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Archivio della categoria ‘Utilità comune’

Codice della Strada, tutte le novità.

Scritto da carlo moretti

Si aggiungono diverse novità al Codice della Strada, con il via libera al disegno di legge approvato ieri al Senato della Repubblica.

Non ci saranno variazioni sui limiti di velocità, agevolazioni a proposito sugli autisti delle auto blu che indicava la necessità di non sottrarre punti dalla patente personale degli autisti colti in infrazione alla guida delle vetture istituzionali, sul divieto di fumo in auto e sulla riduzione di un terzo della multa se pagata entro dieci giorni, bocciata quest’ultima dal ministero dell’Economia perchè fonte di minori introiti.

Ecco in sintesi tutte le novità apportate ieri:

  • Stangata minicar: inasprimento delle sanzioni per chi trucca motorini e minicar, da 389 a 1.556 euro per il meccanico e da 148 a 594 per il proprietario. Introduzione dell’obbligo delle cinture e chi ha avuto la patente sospesa non può aggirare il divieto utilizzando una minicar.

  • Test antidroga: Obbligatori per il primo rilascio della patente e per il rinnovo di quella ‘professionale’.

  • Stufefacenti: possibilità di essere sottoposti ad esami con strumenti o di campioni di mucosa o del cavo orale, quando c’è ragionevole dubbio che il conducente sia sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

  • Licenziamento autista: Chi ha subito la sospensione della patente professionale perchè ubriaco o sotto gli effetti della droga può essere licenziato per giusta causa dal datore di lavoro.

  • Deroga per la patente sospesa: Si può chiedere al prefetto una deroga di tre ore al giorno per recarsi al lavoro o per consentire il trasporto di familiari in difficoltà, ma in questo caso vengono raddoppiati i tempi della sospensione.

  • Alcol: obbligatorio per locali ed esercizi pubblici possedere gli etilometri. Inoltre, scatta dalle 3 di notte il divieto di vendere le bevande alcoliche nei locali notturni. Negli Autogrill sulle autostrade divieto dalle 22 alle 6 (multe da 2.500 a 7.000 euro) e dalle 2 alle 7 per la somministrazione di bevande alcoliche (multe da 3.500 a 10.500 euro). Se in due anni i gestori non rispettano più volte il divieto, avranno la licenza di vendita sospesa per 30 giorni. Ancora, gli autotrasportatori e chi ha preso la patente entro tre anni non potrà bere alcolici prima di mettersi alla guida (multe da 155 a 624 euro).

  • Introiti delle multe divise tra enti e comuni: i proventi delle sanzioni per eccesso di velocità sono al 50% dei proprietari delle strade e al 50% dagli enti locali. Inoltre, i proventi delle sanzioni amministrative e pecuniarie vanno destinati alla manutenzione stradale, alla polizia e all’istruzione sulla sicurezza stradale.

  • Multe in comode rate: chi ha un reddito fino a 15mila euro può rateizzare il pagamento delle multe superiori a 200 euro.
    Inoltre, è ridotto fino a 60 giorni il termine per la notifica delle multe.

  • Bambini e ragazzi sulle due ruote: chi trasporta su un motociclo un bambino (fino a un metro e mezzo di altezza) non deve superare i 60 km/h. Per i minori dai 5 ai 12 anni è obbligatorio un apposito seggiolino di cui sarà il ministero dei Trasporti a definirne le caratteristiche. Sulla bici il casco per i ragazzi fino a 14 anni è obbligatorio.

  • Ciclisti: chi commette una infrazione con la bicicletta pagherà una multa ma non vedrà tolti i punti dalla sua patente.
    Inoltre, nessuna sanzione se si parcheggia la bici sul marciapiede o nelle aree pedonali.

  • Tir e Bus: Innalzata dai 65 ai 70 anni l’età dei conducenti di mezzi pubblici, autocarri e tir, con rinnovo annuale della patente.

  • Rifiuti: Abbandonare o depositare rifiuti sulla strada comporta una sanzione da 250 a mille euro. Nel vecchio codice il minimo era di 550 euro.

  • Foglio rosa: Chi ha la patente A per le moto, può prendere il foglio rosa a 17 anni.

  • Rally: Le auto che partecipano alle competizioni sportive potranno circolare liberamente per spostarsi da una parte all’altra del circuito

  • Moto: Non sarà obbligatorio il casco integrale né il paraschiena. Dal 1° gennaio 2011 introdotta una prova pratica di guida per chi ha un motorino 50 cc di cilindrata come previsto dalle direttive comunitarie.

Naturalmente si parla ancora di un  disegno di legge approvato al Senato, ma per l’approvazione definitiva dovrà ancora avere il via libera dalla Camera.

