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lug
2011
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2011
21
giu
2011
Martedì 28 giugno 2011, dalle ore 19:00 alle ore 22:00, si terrà il primo incontro dibattito per la raccolta di proposte e intenti, volti alla formazione della Consulta Giovanile a Chiaramonti.
Gli organizzatori si auspicano che i giovani dai 16 ai 30 anni partecipino numerosi.
La Consulta Giovanile è uno strumento di partecipazione dei giovani alla vita civica del paese di appartenenza, è un canale di dialogo con l’Amministrazione comunale, è un mezzo privilegiato per far sentire la propria voce, un’occasione per i giovani di entrare da protagonisti nei processi decisionali che li coinvolgono a livello locale.
Più “formalmente” la Consulta Giovani è un organo consultivo dell’Amministrazione Comunale, con la quale collabora nella programmazione di interventi e iniziative riguardanti le politiche giovanili, presentando proposte e fornendo pareri non vincolanti.
La Consulta è apolitica, laica, ed è contraria ad ogni forma di discriminazione e violenza. Tutti i membri della Consulta operano al suo interno ispirandosi ai principi del bene collettivo e non seguendo finalità specifiche personali o di gruppi di appartenenza.
13
mag
2011
Programma
“Insieme per l ’Ambiente” - Chiaramonti 21 maggio 2011
1) Ore 10:00 – Piazzale Scuole – Inaugurazione giornata.
Saluti: Sindaco, Assessore Ambiente Provincia di Sassari e Dirigente Scolastico I.C. Pais Serra di Nulvi.
La biblioteca comunale propone lo spettacolo teatrale “ Il Mago di Oz” della Compagnia “ Teatro S’Arza” di Sassari.
2) Giardini Pubblici . “Guardiamoci intorno” . Mostra grafico pittorica degli studenti dell’Istituto Comprensivo “F. Pais – Serra” di Nulvi.
3) – Mostra Concorso fotografico con tema “ Click …Natura e paesaggi dell’Anglona”
4) – Esposizione di “Flora Mediterranea” ad opera dell’ Ente Foreste della Sardegna.
6) – A cura della Biblioteca Comunale “ Biblioteca in piazza”.
7) – Mostra d’arte.
8) Videoproiezioni sulle risorse ambientali e archeologiche del nostro territorio.
(A cura del prof. Mario Unali – durante concerto)
10) Ore 17:00 . Sala Consiliare . Convegno e dibattito.”Tutela del territorio e prospettive energetiche”.
- Partecipano:
- Galleu Roberto (Presidente dell’Associazione cult.mus. Gruppo XXL);
- Marina Manghina (Assessore cultura del Comune di Chiaramonti;
- Dr. Claudio Maullu (Ufficiale Corpo Forestale) “Tutela del territorio”;
- Prof. Pietro Luciano (preside Facoltà di Agraria Università degli Studi di Sassari)
“La gestione ottimale delle sugherete”.
- Prof. Lorenzo Antonio Chessa ( docente Facoltà di Agraria Università degli Studi di Sassari)
“invasioni biologiche nelle acque interne: Il caso del gambero della Louisiana”.
– Dr. Gian Luigi Marras (Archeologo) “Insediamenti medievali nell’Anglona”
- Ing. Luca Dessena (Ingegnere Ambientale) “ Gestione ecosostenibile dei rifiuti”;
- Dr. Gavino Calaresu e Dr. Gian Luigi Pinna (Responsabili Ente Foreste Sardegna) “Ambiente, Foreste ed Energia”,
- Dr. Yuri Unali (Futuro e biotecnologie)
Dibattito.
- Moderatore Dott.Mauro Savioli (Responsabile Nazionale Medici per l’Ambiente)
11) Francesco Piu e Gavino Loche in Concerto. Giardini Pubblici . ore 20:30.
Conduce la serata: Azzurra Solinas. Ingresso gratuito.
Siamo a disposizione per inviarvi ogni ulteriore informazione sull’iniziativa.
Considerata l’importanza della manifestazione in ambito locale e non solo e certi della Vostra fondamentale diffusione, Vi porgiamo Distinti Saluti.
IL PRESIDENTE
Roberto Galleu
11
apr
2011
La parte più rimarchevole delle emergenze del sito è costituita dagli imponenti ruderi dell’antica parrocchiale di San Matteo, che occupano l’angolo nord-occidentale del pianoro di Monte Cheja.
Nonostante la solennità delle strutture mancano completamente studi architettonici e stilistici. Purtroppo la veloce degradazione di cui sono state oggetto, con il crollo e lo spoglio di molte murature, rende sempre più difficile la lettura del monumento. E se i recenti restauri hanno avuto il merito di bloccare (o rallentare?) il degrado e di consolidare la fabbrica, conseguenze non altrettanto positive ha avuto per l’analisi stratigrafica degli elevati. L’uso indiscriminato infatti di malte negli spigoli e nei punti di contatto fra i vari elementi architettonici, i rimaneggiamenti effettuati senza alcun rispetto delle tecniche originarie, donano si ai ruderi un candore piacevole a vedersi ma altresì appiattiscono e omogeneizzano le differenze originali.
