Archivio della categoria ‘Scuola e educazione’
Scritto da carlo moretti
Capitolo 7
Alle origini del gallurese
Dove e quando di preciso insorsero i trattamenti rt > lt, rd > ld, rk > lk, rg > lg e come si estesero fino ad abbracciare tutto il settentrione della Sardegna? Questo discorso, come si vedrà appresso, investe in pieno il problema della formazione del dialetto gallurese.
La prima documentazione letteraria del gallurese è rappresentata dal corpus di poesie del religioso tempiese Gavino Pes, più noto col nome di Don Baígnu, la cui attività si dispiegò interamente all’interno del Settecento. 148
Orbene, per fonetica, morfologia, sintassi e lessico le composizioni del Pes non differiscono affatto dall’odierno gallurese comune che ha il suo centro di riferimento proprio in Tempio. Le uniche differenze sono date, a livello lessicale, da un buon numero di spagnolismi ormai parzialmente caduti in disuso.
Il gallurese del ’700 presenta dunque una veste assai simile a quello contemporaneo. Fra i suoi tratti fonetici più significativi si rileva proprio la costante risoluzione rk, rg > lk, lg; rt, rd > lt, ld; rp, rb > lp, lb. Esempi: palchí “perché”, impultanti “importante”; viltuosu “virtuoso”; immoltali “immortale”, taldá “tardare”, palditti “perderti”; impliá “emplear” (sp.), ecc 149.
Nel còrso moderno questi esiti non sono affatto sconosciuti (v. cap. 7). Non mancano casi di s > r come, ad es., altóre “astore” per astore (gall. altóri) oppure di r per l, come in partinaca “pastinaca” per pastinaca. Ma, contrariamente al gallurese, in cui il fenomeno del lambdacismo rappresenta la regola, nel còrso si tratta di esempi sporadici ben lontani, per quantità, dalla situazione dello stesso logudorese sett. e di ampie zone del logudorese comune che si spingono fino alla linea che unisce Bosa a Bonorva, Osidda e Budoni, centri lontani da cinquanta a oltre cento chilometri dall’area di irraggiamento del fenomeno.
Oltre a questo peculiare aspetto, vanno segnalati altri trattamenti che, pur mantenendo il gallurese nell’àmbito del còrso oltremontano, lo differenziano a tal punto da renderlo una varietà nettamente autonoma. È il caso, per es., della caduta della fricativa labiodentale sonora in posizione intervocalica (còrso avé, móve, primavéra, gréve; gall. aé, muí, grái).
Nel còrso odierno anche questo fenomeno non è sconosciuto, come documenta, ad es., la caduta di v- preceduto da sillaba atona; es.: lu ’ól’u “lo voglio”. Ma si tratta pur sempre di scostamenti rispetto alla regola generale che invece ne vuole il mantenimento.
Un altro tratto caratteristico del gallurese è rappresentato dall’assimilazione progressiva del nesso -rn-, tipica del sardo (còrso turná, gall. turrá); del trattamento kù- > k- che appare antico (còrso: questu/quistu, quessu, quici, quiɖɖu/quillu, quindeci vs. gall. chístu, chissu, chíci, chíɖɖu, chíndici); del perfetto in -ési, -ísi documentato già nel Cinquecento e oggi unica uscita del gallurese, mentre nel logudorese sett. è caduto in disuso di fronte alle più antiche uscite in –ei impostesi alle forme medievali in -ai.
Il lessico gallurese per circa il 18-20% è rappresentato da prestititi logudoresi acquisiti da un tempo imprecisabile.
Anche il còrso, però, una volta trapiantato nella parte settentrionale della Sardegna, produsse un influsso notevole.
Forme còrse come cascio “formaggio” sono attestate in logudorese, sia pure con diversa veste grafica (caxu), fin dal Settecento 150.