L’eredità problematica del vice vicario Baingio Cabresu Falchi del 30 dicembre 1833 in Chiaramonti.

Scritto da angelino tedde

Il vicario Giovanni Satta detta il testamento nel settembre del 1832, trovandosi infermo, dopo circa 38 anni di cura d’anime in Chiaramonti, del vice vicario non conosciamo l’inizio del ministero, ma conosciamo la data del testamento e quella di morte, dal momento che l’inventario dei suoi beni viene effettuato nel giugno del 1834, quindi dopo la sua morte.

Egli detta il testamento al notaio, ugualmente di notte, alla luce di tre candele, come il vicario, ma con testimoni diversi da quelli del del vicario. In ordine alfabetico si tratta di Casula Francesco, sacerdote, Cossiga Baingio, chirurgo, Migaleddu Baldassarre, Talu Antonio, Tedde Vincenzo, medico. Come si vede i medici abbondano, ma è presente anche il chirurgo, probabilmente per fargli calare la pressione alta applicandogli le sanguisughe. Il medico, nell’allora curriculum universitario, doveva seguire un corso di 6 anni e doveva curare i malati ricorrendo alla farmacopea, mentre il chirurgo seguiva un corso di cinque anni e doveva sempre intervenire con varie operazioni sul corpo del malato. L’uno non poteva invadere il campo dell’altro. Soltanto nel 1857 furono unificati del tutto i due corsi ed ecco perché, quasi un relitto storico, ogni medico anche oggi viene detto medico chirurgo benché non sia deputato a fare operazioni a meno che non sia specializzato in chirurgia.

La formula seguita dal notaio, salvo qualche svarione, segue quella  del vicario e sarebbe superfluo soffermarci ancora su di essa. Il vice vicario vuole essere seppellito anch’egli nella parrocchiale di San Matteo al Monte. I curatori dei funerali oltre che la sorella Francesca sarà anche il nipote Giorgio Falchi. D’altra parte la donna, presumibilmente illetterata, ma non analfabeta come vedremo nella stesura dell’inventario, aveva pur bisogno dell’aiuto del cugino, visto che don Baingio ha una situazione immobiliare problematica, proprio per non dire “incasinata” come volgarmente si dice oggi.

Il nostro dà inizio al testamento disponendo che la nobildonna Anniga Solinas della quale è stato procuratore per tanti anni, saldi i cento scudi dovutigli ai suoi eredi, si suppone intentandogli causa, visto che la donna non glieli ha ancora resi; altra grana è la casa abitata da una sua nipote per la quale questa deve pagare l’affitto.  E siccome, si dice non c’è due senza tre, la terza grana deriva da una casa lasciatagli dalla defunta Giovanna Satta, in stato precario e da lui restaurata con 33 scudi, e per il valore della quale doveva celebrare delle messe, egli dispone che una volta tolti dall’affitto quanto vi ha investito, esso debba essere versato alla Causa Pia, mentre lui si è rifatto trattenendo un terreno che trovasi in località Orria Pizzinna, del valore di 9  scudi come da estimo eseguito dai periti Vincenzo Unali e Vincenzo Fiori.

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Il testamento del vicario di Chiaramonti (1795-1833) Giovanni Satta. A cura di Angelino Tedde.

Scritto da angelino tedde

Per rendere edotti i miei 5 lettori, compreso quello che mi abbassa la valutazione, cliccando sulla stellina meno generosa, a quanto già detto sugli atti dei primi anni Trenta dell’Ottocento, offro la lettura di due testamenti di notevole interesse perché sono del Vicario Satta (1795-1833) e del vice vicario Cabresu (Falchi).

Per questa puntata presentiamo il testamento del vicario.

Il vicario Giovanni Satta fa testamento nel 1832, l’uomo  è talmente malridotto che non riesce a firmarlo. Egli lo detta di notte alla luce di tre candele.

L’altro elemento importante che risalta è la constatazione di testimoni quasi tutti con grado universitario. Li elenchiamo in ordine alfabetico: Cabresu Baingio, sacerdote, Cossiga Gavino, chirurgo, Falchi Sanna Pietro (Cristoforo), (notaio), Ferralis Domenico, baccelliere in medicina, Multineddu Giovanni, presumibilmente maestro d’arte.

La premessa del testamenti è rituale e fa riferimento alla morte, sempre certa, ma incerto il momento in cui questa avviene. Da ciò la determinazione di fare testamento.

Il secondo pensiero del vicario è rivolto a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Sua Santissima Madre, la Vergine Maria, Avvocata dei peccatori davanti al giudizio di Dio.

