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Archivio di maggio, 2012

Il territorio comunale di Chiaramonti, 1970, I , a cura di Angelino Tedde

Scritto da carlo moretti

CONFIGURAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE

Il territorio comunale di: Chiaramonti, coi suoi 111,500 Kmq ha la massima estensione geografica tra i comuni dell’Anglona.

I limiti ricordano la  forma di uno strano animale dal corpo di volatile in riposo, la zampa e la testa di elefante ,il dorso è rivolto verso Perfugas; la parte inferiore verso Tula ed Ozieri, fino alla zampa anteriore.

L’estremità di questa e la coda toccano Ploaghe, se il volto dell’elefante dovesse muoversi rivolgerebbe i suoi passi verso Ozieri.

Geograficamente, dunque, Chiaramonti confina a Nord con Nulvi, dalla confluenza del Riu Iscanneddu nel Riu Badu Olta, Monte Pertust, (m. 423), Crastu Biancu (m. 466) a Ovest con Ploaghe lungo la linea Crastu Biancu cm. 466); Riu Crapianu, Riu Badu Ebbas, Costa Ortigia, Riu Conca de Fossu, Riu Polcalzos, Riu Frundidu, Riu Badde Pittiris, C. Pertusu, Serra di Monte Pittu (m. 408); a Sud, Sud Ovest col comune di Ozieri, lungo la linea contrassegata da Monte Pittu, Funtana Su Laccheddu, Funtana Cupidasiligo, su Carralzu, Monte Elighia (m. 559, Punta S’Arrocu (m. 500), Punta di Pittia (m. 630), Zappareddu, Funtana Finnialzu, Ghirralza, Su Crabione, Frades Cossittu, Sa Chessa Ruia, Contraedra, Sa Fiurida, Baddios de Pira, Funtana Sa Ruinosa (m. 633), queste ultime località toccano il territorio di Tula); a Est con Perfugas lungo la linea prima sinuosa ed elevata poi meno sinuosa e bassa delle località di Montelidone (m. 487), Su Ballarianu (m. 475), Su Montigiu ‘e S’Omine (m. 464), C. de Basile (m. 426), Nuraghe Pubaddu (m. 395), C. Giagone (315), Scala Modelzu, Corrameana (rn. 208), Frades Contoness (m. 102), al confine col territorio di Martis); a Nord Ovest col territorio comunale di Martis (lungo le località sempre più basse di Baldedu (m. 127 Nuraghe Paulusedda (m. 167), in territorio di Martis, e quelle più elevate di Monte Attallzu (313), Tanca Ide (m. 227), Riu Bide (m. 233). S’Erva Nana, Monte Jscultis (m. 363), Riu Badu Olta (m. 273)~che segna il limite tra il territorio di Chiaramonti, Martis e Nulvi sopra descritto).

Dall’osservazione dei limiti comunali si può, dunque, rilevare che l’area geografica in cui è ubicato Chiaramonti, si presenta varia per altimetria e per caratteristiche  di flora e fauna.

La zona più montuosa è situata a Sud, lungo il costone che divide il territorio di Chiaramonti, da quello di Ozieri: questo, dalla configurazione così multiforme è detto Monte Sassu: i punti più elevati variano dai m. 559 del Monte Elighia a m. 640 di Punta di Pittia.

L’altezza media di tutto l’altopiano, a forma di un irregolare arco a sesto acuto, abbraccia quasi un quinto del territorio chiaramotnese e raggiunge la media di 400 metri. Quest’area costituisce il petto del volatile-elefante a cui danno forma i confini comunali: essa è per circa due terzi sassosa e brulla, particolarmente sui costoni del monte e nelle sue immediate propaggini. L’altro terzo è ricoperto da macchie e cespugli, tra cui predominano il cisto, il lentisco e l’asfodelo. Non mancano, peraltro, aree in cui si avverte la presenza dell’acqua manifestata da lussureggianti boschi sempreverdi così come si riscontrano a valle di Funtana Su Cannau, (ai piedi de Su Monte Code (m. 473) in cui vi è un’ampia zona boschiva caratterizzata dalla quercia da sughero (quercu suber) e da ghiande (quercus glandifer): un’altro tratto boschivo è ubicato nei pressi del Riu Istevere. Tutta l’alta montagna chiaramontese è detta comunemente « Sassu Altu», per distinguerla da «Sassu ‘e Giosso», cui si accennerà in seguito. Benché il Monte Sassu sia molto povero di acqua superficiale, non mancano tuttavia delle sorgenti anche nelle zone più aride: tra queste si possono menzionare Funtana Su Laccheddu (m.570), Funtana Tottusupu (m 497), Crabione (m. 384, Sa Toa, Su Cannau.