Già nel Settecento il gallurese era infarcito di spagnolismi e i prestiti catalani non erano inferiori per numero a quelli castigliani. Per gran parte di queste voci d’accatto va osservato, anzi, che il gallurese si mostra più conservativo del logudorese. Ora, si sa che l’influsso catalano nella Sardegna settentrionale cominciò ad arretrare fin dalla seconda metà del ’500 e che l’uso di questa lingua si protrasse fin verso la metà del Seicento ma quasi soltanto come codice linguistico delle più alte gerarchie ecclesiastiche 151. Quindi già nel primo Seicento il catalano doveva conoscere una fase di irreversibile regresso. Donde proviene, allora, la presenza di tantissime parole catalane al gallurese?
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Scritto da carlo moretti
Scritto da angelino tedde
Si è laureato nella tarda mattinata del 05/07/2012 Andrea Marras di Chiaramonti sostenendo la discussione sulla tesi “L’esercizio dei diritti fondamentali da parte del fedele”, avendo come relatore Prof. Francesco Falchi, ordinario di Diritto Canonico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Sassari che lo ha seguito consupporto costante, con le correzioni sempre precise e l’attenta supervisione del lavoro di ricerca e approfondimento.
Il tema ha riguardato il Titolo I del Libro II del Codex Iuris Canonici, riguardante i diritti dei fedeli, di tutti i fedeli, a prescindere dallo status (clericale o laicale) che ciascuno di essi ha nell’ordinamento canonico. L’odierna presenza di uno statuto giuridico comune a tutti nel Codice rappresenta , nel diritto della Chiesa, un elemento decisamente innovativo: presuppone infatti un’uguaglianza di base tra i fedeli, puntualmente affermata nel canone 208, in forza della quale ciascuno di essi partecipa, anche mediante l’esercizio dei diritti e l’adempimento dei doveri, alla missione propria della Chiesa. Il fine della Chiesa (e quindi anche del suo diritto) è la salus animarum, la salvezza eterna di tutte le anime. La Chiesa, che con il Concilio Vaticano II prende coscienza di sé stessa come struttura di comunione, persegue il fine della salus animarum attraverso il compossesso e la compartecipazione dei beni salvifici tra tutti i suoi componenti. Alla base del riconoscimento di diritti << soggettivi >> ai fedeli dunque c’è l’ecclesiologia conciliare, e in particolar modo la raffigurazione della Chiesa come Popolo di Dio: questa base è anche l’unica chiave di lettura corretta per intendere i diritti medesimi e soprattutto gli spazi e le forme per il loro esercizio. Ogni altra interpretazione risulterebbe fuorviante, e in particolar modo sarebbe scorretto vedere i diritti dei fedeli in chiave di rivendicazione degli individui contro lo Stato: è infatti sempre improprio applicare schemi giuridici tipici degli ordinamenti statuali all’ordinamento canonico senza prima considerare la peculiarità e l’unicità di quest’ultimo.
La discussione è stata brillante e il laureando si è trovato a suo agio, anche grazie al modo con cui il relatore Prof. Falchi ha fatto le domande. Lo studente, intervistato ha dichiarato:
” Sono molto fiero di quanto ho scritto e di quanto ho esposto a voce, nonché del fatto che ciò sia stato evidentemente apprezzato. Il mio voto di laurea è 106/110, non il massimo quindi, ma considerato che per la discussione della tesi mi sono stati attribuiti 8 punti reputo il voto di laurea un ottimo risultato.”
Al giovane chiaramontese e alla sua famiglia formuliamo dal nostro sito i più fervidi auguri.
Chiaramonti può andare orgoglioso della sua gioventù e della famiglia Marras che vede il prof. Giovanni Carmelo Marras, già ordinario di Pedagogia, in un ruolo pubblico di buon livello, il primo figlio archeologo medievista, dottore di ricerca e componenete dellìéquipe di prof. Marco Milanese,, e il secondo figlio conseguire la laurea in Giurisprudenza con un voto lusinghiero, con un professore noto per l’impegno che profonde negli studi e nella preparazione dei suoi laureandi. All’ultima nata, essendo ancora scolara, formuliamo l’invito a guardare il buon esempio dei genitori e dei fratelli maggiori.
Scritto da ztaramonte
Scritto da carlo moretti
Vi porto a conoscenza che il Gruppo XXL unitamente al Dirigente, docenti e personale tutto dell’Istituto Comprensivo di Chiaramonti, continuano il cammino di sensibilizzazione e rispetto verso la nostra tanto amata terra e la salvaguardia delle sue immense risorse naturali.