Si passa quindi all’enunciazione di una grande verità di fede, molto consolatoria al momento della morte: il vicario chiede l’accoglienza dell’anima nella Patria Celeste, non per i pochi  suoi meriti, ma per il Preziosissimo Sangue, sparso durante la Passione e morte da Gesù Cristo, in espiazione dei peccati degli uomini, per sollecitare la Misericordia di Dio-Padre verso l’umanità peccatrice.

Provveduto, quindi, al bene dell’anima, il vicario passa alla scelta della sepoltura ecclesiastica nella chiesa parrocchiale di San Matteo al Monte e alle relative  pompe funebri.

Fatta questa debita e rituale premessa, si passa ai beni della terra e alla loro destinazione, perché questi non si possono portare all’altro mondo.

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Creditori e debitori ovvero acquirenti e venditori a Chiaramonti dal 1832 al 1834. L’attivissima Contessa di Sant’Elia e il continuo arricchimento di Pietro Canu. A cura di Angelino Tedde.

Scritto da angelino tedde

Questo protocollo consta di 103 fogli contenenti 48 stromenti.

(Esso va dal 1832 al 1837, in questo articolo ne prendiamo in esame 23, che vanno dal 1832 al 1834. Ndr ).

Questa volta, per una maggior visibilità di lettura, elenchiamo da prima gli attori degli atti, testamenti e attori d’inventario compresi, e successivamente le controparti.

Possiamo rilevare subito che tra i venticinque attori, (comprese fratelli e sorelle Satta e Mureddu Perinu), i nobili sono i cavalieri Caccioni di Chiaramonti e Scanu di Martis; tra i sacerdoti, emergono i testatori Satta, vicario, e il suo vice  Cabresu,  il sacerdoti Vincenzo Pietro Tedde; è defunto il sacerdote Bachisio Usai del quale si apre il testamento.; passando ai borghesi c’imbattiamo di nuovo con l’agricoltore Antonio Carlo Franchini, col falegname di sicura origine romagnola o lombarda, Battista Termali, (il Bogino aveva spedito in Sardegna falegnami, fabbri, e altri artigiani e professionisti di cui l’Isola era carente, si veda a riguardo su “accademia sarda” l’articolo di Prof. Paolo Amat di San Filippo), per la prima volta incontriamo il  pastore Leonardo Solinas. Fra i notai segnaliamo Pietro Falchi Sanna. Segnaliamo anche numerose donne, spesso sorelle dei defunti o venditrici, in particolare richiamiamo l’attenzione su Paola Fiore Demuru di Tempio, ma sposata e residente a Chiaramonti che lascia i beni ai figli. I nomi e i cognomi sono presenti ancora oggi a Chiaramonti. Forse non ci sono più i Cabresu, discendenti del vice vicario, a mezzo sorella. Per maggior utilità li indichiamo per cognome in ordine alfabetico Busellu Andreuzza di Martis, Cabresu Baingio, sacerdote, viceparroco, Caccioni Giovanni, cavaliere, Falchi Sanna Pietro, notaio, Fiore Demuru Paola, (2) di Tempio res. Ch.monti Franchini Antonio Carlo, agricoltore, Migaleddu Sanna Maria,  Mureddu Perinu Filippo, Mureddu Perinu Salvatore, Pinna Francesco, Satta Agnetta, Satta Bachisio, Satta Cuadu Battista, Satta Francesco Antonio, Satta Giovanni, (2) vicario parrocchiale, Satta Pietro, Satta Tedde Antonina, Satta Tedde Caterina, Satta Vincenzo, Scanu Gianmaria, Scanu Salvatore, cavaliere di Martis, Solinas Leonardo, pastore, Tedde Pietro Vincenzo, sacerdote, Termali Battista, falegname, Unali Meloni Giacomo, Usai Bachisio, sacerdote, (testamento),  Usai Stefano, di Sassari.

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Società e affari di nobili, chierici e borghesi in Anglona negli anni 1829-1831. A cura di Angelino Tedde.

Scritto da angelino tedde

Atti rogati dal notaio  Giovanni Maria Satta in Chiaramonti vol. 11. Busta 1. H 55  giacenti presso l’Archivio di Stato di Sassari (ASS).

Dato l’esiguo numero degli atti, stipulati anno per anno, ho ritenuto opportuno esaminare i regesti di tutti i 26 atti di un triennio, raccolti nel secondo volume degli atti del notaio sopra menzionato.

I protagonisti delle compravendite, testamenti e inventari sono Brundu Seu Francesca (2), Budroni Francesco, Busellu Antonio, sacerdote di Martis (4), Bosinco Carlo, sacerdote di Martis, Cabresu Baingio, vice parroco di Chiaramonti (2),Caccioni Matteo Satta, cavaliere (2), Camerini Angela Nella , nobildonna, Canu Giommaria Matteo, Canu Pietro, Carboni Delogu Salvatore, notaio di Sassari (3) Carta Manca Francesco, carmelitano, priore del convento di Chiaramonti; Casu Giuseppe  di Martis (2), Cossu Giommaria, Cossu Leonardo, sacerdote, (2) Cossu Salvatore Leonardo, Dellabella Anna (2), Deriu Antonio Giuseppe, impresario di Sassari,  Elia Baingio, negoziante, Falchi Cristoforo, baccelliere in leggi (2), Lavagino Giommaria di Castelsardo, Leggieri Pietrina, Madau Demuru Antonio, Manca Pietro, sacerdote beneficiato di Nulvi, Marras Giovanni,  Masala Salvatore, sacerdote ex carmelitano originario di Bosa, ma residente a Chiaramonti (3),  Masino Antonio, sacerdote di Castelsardo, Mudore Giovanni Matteo, falegname (2), Mudore Matteo, Mundula Sale Domenico Antonio di Sassari.

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Visita Pastorale del nostro Arcivescovo S.E. Mons. Paolo Atzei dal 7 al 14 marzo 2010.

Scritto da carlo moretti

In questi giorni riceviamo nelle nostre case, il calendario degli incontri e una lettera di invito del Parroco ai Parrocchiani che prepara la Visita Pastorale di S.E. Mons. Paolo Atzei nella Parrocchia di Chiaramonti. Nella lettera, il nostro Parrocco Don Virgilio Businco invita tutti a vivere questa settimana di grazia offerta dalle celebrazioni Eucaristiche e dalla presenza del nostro Arcivescovo in mezzo  al popolo chiaramontese.

Esorta quanti invitati e facenti parte dell’Amministrazione Comunale, dei gruppi Parrocchiali, gruppi laici e  varie associazioni, a partecipare numerosi alle iniziative che saranno proposte durante gli incontri proposti nel calendario settimanale che di seguito pubblichiamo.

Per dovere storico, riportiamo in coda, la cronaca redatta da Don Pietro Desole a riguardo dell’ultima Visita Pastorale di S.E. Mons. Salvatore Isgrò nel marzo del 2002.

7 marzo Domenica

ore 10,30 Ingresso solenne e inizio della Visita Pastorale

ore 12:00 Incontro con l’Amministrazione Comunale, Comando dei Carabinieri, Compagnia Barracellare.

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Affari, testamenti e inventari a Chiaramonti nel 1828.

Scritto da angelino tedde

Protagonisti: Pietro Canu e il prete Bachisio Usai.

Premessa

Abbiamo illustrato, utilizzando unicamente i regesti e qualche atto, vita quotidiana e morte a Chiaramonti negli anni 1826 e 1827. In sintesi ci siamo serviti di atti di compravendita di terreni, case e animali (e di qualche capanna), acquisizioni di censi, trasferimenti degli stessi, redazione di testamenti di chiaramontesi o dei dintorni, che poi, come vedremo, non sempre moriranno dopo aver testato, ma che continueranno  a vivere ancora per qualche anno.

Abbiamo conosciuto anche i protagonisti vincenti, in questo caso supponiamo gli acquirenti, e quelli perdenti, coloro che sono costretti a vendere, perché forse si erano indebitati con l’acquirente o forse perché avevano bisogno di liquidità per combinare altri affari. Abbiamo osservato anche con quali modalità  si doveva redigere il testamento, cioè con una triplice preoccupazione: la salvezza dell’anima, la sepoltura del corpo, la destinazione dei beni. La disposizione  sul luogo della sepoltura che poteva effettuarsi presso il cimitero della chiesa parrocchiale di San Matteo al Monte oppure sotto il pavimento negli oratori urbani di Santa Croce e della Vergine del Rosario o presso la Chiesa del Carmine attigua al Convento dei frati carmelitani, allora isolata dal centro abitato. Le salme, presumibilmente in una semplice bara di legno, venivano sistemate attraverso una scalinata nella cripta della chiesa, sotto il presbiterio o sotto qualche cappella laterale come nella chiesa del Carmine. Le diagnosi di morte non sono indicate negli atti, ma la tradizione parla di colpi apoplettici  (ictus), di mal sottile (tubercolosi), di malattie gastro-intestinali, di arresti cardiaci e, per chi subiva degl’interventi chirurgici, di setticemia. C’era poi chi moriva d’incidente: incornate di tori, punture di vedova nera, cadute da cavallo, precipitando da alberi o da picchi rocciosi alla ricerca di qualche capra o altro animale da allevamento. Infine, vi erano casi  di morte violenta: omicidi, suicidi, incidenti di caccia.

Cenni sul contesto storico europeo e italiano nel 1828:

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