In ragione di tale inibizione, oltre che della difficoltà dell’esame autoptico ravvicinato di varie porzioni del monumento, quella qui proposta non può che essere un’indagine incompleta e problematica in molti punti.
Si espongono di seguito dapprima una breve descrizione stilistico-architettonica della chiesa e, di seguito, i risultati dell’analisi stratigrafica dell’elevato[1].
Lo studio stratigrafico è stato svolto secondo una campionatura che ha interessato circa il 60% delle strutture. La selezione è stata fatta sulla base di tutta una serie di ricognizioni non sistematiche, che hanno individuato una serie di problematiche e punti da controllare[2].
La chiesa di San Matteo ha posto sin dall’inizio una serie di quesiti di seguito riassunti:
1) Si potevano individuare preesistenze architettoniche?
2) In caso affermativo, erano pertinenti a strutture civili o religiose?
3) Individuazione di eventuali fasi costruttive distinte della chiesa
4) Riconoscimento delle tecniche costruttive
5) Analisi delle dinamiche di cantiere.
6) Cronologie assolute
A indagine, almeno parzialmente, conclusa si può affermare che i punti 1 e 3 hanno avuto una risposta soddisfacente, i punti 4 e 5 una spiegazione limitata mentre per il punto 2 si sono solo potute formulare delle ipotesi non verificabili se non con le tecniche dello scavo stratigrafico. Il punto 6 infine non ha avuto alcuna risposta, a causa della mancanza di qualsiasi indicatore cronologico assoluto.
Ad una prima osservazione il complesso architettonico (CA) è stato suddiviso in undici corpi di fabbrica (d’ora in poi CF):
§ CF 1, costituito dalla torre campanaria;
§ CF 2, cappella laterale orientale addossata al CF 1;
§ CF 3, cappella laterale orientale a sud di CF 2;
§ CF 4, cappella laterale orientale a sud di CF 3;
§ CF 5, cappella laterale orientale a sud di CF 4;
§ CF 6, la prima cappella laterale occidentale rispetto all’ingresso;
§ CF 7, cappella laterale occidentale, a nord di CF 6;
§ CF 8, cappella laterale occidentale obliterata, a nord di CF 7;
§ CF 9, abside quadrangolare;
§ CF 10, navata centrale della chiesa;
§ CF 11, cappella laterale occidentale rasata, a sud di CF 6.
14
mar
2011
Ciao Carlo
Volevo chiederti se potevi “spendere” qualche parola sul web, magari documentandola con qualche fotografia, sulla squadra dei piccolissimi calciatori di Chiaramonti che sabato hanno iniziato il loro piccolo campionato.
Ciao Nathalie,
sono contento che qualcuno stimoli la produttività del sito che in questo periodo è piuttosto bassa. Per questo motivo voglio accontentarti, consapevole che le foto sono poche altruiste, ma che comunque mette in luce tutta la voglia di mantenere vivo un paesino che ultimamente pare in fase calante; un pò troppo direi!
Largo ai giovanissimi e di come stupiscono per come sanno affrontare le prime difficoltà, coscienti nella loro innocenza che nella vita esiste anche la sconfitta, ma si può affrontare con il sorriso di un bambino e la volontà di fare meglio! – Carlo Moretti
10
mar
2011
Il Gruppo XXL in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Pais Serra” di Nulvi, con il Comune di Chiaramonti, la Pro Loco Chiaramonti e la Provincia di Sassari, organizza due concorsi, il primo fotografico, intitolato “click … Natura e paesaggi dell’Anglona” suddiviso in due fasce di età: 1ª fascia fino ai 14 anni e 2ª fascia dai 15 anni in poi e partecipazione gratuita.
Il secondo concorso grafico/pittorico per bambini, intitolato “Insieme per l’Ambiente – Guardiamoci intorno”, è riservato a tutti i bambini e alunni della scuola primaria e secondaria di 1° grado di Nulvi, Chiaramonti e Martis.
Il termine della consegna degli elaborati sarà il 30 aprile 2011.
Di seguito è possibile visualizzare i regolamenti dei concorsi:
Le premiazioni avverranno il 21 Maggio durante il concerto che si terrà in piazza Della Costituzione.
Altre informazioni potranno essere reperibili nel sito del Gruppo XXL: www.gruppoxxl.it
7
mar
2011
La storia delle maschere ha origini molto lontane. Sin dal paleolitico superiore l’uomo utilizzava maschere rituali durante riti tribali, magici e religiosi, per permettere a stregoni e sciamani di contrastare gli spiriti maligni.