Per tale motivo per il progetto “L’Ambiente che vorrei” abbiamo il piacere di presentare:
“ Le piante medicinali in Sardegna e i fitofarmaci”.
Sabato 26 maggio 2012 ore 10,30
Sala Consiliare di Chiaramonti
Interverranno: Dott. Giancarlo Cossu (Sindaco del Comune di Chiaramonti), Ing. Paolo Denegri (Assessore all’Ambiente della Provincia di Sassari), Dott. Giovanni Carmelo Marras (Dirigente Istituto Comprensivo “Pais-Serra” Nulvi), Roberto Galleu (Presidente Ass.cult. “Gruppo XXL Chiaramonti”).
A seguire saranno presentati i lavori e le ricerche degli studenti della Scuola secondaria di I° grado e della classe V della Scuola Primaria di Chiaramonti coordinati da Matthew Donadu.
Inoltre al primo piano vi sarà l’esposizione e mostra (concorso grafico-letterario) degli elaborati di tutti gli studenti chiaramontesi dell’Istituto Comprensivo “Pais.Serra”
Scritto da carlo moretti
Capitolo 6
Le palatalizzazioni nei dialetti della Sardegna settentrionale
Da un punto di vista sincronico, sulle palatalizzazioni che caratterizzano i dialetti della Sardegna settentrionale si può affermare che gli studi condotti fino ad oggi hanno detto praticamente tutto quello che era ed è possibile osservare. Alle indagini di Wagner e Bottiglioni si sono aggiunte, alcuni anni fa, le osservazioni di Paulis che hanno completato in modo esaustivo il quadro delle conoscenze sull’argomento. Non solo, le analisi strumentali di Contini consentono perfino di individuare le linee evolutive del fenomeno, la cui vitalità, almeno per quanto attiene alle aree periferiche rispetto all’epicentro dell’innovazione, non sembra essere giunta al termine. Ciò si comprende bene se si inserisce questo discorso all’interno di un orizzonte in cui agiscono altri fattori che concorrono alla dilatazione o, al contrario, alla regressione delle innovazioni di tipo linguistico. Fattori che altri studiosi hanno da tempo individuato nel prestigio che una determinata varietà può acquisire a seguito dell’espansione della sfera d’influenza politica, economica, amministrativa e culturale da parte dell’area demografica di cui è espressione.
Successivamente da tale area l’innovazione può propagarsi a quelle finitime oppure può essere “paracadutata” in una exclave, in genere rappresentata da un centro più evoluto rispetto ad altri, e da quest’ultimo seguire autonome vie di espansione.
Tutto ciò da un punto di vista sincronico. Dal lato diacronico le cose sono meno pacifiche e non può essere altrimenti se si considera che la conoscenza storica di un fenomeno linguistico si basa su documenti che, tuttavia, a volte possono mancare o essere insufficienti per una loro descrizione puntuale. Wagner nella sua magistrale opera sulla fonetica sarda (HLS), poi ampliata da Paulis (FSS), riuscì a portare a sintesi queste conoscenze, sintesi di cui, considerato il periodo durante il quale svolse le sue indagini, le conclusioni sono largamente da condividere. La successiva edizione, da parte del Sanna, del Codice di S. Pietro di Sorres consentì di disporre di un testo fondamentale per un più esauriente inquadramento della questione.
Nell’introduzione alla fonetica wagneriana Paulis si è valso puntualmente dei nuovi dati per tracciare il nuovo orizzonte, ormai quasi definitivo, al quale le nostre informazioni sono pervenute.
