Archivio della categoria ‘Cultura e arte’
Scritto da carlo moretti
Sabato 19 luglio 2008 alle ore 17:30, presso la Sala Consiliare, verrà presentato lo stato di avanzamento del progetto di ricerca: “I villaggi medievali nel territorio di Chiaramonti”.
Il progetto promosso dall’Amministrazione Schintu che, in collaborazione con “l’Università di Sassari” e con il sostegno della “Fondazione Banco di Sardegna”, prevedeva un ampio e documentato studio sull’intero territorio di Chiaramonti, ricchissimo di testimonianze non solo archeologiche di periodo pre-nuragico e nuragico, ma anche di un più recente passato medievale.
E’ un vivace studio sulle nostre origini più recenti che potrà aiutarci a capire meglio da cosa è nato il nostro paese e perchè è diventato ciò che è ora.
Ultimo cenno, ma non per importanza, tutte le fasi di studio, ricerca e scavo sono coordinate dall’Università di Sassari che si avvale della preziosa collaborazione del nostro stimatissimo concittadino dott. Gianluigi Marras e della d.ssa Maria Cherchi già noti per le splendide escursioni durante le manifestazioni di “Ajò in Anglona”.
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Scritto da ztaramonte
Terzo racconto tratto da “Leggende sarde” scritte da Grazia Deledda. Stavolta siamo un po più vicini al nostro paese. Vi auguro una buona lettura.
Carlo Moretti
“Leggende sarde” di Grazia Deledda, a cura di Dolores Turchi, Roma, Newton Compton Editori, 1999, collana Italia Tascabile, 8
Interessanti sono le leggende intorno a Castel Doria; e specialmente quella dell’ultimo principe. Pare che questo misterioso maniero sia stato edificato dai Doria verso il 1102, quando cioè i Genovesi fortificarono tutti i loro possedimenti al nord dell’isola, e specialmente l’attuale Castel Sardo.
Esiste tutt’ora un’alta torre a cinque angoli, di pietre rettangolari saldate l’un l’altra a cemento. Edificato su alte rocce poco distanti dalla riva del Coghinas, il castello godeva di un grande panorama, e verde ai suoi piedi si stendeva la pianura. La leggenda dice che un condotto sotterraneo conduceva dal castello alla chiesa di San Giovanni di Viddacuia, sita all’altra riva del Coghinas, e che questo sotterraneo i Doria lo avessero scavato semplicemente per recarsi alla messa nei giorni di festa.
Un marciapiede conduce dalla torre alla Conca di la muneta, dove, si dice, i Doria battevano denaro. Questa Conca, a quanto ne ho potuto capire, pare sia una grande cisterna di una immensa profondità: nel fondo esisteva una campana d’oro, e i passanti gettavano una pietra, per farla suonare, talché ora la cisterna è piena in fondo di pietre, e quindi la campana è invisibile e non suona più.
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Scritto da ztaramonte
Continuiamo in questo spazio a raccontare con brevi cenni, la storia dei poeti improvvisatori e continuo a scusarmi con i lettori, per gli errori che si potranno incontrare durante la lettura di questi versi.
Il canto dei poeti improvvisatori era sempre accompagnato da un gruppo di cantori che formavano il coro d’accompagnamento, attraverso suoni vocali armonizzati e gutturali. Nel nord Sardegna, il canto dei poeti si è sempre differenziato da quello del sud per via dell’abbinamento in quest’ultima zona con strumenti musicali (chitarra o fisarmonica). L’intuizione del Cubeddu, che riuscì a trasportare quest’arte, da semplice momento di svago a momenti collettivi importanti come le feste in piazza, fu grande.
Da quel momento, col passare degli anni, le gare poetiche sostituirono ogni tipo di manifestazione, divenendo punto di riferimento e base organizzativa per tutte le feste e sagre paesane.
Anche stavolta leggerete e potrete sentire, come nell’articolo precedente, il primo tema della gara disputata a Cagliari il 7 aprile del 1979 tra il nostro poeta locale Juanne Seu (Chiaramonti 1915 – 1998) e il poeta Mario Masala (Silanos 1935), dedicato a Sa peràula, s’iscritura” ; nel prossimo articolo concluderemo la gara con il secondo tema “Sardigna indipendente, Sardigna italiana”.
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Scritto da ztaramonte
Continuo la pubblicazione delle “Leggende sarde” scritte da Grazia Deledda. Vedendo le valutazioni dell’articolo iniziale, sembrerebbe che i racconti di questo genere siano graditi.
Buona lettura.
Carlo Moretti
“Leggende sarde” di Grazia Deledda, a cura di Dolores Turchi, Roma, Newton Compton Editori, 1999, collana Italia Tascabile, 8
Al finire del secolo XVII c’erano in Aggius – piccolo villaggio della Gallura – due ragazzi, figli di due famiglie nemiche, che, come accade sovente in Sardegna, ed anche altrove, facevano all’amore.
Lei aveva tredici anni, egli quindici; ma benché così giovani sembravano, forti e belli entrambi, grandi di vent’anni, e si amavano perdutamente, con tutta la passione indomita degli abitanti della Gallura, bizzarra regione montuosa al nord dell’isola, che ha, nel paesaggio e nella natura dei nativi, molta rassomiglianza con la vicina Corsica.
