Scritto da Gianluigi Marras
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Analisi topografica
L’area da me analizzata mediante ricognizione archeologica è nota nella cartografia catastale come San Matteo[1], ma viene chiamato popolarmente Monte e’cheja, ovvero “monte della chiesa”. La toponomastica riporta dunque memoria dell’antica parrocchiale di San Matteo, traslata poi nell’attuale sede nel 1888[2], e non serba traccia dell’antico castrum.
Effettivamente la prima ubicazione del castello nel sito è quella dell’Angius, seguito poi dal La Marmora e quindi dagli altri studiosi di storia sarda, nella prima metà dell’800. Ancora il Mamely de Olmedilla, nella sua Relazione del 1769[3] (scritta l’anno prima), descrive la parrocchiale[4], “…grande e non brutta né in cattivo stato…[5]“; ci dice inoltreche la pianura dove è situata in passato doveva essere popolata, “…secondo quanto indicano le fondamenta di abitazioni…[6]” senza però far menzione di eventuali torri o apprestamenti militari.
L’Angius[7] è invece il primo che identifica il sito della chiesa parrocchiale con l’ubicazione dell’antico castello. Al momento in cui scrive “…sta ancora tutta intera una torre, perché fattasi servire a campanile; sono di un’altra visibili alcune parti, ed è qualche vestigio delle mura, tra le quali la cisterna scavata nella roccia…”[8]. Il generale Della Marmora, che visitò il paese nel 1834[9], riteneva invece che della costruzione militare non restasse traccia e che sul suo perimetro fosse sorta la chiesa[10].
Descrizione geografica
La collina di Monte e’cheja è una delle tre alture su cui insiste il centro urbano di Chiaramonti, più precisamente quella posta a nord-est, di fronte alla collina denominata Cunventu a nord-ovest e a quella di Codina Rasa, sud-est. Tutto il massiccio è posto a strapiombo verso la fertile vallata interna dell’Anglona ad est (dove sorgono gli attuali centri di Martis, Laerru e Perfugas) e la vallata del Rio Iscanneddu a nord e nord-ovest (nella zona è vitale attualmente solo il villaggio di Nulvi, ma nel Medioevo vi si contavano molti insediamenti civili e monastici), mentre degrada più dolcemente verso sud. Storicamente il centro di Chiaramonti rimase isolato dalle vie di comunicazione fino agli anni settanta dell’ottocento, quando venne costruita la strada statale da Ozieri e Castelsardo[11], che ancora lo attraversa.

L’area sottoposta all’analisi è costituita dal tavolato calcareo in cima a Monte e’cheja, posta alla quota di 467 m s.l.m.. I versanti si presentano piuttosto ripidi in tutte le direzioni: solo a sud-ovest c’è la possibilità di un’ascesa, mentre ad ovest, sud, nord e nord-est si nota la presenza di pareti rocciose verticali di varia estensione. Specialmente il versante ovest è costituito da un fronte roccioso alto circa 10 m, di quasi impossibile percorrenza, soprattutto nei mesi invernali.
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Scritto da ztaramonte
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Gianluigi Marras è il primo archeologo medievista, nativo di Chiaramonti, del quale abbiamo avuto modo di parlare in altra occasione. Con questo contributo e con gli altri che seguiranno ci svelerà la storia del Castello. Lo ringraziamo calorosamente per la sua collaborazione.
Introduzione
Il castello di Chiaramonti è da sempre noto agli storici sardi, che tuttavia hanno generalmente fornito solo laconiche informazioni sulla sua storia ed evoluzione nello scorrere del tempo, sulla sua ubicazione e sulle eventuali strutture materiale superstiti. La vulgata ha in particolare tramandato le notizie di un castello appartenuto dapprima ai Malaspina, poi ai Doria (Matteo, Brancaleone e Niccolò), la cui torre è stata poi riutilizzata come campanile della parrocchiale del centro di Chiaramonti.
La mia ricerca[1] parte da queste basi per cercare di fare il punto sulla storia, le strutture materiali e l’evoluzione del castello di Chiaramonti, partendo dall’analisi delle fonti archeologiche, e prima di tutto dagli imponenti ruderi della chiesa di San Matteo, e dalla raccolta delle fonti documentarie edite. Naturalmente non si ci si è posti limiti documentando ogni tipo di emergenza presente nel sito e ogni reperto, a prescindere dalla loro cronologia e funzione. Riteniamo infatti che solo procedendo con un approccio scevro di pregiudiziali si possano raccogliere tutti i dati concernenti un sito, per poterne poi ricucire la storia.
Lo studio dei castelli medievali della Sardegna, e in particolare riferimento alla situazione del Regno di Torres[2], è stato spesso condotto con criteri e metodi non troppo scientifici e risente inoltre della mancata ricaduta del dibattito nazionale e internazionale, avviato dalle tesi del Toubert negli anni 70′ e i cui frutti, a livello archeologico, sono giunti dalla fine degli anni 80′, con un alto grado di raffinatezza specialmente per i contesti liguri, laziali e toscani.
