lire dissipato come si è già visto dalla stessa commissione che doveva garantirne l’integrità nel tempo, essendo stata soppressa la Compagnia di Gesù nel 1773 con la confisca dei suoi beni.
Da rimarcare che in questo triennio in Inghilterra venne costruita la prima ferrovia di 14 chilometri Liverpool-Manchester; la Grecia si rese indipendente dall’impero ottomano; in Francia si chiese al re Carlo X l’introduzione del regime parlamentare e più tardi, costretto a fuggire, il trono fu dato a Luigi Filippo, mentre la stessa Francia diede inizio alla conquista dell’Algeria.
Il Belgio proclamò la sua indipendenza dai Paesi Bassi e dando inizio ad una monarchia costituzionale prima tra gli Stati europei. In Sardegna marciava, con qualche presto spenta insurrezione, una società di vecchio regime, mentre negli Stati di Terraferma le società segrete preparavano i moti rivoluzionari energicamente spenti. Lo stesso Mazzini venne arrestato e rinchiuso nella fortezza del Priamar di Savona.
Nel nuorese intanto covava la rivolta de su Connotu per impedire la chiusura dei terreni delle Comunità.
Carrozze ben guarnite di feudatari sardi e di nuovi possidenti su strade sterrate carrozzabili garantivano le comunicazioni tra le due grandi città dell’Isola e numerosi cavalli assicuravano il rapido raggiungimento dei villaggi alla piccola nobiltà, al clero e ai borghesi sui sentieri campestri secolari che univano un villaggio all’altro.
Nota
Per un’erronea trascrizione abbiamo indicato la Maestra Pia Venerini, reclutata a Roma con la sorella dal sacerdote Matteo Caccioni per far funzionare una scuola professionale femminile (1828-1830) come Anna Bella, ma con successive letture abbiamo rilevato che il cognome esatto è Dellabella.
2° vol. 1829 – 30 – 31 Atti n. 26 ff. 70
Questo protocollo consta di 70 fogli e contiene 26 strumenti.
1
1829, agosto 7, Chiaramonti f. 1
Procura Generale del Sacerdote Salvatore Masala a favore del signor Antonio Madau Demuru ambi di Chiaramonti.
2
1829, settembre 4, Chiaramonti f. 3
Vendita di un terreno sottoscritta e segnata dal Sacerdote Salvatore Masala a favore del Signor Cristoforo Falchi entrambi di Chiaramonti.
3
1829, settembre 4, Chiaramonti f. 5.
Vendita di terra sottoscritta e segnata da Pietro Satta Cuadu a favore del Sacerdote Bachisio Usai ambi di Chiaramonti.
4
1829, settembre 6, Chiaramonti f. 7.
Vendita di un terreno sottoscritta e segnata da Pietrina Leggieri e Consorte Gianmaria Matteo Canu a favore di Giovanni Matteo Mudore tutti di Chiaramonti.
5
1829, settembre, 9 Chiaramonti f. 11.
Vendita di una casa sottoscritta e segnata dal Reverendo Giorgio Oggianu Canonico della Cattedrale D’Ampurias a favore del falegname Giovanni Matteo Mudore di Chiaramonti.
6
1829, settembre 19, Chiaramonti f. 13.
Vendita di una casa sottoscritta e segnata dal Sacerdote Leonardo Cossu a favore di Donna Camerini Angela Nella, ambi di Chiaramonti.
7
1829, settembre 27, Chiaramonti f. 14
Vendita di un piccolo chiuso sottoscritto e segnato dal Sacerdote Baingio Cabresu a favore di Gianmaria Cossu entrambi di Chiaramonti.
8
1830, marzo 1, Chiaramonti f. 15
Atto di luizione d’un censo segnato dal Signor Notaio Gavino Luigi Salis in favore della vedova Vittoria Scanu domiciliati ambi a Martis.
9
1830, marzo16, Chiaramonti f. 16
Vendita di 2 piccole case sottoscritta e segnata dalli signori molti reverendi Vicario Giovanni Satta, Vice Parroco Baingio Cabresu a favore di Francesco Budroni tutti di Chiaramonti.
