11
mar
2015
11
mar
2015
24
ott
2008
Oggi 24 ottobre compare nella Nuova Sardegna questa lettera che ripropongo interamente perché condivido, approvo e appoggio integralmente. Come io, che alcuni giorni fa, nell’articolo “Ma cosa fare con i nostri “figli speciali”?” ho manifestato alcuni malesseri, ora posso dire di essere un po meno solo.
Comunque neanche I’illustre Ministro Brunetta ha perso tempo, prodigandosi per far passare in Commissione Lavoro nuovi emendamenti sui permessi lavorativi 104. Vedi il sito www.handylex.org
Il testo contiene, modifiche all’articolo 33 della Legge 104/1992 relativo ai permessi ai lavoratori che assistono familiari con handicap grave. Modifica, che riguarda sia i dipendenti pubblici che i dipendenti privati.
Buona lettura
Carlo Moretti
Siamo dei genitori di ragazzi con handicap e disabilità e ci rivolgiamo al Presidente Berlusconi per sottoporgli alcune questioni inerenti la vita accanto ai nostri figli: la vita che viviamo è una vita spesso parallela al mondo normodotato, non meno gratificante ma sicuramente molto più impegnativa in tutti i campi, la scuola, il lavoro, la sanità e, perché no, il tempo libero. Il Governo prepara modifiche varie nell’ambito delle Politiche sociali e per la famiglia, alcune condivisibili altre meno.
19
ott
2008
L’altro giorno mentre leggevo il quotidiano “La Nuova sardegna”, mi sono imbattuto consultando la cronaca di Nuoro, nell’ennesimo articolo che racconta di genitori che non sanno cosa fare con la propria figliola che non ha la fortuna di essere normodotata e a volte neanche autosufficiente.
Alessandra, venuta al mondo nel 1984, per una patologia è come se avesse cinque anni, per di più essendo nata prematura, ha subito in incubatrice una terapia poco appropriata che l’ha privata anche della vista.
La “bambina” che ora ha ventiquattro anni, non vede e nenche parla, gioca in un box, prende ancora il ciuccio e ha ancora bisogno del pannolino. Per l’anagrafe e le istituzioni è una donna di 24 anni, mentre le sue condizioni psico-fisiche e le sue sembianze non la fanno apparire più grande di una bambina del quinto anno d’età.
Per fortuna nonostante le sue condizioni sente e capisce perfettamente.
Ora, non sono quì per raccontarvi la storia di Alessandra, perchè chi ha letto il quotidiano, oramai la conosce perfettamente, ma per denunciare purtroppo la mancanza di strutture e accorgimenti legislativi, che potrebbero senza ombra di dubbio migliorare la qualità della vita di figli e genitori colpiti da questi drammi.
La storia di questa “bambina” mi ha colpito molto, non solo perchè purtroppo anche io sono direttamente interessato, ma perchè con questi angioletti, non si può fare solo una questione di anagrafe. Posso essere d’accordo che asili, scuole e istituti, visti anche gli ulteriori tagli economici del Ministero della Pubblica Istruzione, siano costretti a dichiarare la non idoneità della struttura per “bambini” e ragazzi di questa categoria, ma non posso accettare che non esistano strutture apposite e idonee per accogliergli almeno nel periodo diurno.
L’alternativa che spesso viene indicata, è la convivenza e ricovero presso centri di riabilitazione psico-fisica che nella nostra realtà, sono adatti e solo attrezzati per pazienti adulti.