I corsi d’acqua denominati comunemente «riu» hanno portata interessante e massima durante la stagione invernale mentre ridotti a pozzanghere d’estate (si possono menzionare Riu Chirralza, Riu Dore, Riu ‘Martine, Riu Istevere, Riu Giunturas, Riu Lavrone e Riu Podde che quasi delimitano il monte Sassu e le sue appendici).

Lungo i confini ozieresi a Sud Ovest si estende per un sesto di tutto il territorio chiaramontese, il costone più modesto in altimetria, il monte Sassittu» le cui cime non superano i 500 metri. Questa località, rispetto al monte Sassu, è più ricca di vegetazione: in essa domina la macchia, tuttavia abbondano i boschi sempre verdi e fa anzi da limite alla zona il Riu ‘Conca de Fossu nel cui bacino sì estende la zona boscosa compresa da Sa Ortigia a Aspru S. Pedru. Un’altra area boschiva gravita sul bacino di Riu Badde Pittiris, (tra il Nuraghe Massedda e Coa Pertusa),ma oltre ai due corsi succitati vi sono il Riu Frundidu, Riu Polcaizos e numerose sorgenti, dette come del ‘resto in tutto il territorio chiaramontese, «funtanas».

Le più note da tempi remoti sono, procedendo da Nord a Sud: Sa Terramala, Su Calarighe, Sa Vagadedda, Meddaris, Paludase tutta questa area configura la «zampa d’elefante». Spostando il nostro sguardo verso Sud Sud Ovest, (cioè dai confini ozieresi a quelli perfughesi) ad Est ne geografica del monte Sassu, (in. modo molto più incuneatesi per un tratto nel territorio di Tula) per l’altro in quello di Perfugas: nei pressi della sorgente Sa Ruinosa, la cima più elevata raggiunge i 633 metri, poi comincia a degradare man mano che ci si avvicina ai confini col territorio di Perfugas.

A parte alcuni tratti boschivi (come quelli di Sa Chessa ‘Ruia, Sa Fiurida, Cannaos) il territorio è coperto da macchie e cespugli oppure è privo o quasi di vegetazione, e si estende per circa una trentina di Km.

Le tre zone fin qui descritte, nonostante la suddivisione adottata per motivi di chiarezza, costituiscono in effetti la parte più estesa del Monte Rasu, nelle parti più elevate Sassu Altu, in quelle meno, Sassittu e, infine, in quella che non supera i 300 metri, «Sassu ‘e Giosso>> Questa località, ricca di acque superficiali, è forse la più suggestiva di tutto il Monte Sassu, di cui costituisce anche la parte più valliva dei territorio comunale di Chiaramonti: può, quasi denominarsi la Conca Chiaramontese. E’ ricca di boschi, pascoli, culture e, climaticamente la più felice rispetto al Sassu Altu e Su Sassittu. Quest’area, inoltre, trae vantaggio rispetto alle zone del territorio, in quanto è attraversata dalla direttissimi per Tempio e vi sono numerose sorgenti e svariati torrenti, dei quali il principale è Riu Giunturas.

L’altra zona che contraddistingue il territorio di Chiaramonti, confina col Comune di Nulvi: essa comprende le alture del Monte Pertusu (409 m) del monte Cacchile (462 m.) e del bassopiano che gravita nei confini del Comune di Martis; è ricca di pascoli, boschi e seminativi, anche se non sono assenti tratti brulli, abbandonati alla macchia e ai sassi. Forse, questa, è una delle zone più ricche d’acqua di tutto il territorio, ma essendo più bassa rispetto all’abitato di Chiaramonti, le sorgenti vanno a beneficio del vicino comune di Martis. Zone caratterizzate da buona vegetazione sono Sa Badde di Santa Giusta, Badde Saltara, Sa Tanca de’ Cheia, ‘Sas Codinas, ma soprattutto per la boscosità, il monte Cacchile in cui cresce anche il castagno oltre che la quercia da sughero e da ghianda.