10
1830, marzo 27, Chiaramonti f. 18
Atto di consegna del testamento sacramentale del Signor Sacerdote Antonio Busellu a favore di Giovanna Tedde Mundula e marito Giuseppe Casu del Villaggio di Martis.
11
1830, marzo 22, Chiaramonti f. 19
Inventario del Testamento Antonio Busellu, sacerdote
12
1830, aprile 23, Chiaramonti f. 22
Vendita di due tratti di terreno sottoscritta e segnata da Giovanna Tedde Mundula e dal marito Giuseppe Cossu a favore di Baingio Oggianu.
13
1830, aprile 22, Chiaramonti f.26
Inventario che fanno il nobile sacerdote Don Carlo Bosinco Giovanni Maria Puliga, e Giuliano Sini in qualità di curatore dei beni lasciati dal fu sacerdote Antonio Busellu.
14
1830, aprile 27, Chiaramonti f. 32
Mandato speciale per stipulare un appalto da parte di Don Antonio Masino e il negoziante Baingio Elia a favore di Giommaria Lavagino di Castelsardo.
15
1830, agosto 28, f. 35
Vendita di terreno sottoscritta e segnata da Francesca Brundu Seu a favore del Signor Cristoforo Falchi.
16
1930, agosto 20,Chiaramonti f. 38
Atto di consegna del testamento sacramentale della Signora Zitella Anna Dellabella della città di Roma. E dimorante nel Villaggio di Chiaramonti.
17
1830, agosto 22, Chiaramonti f. 39
Testamento sacramentale della Signora Zitella Anna Dellabella della città di Roma, residente a Chiaramonti a favore del sacerdote Matteo Satta Caccioni. Inoltre lascia la somma di 20 e 250 scudi sardi e 25 centesimi al Servo Salvatore Matteo Moro.
18
1830, aprile 21, Chiaramonti f. 41
Vendita di una tanca da parte del Signor Cavaliere Giovanni Satta Caccioni a favore del signor Giovanni Marras entrambi di Chiaramonti.
19
1831, maggio 5, Chiaramonti f. 43
Vendita di terreni fatta dagli eredi del fu Sacerdote Leonardo Cossu di Chiaramonti a favore del Signor Sacerdote Beneficiato Pietro Manca di Nulvi.
20
1831, agosto 30, Chiaramonti f. 52
Apaca della somma di Scudi Sardi Cento Segnata dal pastore Giovanni Michele Tanca a favore del signor sacerdote Salvatore Masala di Chiaramonti.
21
1831, maggio 27, Chiaramonti f. 50
Strumento d’un censo stipulatosi da Giuliano Sini del Villaggio di Martis in favore del Signor Notaio Carboni Delogu Segretario del Regio Consolato di Sassari
22
1831, settembre 16, Chiaramonti f. 53
Strumento dichiaratorio di un accordo sottoscritto e stipulato tra il Signor Speziale Francesco Ignazio Pietri di Ozieri e Pietro Canu di Chiaramonti.
23
1831, ottobre 20, Chiaramonti f. 55
Vendita di un terreno al prezzo scudi sardi 115 sottoscritto dal Signor Cavaliere Giuliano Satta a favore del Signor Notaio Domenico Antonio Mundula Sale Dimorante nella Città di Sassari.
24
1831, ottobre 17, Chiaramonti f. 58
Atto di vendita di una casa stipulato tra i molto reverendi Padri del Convento del Carmine di Chiaramonti ed il Notaio e segretario Salvatore Carboni Delogu della Città di Sassari e il suo Procuratore Reverendo Sacerdote Francesco Carta Manca di Chiaramonti.
25
1831, dicembre 8, Chiaramonti f.67
Contratto per fabbrico da parte di Antonio Giuseppe Deriu e Sacerdote Salvatore Masala di Chiaramonti a favore dell’ oratorio di Santa Croce.
26
1831, dicembre 28, Chiaramonti f. 70
Atto di Procura fatto dagli eredi del fu Salvatore Leonardo Cossu a favore del cavaliere Narciso Satta di Chiaramonti per l’alienazione d’un tratto di terra che intendono vendere all’Oratorio del Rosario di Chiaramonti
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