3
mag
2008
Marta, gli altri e noi
Credo, caro Carlo, che la tua condizione personale e la sensibilità che ti connota, ti conferiscano autorevolezza sufficiente per portare avanti, come già fai, le problematiche inerenti ai disabili. Ma non fermarti alla semplice e bonaria informazione, te ne prego. I minori, in genere (e i disabili continueranno a essere minori per tutta la loro esistenza, breve o lunga che sia), non hanno sindacati, né voce robusta per lamentare in maniera adeguata la nostra imperdonabile distrazione di persone comuni e quella, ancor più grave, di chi guida il vapore.
Ecco perché lo strumento informatico, che tu maneggi così bene, può permetterti di far breccia nella insensibilità dei più. Facci conoscere meglio, dall’interno (e cioè da chi li vive) i problemi, anche minuti, che devono affrontare quotidianamente coloro che hanno necessità degli altri per muoversi, alimentarsi e soddisfare anche i bisogni più elementari. Chiamaci a raccolta, se necessario e offrici la possibilità di fare qualcosa, se possiamo. In breve, dicci cosa possiamo fare. Singolarmente e in gruppo. O come comunità.
Grazie ancora per il tuo lavoro e auguri.
Carlo Patatu
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Zio Carlo, mi sono commosso, come faccio sempre da alcuni anni e specialmente quando qualcuno si rende conto che anche Marta esiste, ma non so se sono proprio pronto, maturo abbastanza, per raccontare delle problematiche che dobbiamo affrontare quotidianamente.
Forse è questo l’aiuto del quale ho proprio bisogno, confrontarmi con qualcuno della comunità con il quale parlarne e non sentire solo compassione.
Tu ben sai che io la disabilità la vivo dalla mia nascita, ma fino alla nascita di Marta non mi era mai sembrata una probblematica.
Così pensano tutti, ma è solo una mia opinione:
“A me non capiterà mai una cosa del genere”.
Poi purtroppo arriva proprio a te, e mentre ti chiedi “perchè proprio a me”, ti cambia la vita non solo come avere il primo figlio, la cambia per sempre ed in modo permanente, e tu devi decidere se mollare tutto o andare avanti.
Io ho scelto di lottare, ma non so e non sono sicuro, se voglio farlo proprio in questo spazio.
Ti ringrazio veramente di cuore e ti stimo, per essere uno dei pochi che hanno a cuore il mondo della disabilità, ma forse anche per chiedere aiuto bisogna essere aiutati.
Carlo Moretti
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