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Internet: moria di rapporti interpersonali o sbocco per i giovani in cerca di un lavoro che stenta ad arrivare?

Scritto da carlo moretti

Nata come applicazione militare e diffusasi poi come strumento di comunicazione tra ricercatori di università statunitensi, Internet è entrata a far parte stabilmente, negli ultimi dieci anni, della nostra esistenza quotidiana.

Un computer, nemmeno particolarmente recente e potente, un modem, per i più sofisticati una webcam, e siamo in contatto con tutto il mondo.

Molti sono scettici circa questo nuovo sistema di comunicazione. Alcuni pensano che Internet, diffusa capillarmente in tutte le famiglie, così come ormai avviene in tutto il mondo occidentale, sia un falso bisogno, indotto dall’industria, generato dai soliti persuasori occulti al fine di vendere un maggior numero di personal computer e di altri aggeggi tecnologici assolutamente inutili.

Altri apocalittici temono che la nuova tecnologia rafforzi la solitudine o l’isolamento dell’uomo contemporaneo, ne assecondi i tratti schizoidi e l’anomia, liberi la psicopatologia più torbida, contribuisca alla diffusione di quella folla solitaria, composta da milioni di atomi senza legami che caratterizza ormai la vita delle metropoli moderne, faciliti i comportamenti criminali e antisociali.

Certamente la Rete non è Utopia o la Città del Sole, non rappresenta la comunità ideale.
I pedo pornografi, i terroristi, i fanatici, i trafficanti di droga e i truffatori di ogni risma trovano certamente nella Rete un supporto tecnologico che rende più efficaci i loro propositi distruttivi.

Nella Rete, in definitiva, si rispecchia la società,. insidiata costantemente dal Male e caratterizzata anche dalla violenza, dalla corruzione e dalla criminalità.

Ma la Rete possiede anche delle interessanti potenzialità progressive, democratiche, liberatorie ed è questo il principale motivo per cui la sua diffusione va incrementandosi in modo capillare in tutto il mondo ed è per tale ragione che i regimi tirannici e totalitari l’avversano, la temono e la censurano.

Internet agisce da moltiplicatore delle informazioni e della conoscenza, dà democraticamente la parola a tutti, favorisce i contatti interpersonali, lo scambio di idee, di merci e di servizi.

Facilita i contatti dei cittadini con le istituzioni. Mette a disposizione la possibilità di apprendere a distanza, migliora la salute dei cittadini tramite forme di teleassistenza e teleconsulto. Favorisce il reperimento rapido, preciso e confrontabile tra più fonti delle informazioni. Permette anche a chi abita in località remote l’efficiente acquisto di libri, cd, dvd, elettrodomestici, viaggi, oggetti e gadget di ogni tipo.

Internet, soprattutto, consente un importante esercizio di libertà: chiunque può intervenire su forum o newsgroup, oppure costruirsi un sito o un blog personale; a ciascuno, quindi, è data la possibilità di esprimersi, dialogare, diffondere le proprie idee, mettersi in gioco su scala planetaria.
L’unico discrimine è semmai tra chi ha accesso alle nuove tecnologie e chi purtroppo ne è ancora escluso, per motivi economici o di istruzione. E sarà forse questa la battaglia più importante nel futuro: garantire l’accesso alla Rete a quanti più soggetti possibili.

Molte delle idee e delle informazioni passate prima in Rete hanno riaperto casi giudiziari, dato il la a legittime lotte politiche e di emancipazione, contribuendo a modificare abitudini e costumi collettivi, scalfendo pregiudizi, informando la gente con maggiore tempestività ed efficacia dei media tradizionali.

Internet ci sta modificando più di quanto siamo disposti ad ammettere.

Esiste, nel Web, un’enciclopedia completamente gratuita, Wikipedia, consultata quotidianamente da milioni di persone. Ebbene, questa enciclopedia non è opera (almeno non soltanto) di accademici, bensì di semplici appassionati ed è un’enciclopedia che ha superato in diffusione quelle tradizionali.

Internet dimostra che le forze vitali di una comunità, lo spirito imprenditoriale, la capacità di rinnovamento, non passano soltanto attraverso i soliti canali tradizionali. Persino le università, i professori, non possono più reclamare il monopolio del sapere.

D’altronde è sempre stato così, solo che ce ne eravamo dimenticati. La storia ci insegna che le scoperte scientifiche e tecnologiche, i grandi movimenti di pensiero, letterari, artistici, maturano spesso al di fuori dei templi sacri.

In una società ancora oligarchica e gerontocratica, Internet offre ai giovani un possibile strumento di riscatto. Le più grandi aziende della net-economy sono state fondate da dei ventenni. E sono spesso i giovani coloro che sanno maneggiare con maggiore disinvoltura le nuove tecnologie.

Tutto questo però fa paura: a chi è abituato a prosperare su rendite di posizione, ai monopolisti, ai mandarini del sapere, a chi non è disposto ogni giorno a mettersi in gioco, a chi preferisce l’accumulo di titoli accademici alla competenza, a coloro che temono quella distruzione creatrice di cui parla nei suoi libri l’economista Schumpeter,  forza implacabile ma così necessaria per l’avanzamento, il rinnovamento e la rivitalizzazione della società e dell’economia.

Oggi, grazie a Internet, molti utenti si sono trasformati in imprenditori. Tramite lo sviluppo dell’e-commerce, hanno costituito nuove aziende, che utilizzano nuovi canali di vendita.

Ma soprattutto, milioni di appassionati sono riusciti a trasformare i propri hobby, le loro passioni vitali in fonte di reddito, per quanto ancora molto modesto, grazie agli introiti pubblicitari.

Il mondo è in costante divenire, lo sapevano già i filosofi greci; Internet accelera i mutamenti e prefigura la società del futuro. Difficilmente, a mio avviso, i conservatori ad oltranza, i tradizionalisti, gli immobilisti riusciranno a fermarne gli sviluppi.

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  1. Angelino Tedde dice,

    Le tematiche che hai toccate sono tante per un contributo analitico.
    Mi piace rimarcare che internet come tutti i mezzi e i segni di comunicazione tra gli uomini è un’opportunità e come tale occorre utilizzarla a beneficio di ogni singolo uomo e della società. Il centro dev’essere l’uomo e la sua crescita integrale. Usarla come clava, per la diffamazione o per far del male all’animo degli uomini è cosa riprovevole. Usarla per dare speranza, opportunità d’incontri costruttivi, opportunità di lavoro (commercio, studio, buona informazione) è sempre auspicabile. L’argomento è molto complesso e sviscerarlo è assai difficile. Porsi delle domande è comunque sempre utile nel tentativo di dare risposte adeguate. Angelino Tedde

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