In generale le conclusioni di Wagner sono state convalidate, con qualche distinguo, dagli autori successivi, i quali in pratica hanno operato una retrodatazione dell’insorgenza delle palatalizzazioni rispetto al sec. XVI. È questo infatti il periodo che il linguista tedesco, sulla scorta degli esperimenti poetici dell’Araolla, assumeva come riferimento cronologico. Non che egli non avesse intravisto, in fonti anteriori, sporadiche interferenze che segnalavano una più antica insorgenza del trattamento. Wagner, anzi, individuava in un nucleo di documenti del sec. XV, pubblicato dal Tola nel suo monumentale Codex, altri dati utili per una più soddisfacente datazione della fase in cui l’innovazione in questione prese piede per poi consolidarsi. A tale nucleo appartiene, per l’esattezza, anche una parte del citato Codice di Sorres, già pubblicata dal canonico Giovanni Spano poco dopo la metà dell’Ottocento. 144
Sta qui, appunto, il nòcciolo del discorso che, giunto a risultati ormai acquisiti sul versante sincronico, stenta a trovare una precisa definizione storica. Wagner, con la prudenza che lo distingueva, tendeva a descrivere i singoli fenomeni in presenza di una documentazione ricca che lo mettesse al riparo da sviste sempre possibili in una disciplina che difficilmente ammette approssimazioni. Ma forse in questa tendenza è da scorgere una minore propendenza del grande tedesco all’analisi dei fatti storici sia pure in chiave linguistica. Un chiaro indizio in tal senso è rappresentato dalla sua adesione, sorprendentemente acritica, alla teoria delle “mortalissime pestilenze” addotta da Vittorio Angius per giustificare la nascita del dialetto sassarese.
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Scritto da carlo moretti
REGOLAMENTO
Finalità – Dopo il successo riscontrato nella precedente edizione, abbiamo deciso, unitamente alla Dirigenza dell’Istituto Comprensivo “Pais-Serra” di Nulvi, di continuare il percorso di sensibilizzazione degli studenti sulla tutela, conoscenza e valorizzazione del territorio e delle su risorse ambientali.
Organizzazione e tema del concorso.
Il Gruppo XXL e l’Istituto Comprensivo “Pais Serra” Nulvi, in collaborazione con: Comune di Chiaramonti e Provincia di Sassari indicono il “2° Concorso Grafico-Letterario” con tema: “ L’Ambiente che vorrei”.
Concorrenti – Il concorso è rivolto alle classi della scuola primaria e secondaria di 1° grado di CHIARAMONTI.
Elaborati – Il tema del concorso dovrà essere sviluppato su fogli A4 ( Verticale), l’elaborato potrà essere un racconto, una fiaba, fumetto o poesie corredate da disegni, fotografie, immagini. Si può partecipare con un solo elaborato. I lavori dovranno essere inediti, pena l’esclusione dal Concorso.
Consegna – I lavori verranno ritirati dai responsabili presso le classi della scuola in concorso. Ogni elaborato dovrà riportare sul retro dell’opera la Classe e il nominativo degli alunni e un recapito telefonico.
Mostra – Gli elaborati saranno esposti il giorno 21 luglio 2012 nello stand allestito in occasione dell’evento culturale-musicale “NOT(t)E d’Autore”.
Modalità di giudizio e accettazione regolamento – Il giudizio della Commissione è inappellabile e insindacabile. L’organizzazione si riserva il diritto di stampare o di far pubblicare in qualsiasi momento, senza compenso per i diritti d’autore, le opere presentate. Gli elaborati non saranno in ogni caso restituiti. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del Regolamento.
TERMINE DI PRESENTAZIONE DEGLI ELABORATI: 16 MAGGIO 2012 -
PREMIAZIONE delle OPERE: La cerimonia di proclamazione dei vincitori avverrà il 21 luglio 2012 durante il concerto che si svolgerà in piazza Della Costituzione a Chiaramonti dalle ore 20:30.
Premi e Riconoscimenti – La Commissione giudicatrice assegnerà all’opera più meritevole della categoria “scuola primaria” la somma di 80 € e all’opera più meritevole della categoria “scuola secondaria” la somma di 120 €. Le somme assegnate saranno destinate alle gite d’istruzione delle classi vincitrici. Altre opere potranno essere oggetto di segnalazione. Ad ogni concorrente sarà consegnato un attestato di partecipazione.
La partecipazione è gratuita.
Informazioni:
Il presente regolamento, i risultati e tutto ciò che attiene al concorso saranno affissi all’albo scolastico e disponibili su Internet ai seguenti indirizzi: