Chiaramonti, il portale delle vostre idee

Il libero spazio per le vostre opinioni

Il marchio della Protòme Taurina – III. La misteriosa morte di un archeologo miramontano di Ange de Clermont

Scritto da ange de clermont

L’archeologo miramontano, Andria Galanu, era molto affezionato a Giuanne Ispanu, ma essendo presuntuoso, alla morte del canonico, si era messo in testa che il territorio miramontano doveva mangiarselo solo lui. Gli altri erano dei pasticcioni e non voleva più vederli, se avesse potuto li avrebbe fatti fuori ad uno ad uno sparando da dietro i muretti a secco. Il ricordo dei suoi antenati illustri però gl’impedivano di comportarsi come un volgarissimo killer fra i tanti che mangiavano ancora pane e carne a Miramonti. Era riuscito a farsi la casa vicino a Monte de Cheja, addirittura sfidando l’ira di Matteu Brancone con cui era mezzo imparentato e che aveva costruito sulla sua casa unìaltana marsigliese a sa othieresa. Da lassù controllava il territorio intero de su Sassu, altu e giosso, diceva sghignazzando a s’istradone con alcuni amici anarchici. Già, Andria era un anarchico convinto e avrebbe proclamato la repubblica delle famiglie, in un primo tempo, diceva lui, e poi la repubblica degl’individui in modo che lui potesse raggiungere la massima libertà. In realtà Andria faceva su bell’in piatta e su tristu in domo. Davanti alla santa donna vulvuese, che aveva sposata, si ammansiva, diventava obbediente, era tutto complimenti. Bastava un suo sguardo perché i suoi bollenti spiriti si calmassero. D’altra parte non aveva altre scelte se voleva godere di quattro giornate archeologiche al mese. In quei giorni, armato di tutto punto degli arnesi da scavo e di quelle cosette che Giuanne Ispanu gli aveva sempre suggerito, usciva di casa dimesso dimesso davanti alla moglie che gli concedeva la grazia, ma appena si ritrovava solo, diretto a Sassu Altu o a Sassu Giosso, sollevava la testa fiero e si perdeva tra lentischi collocati su balzi, sotto cui palpitavano anime di nuraghi, oppure, entrava tra le rocce rossastre, per una porticina rettangolare, per inoltrarsi nell’intrico delle domus de janas. Li dentro l’uomo si sentiva a suo agio, tanto che molti invidiosi miraramontani avevano messo in giro che parlasse con le anime dei morti prenuragici, sia pure inceneriti, di quelle domus. In realtà l’uomo entrava in quelle domus con una venerazione inaudita, secondo la condotta de su mastru barraghese, e recitava delle formule segrete che non aveva mai rivelato ad anima viva.

Leggi tutto »

Il marchio della Protòme Taurina – II. La maledizione dei Nuragici di Ange de Clermont

Scritto da ange de clermont

II. La maledizione dei Nuragici

Secondo sos archeologos de su Cabu de Susu, in Anglona, e in primo luogo  a Miramonti, il mistero del passato era facilmente riscontrabile scavando dentro e fuori dai Nuraghi, costruzioni ciclopiche a tronco di cono in trachite colorata che andava dal grigio al rossastro e raramente al bianco come i balzi rocciosi rimasti sfregiati dopo tante costruzioni. Certo, secondo le ipotesi più accreditate questi nuraghi dovevano un tempo essere arredati di scale e camminamenti in legno di cui non era rimasta più traccia. Si scoprono presso questi resti ciclopici bronzetti di guerrieri e di oranti,  navicelle con marinaio dell’epoca del bronzo, anfore, lance e spade, spesso causa di morte per gli scopritori. Una mistura di oggetti che lasciano intendere tribù primitive che avevano giocato alla guerra e che come tutti i popoli antichi mischiavano perfettamente segni sacri e profani, oggetti di culto e depositi di armi e dei loro simboli.