A Nord, la strada che porta a Martis, viene delimitata da un’ampia vallata da una parte e varie alture alternano boschi, pascoli e seminativi; dall’altra frequenti sono gli oliveti e i frutteti e non è assente la viticultura.

Verso Est, vale a dire nella zona che da Chiaramonti conduce al «Sassu» (li comprende tutti e tre) la zona è suggestiva sia per la presenza dei boschi, (Santa Maria de Aidos), sia per i seminativi e i buoni pascoli (Piddiu).

Studio sulla carta topografica, Chiaramonti, 1970

Osservazioni. Il Comune di Chiaramonti, alla costituzione del Comune di Erula ha ceduto ben 13 chilometri quadrati (1988) con il famoso Nuraghe Ispiene dove Giovanni Spano trovò una navicella votiva con macaco, depositata al Museo Archeologico di Cagliari.Altra osservazione da fare è che un vasto incendio, se non erro  alla fine degli anni ottanta, ha distrutto in parte, i lussureggianti boschi di Monte Cachile.

 

VIII. L’Arma riprende le indagini per l’assassinio dell’archeologo Pedde di Ange de Clermont

Scritto da ange de clermont

Soddisfatte le richieste rituali del pretore di Vulvu, i carabinieri di Miramonti, cinque uomini ormai esperti del territorio, ritennero giunto il momento di riprendere le indagini sull’assassinio dell’archeologo. Si consultarono e concordarono di sentire le persone coinvolte o per bene o per male in quell’atroce delitto. In primo luogo pensarono di convocare  il pastore Mudulesu, domiciliato nei pressi del Nuraghe Aspru, con moglie, figli e servi,  successivamente sos teracos de pastoria, sos polcalzos, sos teracos dei bovini e, se del caso, anche i pastori dei pressi  del rio Filighesos. In seguito avrebbero sentito sos archeologos de su Cabu de Susu dei paesi vicini e da ultimo, a sorpresa, sos archelogos de Miramonti tra i quali, per ultimo, a sorpresa, per tenerlo in ansia, il sospettato Andria Galanu. Nel frattempo  due militi avrebbero perlustrato  sa Tanca de s’Ena, nei pressi del rio, e la località de su Cànnau. Altri due furono inviati nella vicina zona di Murtis e Laoru, ad intercettare persone che si aggiravano nelle sterrate e nei sentieri campestri.  Il piantone Rustico Fanelli  e il brigadiere Alessandro Carrigni  sarebbero rimasti nella stazione per dare inizio agl’interrogatori.

Ad una settimana dalla sepoltura bussò  al portone della Caserma di buon mattino il convocato Giommaria Mudulesu. Il piantone Fanelli gli aprì e, salutatolo, lo accompagnò  nell’ufficio del brigadiere, lo fece accomodare e si sedette come testimone per il verbale dell’interrogatorio.

- Sig, Mudulesu – cominciò il brigadiere Carrigni- Mi relazioni come si sono svolti i fatti del ritrovamento del morto ammazzato Antonio Pedde.-

-Brigadie’, però questa chiamata quasi mi offende, proprio a me che vi ho dato la notizia, volete interrogare?-

-Sig. Mudulesu, stia tranquillo, questa è la regola, ma non pensiamo manco lontanamente che ad ucciderlo sia stato lei. Noi però dobbiamo fare il nostro lavoro.-

-Va bene, allora comincio, dunque, compare Antonio, buonanima, il giorno prima, è passato a casa, per salutarci e dare la strenna al figlioccio Luigi. Gli abbiamo offerto un bicchierino di rosolio e un papassino e poi ci ha salutato dicendoci che avrebbe dato uno sguardo alla domus de janas de sa Rocca Ruja presso la valle del rio Filighesos e che in serata sarebbe passato a salutarci, prima di tornare a Miramonti.-

-Oltre a sua moglie e a suo figlio chi c’era in casa sua quando è venuto a trovarla?-

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