Ancora oggi in Africa e in Oceania esistono tribù che utilizzano maschere propiziatorie.
Alcune tribù della Papua Nuova Guinea costruiscono enormi maschere destinate a non essere mai indossate, che vengono semplicemente tenute appese nelle capanne per tenere lontani gli spiriti maligni.
I Dogon del Mali ritengono che ogni volta che un uomo muore, il suo spirito vada a vivere in una maschera della sua famiglia o del suo villaggio.
Oltre alle maschere rituali alcune tribù utilizzano anche maschere da guerra.
Esse hanno il compito di incutere timore all’avversario e perciò devono avere un aspetto terribile!
Oltre ad indossare una maschera il guerriero si dipinge anche il corpo, per assomigliare il più possibile ad uno spirito cattivo o a un mostro.
I “mud man” o “uomini fango” della Papua Nuova Guinea sono un esempio perfetto di questa usanza. Durante gli attacchi contro tribù nemiche indossavano una pesante maschera fatta di fango e si ricoprivano tutto il corpo dello stesso materiale, che asciugandosi dava loro uno spettrale colore grigio chiaro.
La consuetudine di utilizzare cammuffamenti durante le cerimonie religiose esisteva anticamente anche presso i Greci.
Grazie al contributo di alcuni grandissimi scrittori, queste rappresentazioni religiose si trasformarono gradualmente in rappresentazioni teatrali.
A questi antichi attori le maschere greche offrivano diversi vantaggi. Grazie alle maschere un attore poteva sostenere diverse parti; inoltre gli attori maschi potevano sostenere parti femminili, dato che alle donne non era permesso di recitare nei teatri.
I lineamenti della maschera erano adatti al personaggio che l’attore doveva rappresentare: in questo modo si aiutava lo spettatore a distinguere i personaggi e a capire meglio la trama.
Infine la maschera era più grande della faccia dell’attore e in questo modo riusciva ad amplificare la sua voce.
Nel Medioevo si diffuse in tutta Europa l’uso di fare grandi e festosi cortei mascherati, che percorrevano le vie delle città. Durante il Carnevale medievale l’uso del travestimento permetteva di abbattere le barriere sociali della ricchezza e del rango: in questo periodo dell’anno il ricco, mascherato da povero, poteva permettersi certi comportamenti non concessigli nella vita quotidiana ed il povero, travestito naturalmente da ricco, poteva accedere a luoghi di solito proibiti ed avvicinare persone inaccessibili.
La città in cui più si diffuse questo modo di festeggiare il Carnevale fu Venezia. Maschere e travestimenti venivano utilizzati per festeggiare ogni occasione, come l’elezione del Doge, l’arrivo di un ambasciatore o una vittoria in battaglia.
Le maschere, oltre a rincorrersi per le tortuose calli, potevano esibirsi sui palchi o sfilare in Piazza San Marco, sotto gli sguardi di un pubblico esigente e critico, seduto su poltroncine o panche sistemate per l’occasione.
Assieme a giocolieri, burattinai, mangiatori di fuoco, c’erano maschere di tutti i generi: turchi, arabi, demoni, streghe, animali.
La Bauta, la tipica maschera veneziana, si diffuse nel ‘700. E’ una mantellina o cappuccio di merletto, pizzo o reticolo che copre la testa e le spalle. Sul viso si usa una mascherina di seta, velluto, tela o cartone e in testa un tricorno (cappello a tre punte) nero.
Infine occorre un mantello in seta o panno nero o rosso e a scelta ornato con galloni e nastri.
La Bauta non doveva essere troppo particolare o personalizzata, perchè deveva garantire l’anonimato.
Verso la fine del XVI secolo, in Italia si diffuse la “Commedia dell’arte”, che utilizzava le maschere italiane, cioè personaggi che ricomparivano in ogni commedia con lo stesso nome, lo stesso costume, lo stesso trucco o maschera, lo stesso linguaggio e soprattutto lo stesso carattere.
Questi personaggi, come Arlecchino, Pantalone, Colombina, il Dottor Balanzone, Pulcinella divennero famosi in tutta Europa.
Il declino del teatro delle maschere iniziò nel XVIII secolo, quando autori come Carlo Goldoni abolirono le loro avventure grottesche e ridimensionarono il loro ruolo, riducendole a figure di contorno.
Scomparse col tempo dalle scene dei teatri, le maschere sono sopravvissute soltanto nelle feste e nelle mascherate di Carnevale.
Ogni anno fanno la comparsa molte maschere nuove e fantasiose accanto alle loro antenate e tutte insieme hanno, come tanto tempo fa, lo stesso scopo: garantire allegria.