Il ritrovamento di questi oggetti di bronzo spesso portavano male: i pastori lo sapevano, ma altri ignari, credendo d’aver trovato un tesoro da contrabbandare, erano finiti male. Si raccontava che alcuni fossero scomparsi in voragini apertesi all’improvviso, mentre attraversavano vaste tanche d’asfodelo con i bronzetti nelle bisacce, altri fossero precipitati in immense forre presso i cui costoni dove camminavano per richiamare qualche pecora, altri fossero morti bruciati, svegli o addormentati, nelle pinnette presso cui avevano nascosto i misteriosi tesori.

Il grande archeologo Giuanne Ispanu, prima di raccoglierli e portarli nel suo grande museo di Càlleri, li sottoponeva ad esorcismi, a benedizioni con l’acqua santa, a veri battesimi di olio e acqua santa, le cui ampolle,  non mancavano mai nella sua bisaccia. I suoi allievi lo sapevano e conoscevano anche le formule di esorcismo e di benedizione, tuttavia spesso ricoprivano la terra dove li rinvenivano, lasciando che questi simulacri di un popolo defunto, continuassero a riposare in pace con i loro proprietari.

C’erano archeologi, venuti da fuori, che non conoscevano i riti e con leggerezza li mettevano in bisaccia per portarli via. Costoro non avevano tempo d’imbarcarsi, perché qualche voragine li  inghiottiva chiudendosi misteriosamente su di  loro.

-Il mistero del passato va lasciato  in pace.- Sussurravano i pastori.

- Questi oggetti dei morti antichi sembrano stregati.- Mormoravano le donne parlandone nei lavatoi dei paesi dell’Anglona ad ogni annuncio di morte.

- Sarebbe come togliere il pasto agli affamati, a portar via quei bronzetti, quelle anfore, quelle navicelle mortuarie- Aggiungeva  sentenzioso il vicario.

- Anima mia libera. Sant’Antonio abate. Santa Giusta e  santa Enedina, pregate per noi- Esclamavano le pie sorelle della Vergine del Rosario a sentire questi racconti e altrettanto ripetevano i confratelli della Santa Croce.

Sos archeologos dell’Anglona, da soli o in compagnia, prima di andare a tastare palmo a palmo il territorio si procuravano una boccetta d’acqua santa e d’olio benedetto , un rosario e almeno tre piccoli crocefissi con le consuete formule tramandate loro da Giuanne Ispanu che li aveva ammoniti spesso dicendo:

Leggi tutto »

L’anima lieta di Chiaramonti di Ange de Clermont

Scritto da ange de clermont

Il 18 giugno scorso abbiamo lasciato l’anima mesta di Chiaramonti a meriggiare nel fresco bosco dei frassini tra i due gelsi e La Madonnina.
Pensavo che fosse scomparsa per sempre, perché non si era fatta più sentire. Ieri sera però, vigilia di San Matteo, mentre ascoltavo ai giardini le liriche di Bainzu Truddaju, eccotela avvicinarsi ad un albero capitozzato vicino al quale io ero seduto. Si è stiracchiata come una bella fanciulla che abbia voglia di starnutire, poi si è trasformata in una nebbia sottile, finché non ha preso atto che io l’avevo notata. Allora ha cominciato a rotearmi intorno e poi a pizzicarmi la punta del naso, a farmi volare il cappello, insomma ha cercato di spazientirmi. Le ho chiesto se fosse allegra e mi ha risposto di sì. Le ho chiesto se fosse passata alla presentazione dei brevi racconti di alcune tradizioni popolari nella sala del Consiglio Comunale e ha storto il naso, dicendomi che si poteva fare di meglio e che qualche mio caro amico aveva già scritto sui ramagliettes meglio degl’intervistati! Manca a farlo a posta l’amico è pure anziano. Ho ribattuto che era ingrata che del resto la giovane azzurrina aveva lavorato sodo e aveva fatto tutto da sola. Lei ha proseguito dicendomi: – Non mi convinci e, poi, come si fa a parlare di settimana santa senza citare sas  mattraccas, ne hai parlato anche tu, ma sas mattraccas le hai fatte sentire. – Le ho risposto Leggi tutto »

Il convegno di Perfugas su Gavino Maria Cossiga – di Ange de Clermont

Scritto da ange de clermont

Si è svolto nel consueto patio adiacente alla Chiesa della Madonna degli Angeli in Perfugas l’annunciato incontro per illlustrare la figura e l’opera del poeta Cavino Maria Cossiga (Chiaramonti 1879- Napoli 1957), autore della traduzione in sardo dei 25 sonetti di Cesare Pascarella, noto poeta romanesco, (raccolti sotto il titolo di Villa Gloria) e autore anche di Boghes de s’anima, dello stesso periodo. All’incontro come relatori ufficiali hanno partecipato Sandro Ruju, Mauro Maxia, Anna Cuomo e tra il pubblico Giovannino Soro e Angelino Tedde. Al convegno erano presenti oltre una sessantina di persone tra le quali una piccola rappresentanza di intellettuali chiaramontesi dove Cossiga nacque da Pietro e da Maria Chiara Dettori in via Pala di Carru.Sandro Ruju, storico sassarese, si è soffermato ad illustrare le temperie del primo decennio del Novecento in Sardegna, in particolare della diffusione del socialismo nelle isole rosse dell’Iglesiente e dei Tempiese cone le quali certamente Cossiga ebbe a fare i conti come persona impegnata nel mondo dell’attività sugheriera della Gallura. Ha completato questo quadro col suo intervento lo scrivente che facendo riferimento alla fondazione del socialismo (Genavo 1892) e all’emanazione della Rerum Novarum di Leone XIII che rimarcava i pericoli sia del liberalismo spinto sia del socialismo indicava una terza via moderata per la soluzione operaia ponendo le basi della dottrina sociale della Chiesa. Tedde ha anche accennato alla forte preenza sia della massonesria sia alla ferrea lotta anriclericale dei socialisti e di quest’ultima nei confronti della Chiesa. Ha terminato con un cenno al clima anticlericale e massonico esistente all’epoca presso il ginnasio liceo sassarese.Mauro Maxia, dopo aver percorso attraverso la documentazione raccolta, il percorso formativo di Cossiga (la IV elementare presso il Seminario Tridentino di Sassari come convittore) e gli anni del ginnasio presso il ginnasio-liceo Azuni, l’impegno di uomo politicamente impegnato come assessore anziano in una giunta comunale di Perfugas e la sua funzione di corrispondente della Nuova Sardegna su cui ebbe a pubblicare anche due sonetti e il suo impegno di giuria nelle gare poetiche Lo stesso relatore è passato poi a presentare sia alcuni sonetti tradotti dal Pascarella sia quelli della Boghes de s’anima. Particolrmente toccante un sonetto dedicato alla morte del figlio. La sig. na Sechi ha saputo rendere la lettura dei sonetti in sardo coinvolgente. Il relatore perfughese ha lasciato intendere che vanno portati avanti ulteriori scavi sulla figura del Cossiga e che la predisposzione di un convegno in un certo senso improvvisato è dovuto al fatto che si è voluta cogliere l’occasione della presenza in Sardegna della pronipote Anna Cuomo (Cossiga era suo bisnonno materno) che prendendo la prola per ultima ha espresso sentimenti di gratitudine per la figura del bisnonno del quale ha ricevuto attraverso il nonno la testimonianza di un uomo coerente anche se questa gli procurò non pochi fastidi sia durante sia dopo il fascismo. La Cuomo sia sull’Almanacco di Gallura di quest’anno sia sul nostro blog, qualche setimana fa, ha redatto un breve profilo del bisnonno.

Giovanni Soro ha messo in rilievo l’0rigine chiaramontese di Cossiga e ha riferito di un’opera del ’21 del Cossiga giacente presso l’Università di Napoli.

Per concludere, si è trattato di un incontro, il primo in Anglona, si spera ne seguano degli altri, che hanno offerto ai convenuti d’incontrare questo poeta sardo-anglonese, sensibile alle tematiche sociali, coerente nelle sue idee, legato per la sua opera all’allora astro fulgente della borghesia liberaldemocratica che governava l’Italia, ma che guardava con simpatia al nascente socialismo, che più tardi lo spinse a non prendere la tessera fascista e a subire sovente ispezioni di regime.

E’ evidente che, date le circostanze, la figura e l’opera del poeta è stata appena sbozzata e che si spera, con ulteriori e più fruttuose ricerche, di meglio scolpire.

L’amministrazione comunale di Perfugas era rappresentata dal vicesindaco Marras, che nel discorso di presentazione come in quello di chiusura, ha lodato l’iniziativa, inserita in un più ampio discorso sulla riscoperta della storia e dei beni culturali di Perfugas e dell’Anglona.

Per concessione di Mauro Maxia riportiamo una delle più toccanti composizioni di Gavino Maria Cossiga in limba e che per i nostri visitatori di lingua italiana ci siamo permessi di tradurre  così come abbiamo potuto!

Leggi tutto »

Gavino Maria Cossiga (1879-1957), letterato e antifascista di Anna Cuomo, pronipote di G. M.

Scritto da angelino tedde

Non mi sono rassegnato alle poche notizie raccolte su Gavino Maria Cossiga (questo il nome alla nascita) ed ho senza avvedermene forse importunato con varie email la pronipote che oltre a segnalarmi l’articolo pubblicato su Almanacco di Gallura 2011-2012 ha risposto a varie domande sul bisnonno e sulla famiglia così da offrire più elementi sul letterato chiaramontese che oggi giustamente i perfughesi per via del matrimonio ivi contratto fanno loro. Da queste annotazioni via email n’è venuto fuori non solo il letterato amico di Pascarella, ma anche un socialista prima e socialdemocratico poi che fu antifascista e che subì le cosiddette perquisizioni del regime. Se poi divenne socialdemocratico cìè da credere che i vecchi compagni socialisti gli abbiano dato varie sofferenze. Un uomo con le spalle dritte che seguì òa sua coscienza e che trasmise gli stessi valori ai propri figli. Non ci resta, in attesa del convegno, che meditare su questo bel profilo di conterraneo anglonese su cui tante notizie ricaveremo più in là negli archivi della scuola, negl’inventari degli studenti liceali e degli studenti universitari che conserviamo nel nostro archivio di Sassari, visto che ora stiamo trascorrendo le ferie in Anglona. (Angelino Tedde)

Leggi tutto »

Perfugas il 28 agosto scopre Gavino Cossiga ( Chiaramonti1879- Napoli 1957 circa), traduttore in sardo di “Villa Gloria” del poeta romanesco Cesare Pascarella

Scritto da angelino tedde

Un poeta perfughese riscoperto: Gavino Cossiga (Chiaramonti,1879- Napoli,1957)

Gavino Cossiga (1879-1957)

Tra le numerose manifestazioni culturali che in estate si svolgono in Anglona, c’è da segnalare quella del 28 agosto a Perfugas nel cortile della Chiesa della Madonna degli Angeli, (luogo d’ incontri culturali e dibattiti del centro anglonese), su Gavino Cossiga (Chiaramonti 1879-Napoli 1957) . Dopo l’equivoco in cui siamo incorsi, riportiamo la rettifica di Mauro Maxia:

“La manifestazione del 28, appunto, si tiene per fare luce su questo poeta finora quasi sconosciuto che, dopo essere nato a Chiaramonti verso il 1870 ed essersi subito trasferito a Perfugas, si sposò in quest’ultimo centro nell’ultima decade dell’Ottocento. Agli inizi del Novecento pubblicò una raccolta di poesie, intitolata “Boghes de s’Anima”, di cui pare si trovi soltanto una copia nella Biblioteca Universitaria di Sassari. Ma egli è più noto per avere tradotto in sardo l’opera Villa Gloria di Pascarella, di cui parlerà proprio Sandro Ruju che di recente ha curato la ristampa. Verso il 1915 Gavinu si trasferì a Napoli dove morì negli anni cinquanta. Non so essere più preciso riguardo alle date di nascita e morte, ma proprio di questo parlerà la pronipote del poeta, Anna Cuomo, che viene da Napoli per intervenire alla manifestazione in onore del bisnonno. La mia relazione avrà un contenuto soprattutto letterario e sarà accompagnata da qualche immagine relativa ad alcuni documenti che sto via via trovando”.

Cesare Pascarella

Queste le cadenze della serata

19,30: Saluti di Germano Marras, assessore comunale alla cultura.