Ma, come accennai, le famiglie dei due amanti erano nemiche. Pare che tutto il villaggio fosse diviso in due fazioni, e l’odio il più mortale soffiava negli animi di entrambe: ad una apparteneva la famiglia del giovine, all’altra quella della fanciulla. Ciò non impediva che essi si adorassero e che si dessero frequenti convegni notturni nella stessa casa di lei.
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Scritto da ztaramonte
Inizio subito scusandomi con i lettori, per gli errori che si potranno incontrare durante la lettura di questi versi, ma la passione verso la poesia cantata è talmente forte, che devo condividere con voi questo materiale a dir poco storico.
Le gare poetiche sono state in passato, e forse fino a qualche decennio fa, le manifestazioni linguistico-culturali più rappresentative ed importanti dei sardi. L’origine dell’improvvisazione non è individuabile temporalmente, ma lo è invece quella delle gare: la prima gara si svolse a Ozieri nel 1896 in occasione dei festeggiamenti della Madonna del Rimedio. L’ideatore fu il famoso poeta locale Antonio Cubeddu (Ozieri 1863 – Roma 1955). Da allora l’abilità nell’improvvisare, che era presente in tutte le occasioni di aggregazione sociale, matrimoni, fidanzamenti, tosatura delle pecore, uccisione del maiale, vendemmia e altro, con la geniale intuizione del Cubeddu fu portata sui palchi, nelle feste dell’isola e nelle più importanti manifestazioni dei concorsi poetico-letterali della Sardegna.
Queste le origini delle gare poetiche, nei prossimi articoli, quando ci riavvicineremo a questo tema continueremo a parlare della storia delle gare negli anni successivi.
Ora vorrei offrirvi l’“Esordio”, della gara disputata a Cagliari il 7 aprile del 1979 tra il nostro poeta locale Juanne Seu (Chiaramonti 1915 – 1998) e il poeta Mario Masala (Silanos 1935); in articoli successivi saremo in grado di pubblicare tutta la gara al completo, che contiene i temi “Sa peràula, s’iscritura” e “Sardigna indipendente, Sardigna italiana”.
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Scritto da ztaramonte
Da quando ero bambino, ascoltavo con attenzione e anche paura, i racconti che i nonni e le zie più anziane ci facevano, quando passando uno dei tanti fine settimana a Chiaramonti, alla luce del focolare (perchè l’energia elettrica ai primi venti o pioggie andava via), si sostituiva la televisione con l’antica usanza dei “Contos de foghile”. Ora non ricordo cosa mi veniva raccontato, ma trovo piacere nella lettura di libri come questo, di una scrittrice sarda, premiata con il nobel per la letteratura nel 1926.
Passerà per questo sito tutto il contenuto di questo bellissimo libro, che spazia per tutta la Sardegna dal nord al sud con la speranza di non annoiarvi. Inizieremo con una breve biografia di questa illustrissima scrittrice e dopo una piccola premessa passeremo alla prima leggenda. Buona lettura.
“Leggende sarde” di Grazia Deledda, a cura di Dolores Turchi, Roma, Newton Compton Editori, 1999, collana Italia Tascabile, 8
Grazia Deledda(1871-1936)
Nacque a Nuoro, penultima di sei figli, in una famiglia benestante di piccoli proprietari. Il padre, Giovanni Antonio, era un piccolo imprenditore e agiato possidente, fu poeta improvvisatore, e sindaco di Nuoro nel 1892; la madre, Francesca Cambosu, era una donna religiosissima, allevò i figli con estremo rigore morale. Dopo aver frequentato le scuole elementari venne seguita, privatamente, da un professore ospite di una sua parente; i costumi del tempo non consentivano alle ragazze una istruzione completa oltre quella primaria e in generale degli studi regolari. Successivamente approfondì, da autodidatta, gli studi letterari. Importante per la formazione letteraria di Grazia Deledda, nei primi anni della sua carriera da scrittrice, fu l’amicizia con lo scrittore sassarese Enrico Costa, cioè colui che per primo ne comprese il talento.
Esordì come scrittrice con alcuni racconti pubblicati sulla rivista “L’ultima moda” quando affiancava ancora alla sua opera narrativa quella poetica.
Nell’azzurro, pubblicato da Trevisani nel 1890 può considerarsi la sua opera d’esordio.
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Scritto da ztaramonte
Siamo agli albori della vita sulla terra. Il SIGNORE dopo aver creato tutte le altre parti del mondo, si accinse a creare la SARDEGNA. Ma quando guardò nella sua sporta celeste, si rese conto che era rimasto ben poco per plasmare un’isola. Tutte le cose più belle erano state poste altrove, ed ormai non rimaneva che un cumulo di sassi a disposizione del SIGNORE. – Cosa posso fare con quest’arida materia?- si chiese il DIVINO, dubbioso. Ma subito decise. Così, una volta riunite le pietre, le sparse nel mare e, quando vide riemergere le ultime, le schiacciò col suo piede, calzato di un sandalo infuocato. Si intravide così tra le acque la prima forma di ICHNUSA, modellata in eterno dall’impronta divina. Ma l’opera di DIO non si fermò qui: c’era bisogno di qualcosa perché potesse nascere la vita da quelle pietre inermi. E sapete cosa fece il SIGNORE? Si rivolse alle altre terre già ricolme di ogni meraviglia, e, tolto qua e là da esse quanto mancava a ICHNUSA, lo sparse su quell’isola rocciosa. ICHNUSA, così, si ammantò di una natura fantastica, talmente varia ed estrosa, da non assomigliare a nessun’altra terra e, nello stesso tempo da assomigliare a ciascuna di esse!
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