19,40: Sandro Ruju: L’ambiente sociale ai tempi di Gavino Cossiga”.

20,10: Mauro Maxia, “Gavino Cossiga, un poeta ritrovato”.

20,30: Anna Cuomo (pronipote del poeta, Napoli): “Testimonianze di una vita”.

20,45: Rita Sechi: Lettura di poesie del poeta.

Ci scusiamo ancora con i blog  amici che abbiamo involontariamente fatto incorrere in errore e con i visitatori. In fondo tutto quest’equivoco servirà di certo a ravvivare la serata, ma soprattutto a scoprire che Chiaramonti ha dato i natali ad altro Gavino Cossiga oltre al poeta meglio noto Bainzu e che Perfugas ha dato moglie e figli a questo ignoto poeta che se ha tradotto Pascarella vuol dire che non gli mancavano i bollenti spiriti “claramontani” e perfughesi e  che il cielo di Napoli gli ha ispirato.

Na predica de mamma

L’amichi? Te spalancheno le braccia / fin che nun hai bisogno e fin che ci hai; / ma si, Dio scampi, te ritrovi in guai, / tu sei giovene ancora, e ‘sta vitaccia / nu’ la conoschi; ma quanno sarai / più granne, allora te n’accorgerai / si a ‘sto monno c’è fonno o c’è mollaccia. / No, fio mio bello, no, nun so’ scemenze / quer che te dice mamma, ‘sti pensieri / tiètteli scritti qui, che so’ sentenze; /che ar monno, a ‘sta Fajola d’assassini, / lo voi sapé chi so’ l’amichi veri ? / Lo voi sapé chi so’? So li quatrini. //

Vita quotidiana e morte a Chiaramonti nell’Ottocento. Conclusione del lungo inventario del vicecurato Baingio Cabresu le cui parti sono apparse su questo sito a partire dal 13 aprile 2010. A cura di Angelino Tedde

Scritto da angelino tedde

Premessa:

Per dare l’opportunità ai lettori di riprendere il filo del discorso inseriamo la conclusione del pezzo pubblicato il 31 maggio 2011 e proseguiamo finalmente con l’ultima parte di questo interminabile inventario che, data la memoria ad alternanza della sorella, rischiava di non finire mai e, a quanto si dice nella conclusione, non sappiamo di quante altre cose si sia poi ricordata l’usufruttuaria dei beni del vicecurato che certo non ha praticato la povertà evangelica del curato Satta, fornito di beni più compatibili con la vocazione sacerdotale.

Inutile parlare della fatica di capire il manoscritto giacente tra i libri del Notaio Satta nell’archivio di Stato di Sassari e degl’innumerevoli lotti presenti nelle stanze della casa del vicecurato, degli atti, e dell’archivio mnemonico debitorio della sorella Francesca. Siamo arrivati, grazie a Dio, alla conclusione anche se, nell’inverno scorso le condizioni di salute sono state precarie al punto che rischiavamo di abbandonare per sempre l’inventario, ritenuto “maledetto” perché con la trascrizione di esso, con nostro grande dolore di cristiano, ma con la verità legata ai documenti, abbiamo messo in luce l’affarismo smodato di questo ecclesiastico che sia pure con incredibile confusione tra compravendite, debiti e cause legali deve aver passato la vita ad accumulare beni, forse, più che a darsi all’apostolato tra i chiaramontesi. Che Iddio, nella sua grande misericordia, lo abbia perdonato e che perdoni anche noi che gli “abbiamo letto la vita” e resa pubblica la sua ricchezza (i suoi debiti e le sue liti) a 178 anni dalla sua morte (1833-2011). Noi non l’abbiamo fatto con l’intento di gettargli fango addosso, come si usa fare oggi dai quotidiani e periodici, da piccoli e grandi blog e dagli altri mass media, ma piuttosto per la passione storica che più invecchiamo e più ci divora.

Vita quotidiana a Chiaramonti:

Leggi tutto »

Chirca.it - Pagerank BlogItalia.it - La directory italiana dei blog
SCAMBIO BANNER CHIRCA.IT - SUBITO 1.000 CREDITI IN REGALO