Poco interesse ha infatti finora suscitato il tema dell’incastellamento, ovvero delle ricadute della fondazione dei castelli sull’insediamento preesistente, e pochi i contesti studiati, sia dal punto di vista storico che archeologico; da ricordare comunque le analisi storiche e archeologiche effettuate nei castelli di Bosa, Monteleone Roccadoria, Ardara e Castelsardo da parte dell’èquipe del prof. Milanese e gli approfondimenti della documentazione specialmente aragonese effettuata negli ultimi anni da Angelo Castellaccio, Giuseppe Meloni, Giuseppe Spiga, Alessandro Soddu e Franco Campus, che hanno mostrato come possa essere ancora fruttuosa la ricerca negli archivi iberici.
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Scritto da carlo moretti
Non è facile scordare un’artista di questo livello, e quando si parla di Yosuke Onuma la chitarra e il suo
cuore suonano una musica sola.
Poco meno di un anno fà, lo ricordiamo ancora immerso in quell’atmosfera magica del nostro antico castello, mentre nell’aria si libera una musica melodiosa che pochi sanno trasmettere con il proprio strumento. Così anche lui si lascia trasportare e ispirare da quell’aria, che in quei giorni ha un profumo diverso anche a Chiaramonti e decide di dedicare un brano solista al paese che in quei giorni ha visto brillare la luna e stelle con la forma di una chiave di violino.
Lo abbiamo conosciuto grazie a Leonarda Scanu che con la collaborazione della Pro Loco il Gruppo XXL e dell’associazione Sard Rock Cafè ha promosso una bellissima serata molto apprezzata da tutti i presenti.
Torniamo però agli ultimi lavori editi dalla Sony International, usciti in Giappone qualche giorno fà. Sono due
album, uno s’intitola “THE BEST” e contiene tutti i principali successi dei primi cinque album di Yosuke, mentre l’ultimo, “JAM KA” è un disco completamente nuovo che riporta alla traccia numero 13 il brano solista intolato “Chiaramonti”. Alla fine dell’articolo è possibile ascoltare circa 45 secondi di questa traccia.
L’album JAM KA è stato inciso con una formazione musicale di alto spessore, conosciuti a livello internazionale. Oltre Yosuke Onuma alla chitarra, Jaccques Schwarz-Bart al sassofono, Reggie Washington al basso, Milan Milanovic alle tastiere, Oliver Juste alle percussioni, Stephanie McKay voce solista e Joe Power all’armonica.
Qualche nota biografica:
Yusuke Onuma considerato dalla critica musicale, uno dei migliori chitarristi giapponesi, nasce nel 1974 nella Prefettura giapponese di Akita. Influenzato da suo padre, già a 14 anni si dedica allo studio della chitarra iniziando a esibirsi con il suo trio rock in diversi locali giapponesi. Successivamente un suo amico lo porta a
conoscenza della musica di George Benson, Donny Hathaway, Grant Green e altri e Onuma si dedica con passione e diligenza allo studio della chitarra jazz.
Il successo arriva immediatamente, grazie alla sua tecnica solida e al senso musicale innovativo subito in primo piano grazie all’alto livello dei brani originali e delle cover da lui completamente rivisitate.
Nel 2001, l’album di debutto “nu jazz” prodotto dalla prestigiosa casa discografica Sony International. Nel novembre del 2002, il nuovo album “Summer Madness” include oltre ai suoi lavori, altri brani selezionati negli anni di vario genere musicale (pop, rhithm & blues e rock) di artisti noti come Kool & the Gang, Aaliyah, Red Hot Chili Peppers, Prince e Spandau Ballet. L’anno successivo la nuova fatica musicale “Jazz’n’ pop“, è per Onuma un grande successo e l’artista si guadagna la fama internazionale nei generi musicali pop, jazz e rock, e collabora con Masanori Sasaji, uno dei migliori produttori musicali al mondo.
L’uscita dei suoi lavori segna l’inizio della collaborazione con artisti di fama internazionale.
Virtuosista capace di variare dal jazz, al pop al rock, Onuma è considerato tra i più promettenti talenti nipponici; vincitore di vari premi internazionali, come il 3° premio al concorso internazionale di chitarra jazz nel 1995 e vincitore assoluto del 1° premio alla Gibson Jazz Guitar Contest nel 1996, dal 2004 vive e suona attualmente a New York dove fa gruppo con i notissimi Richard Bona (un genio del basso acclamato come la reincarnazione di Jaco Pastorius) e Ari Hoenig, famoso batterista raccomandatogli da Bona, con i quali ha registrato il suo nuovo album, “The Three Primari Colours” presso “The Sear Sound Studio”.
E’ possibile ascoltare un’assaggio della traccia numero 13 dell’album JAM KA con il lettore sotto (clicca su leggi tutto), il brano parte automaticamente all’apertura della pagina ma è possibile riascoltarlo premendo il tasto REWIND. Buon ascolto!
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Scritto da carlo moretti
É iniziato nel migliore dei modi il tour musicale dell’affermato chitarrista nipponico, che ieri sera ha infiammato i numerosi spettatori accorsi a sentirlo per la sua prima performance europea a Chiaramonti.
Yosuke Onuma, dopo la breve presentazione iniziata con un balletto etnico giapponese preparato da alcune graziose ragazze in abito tradizionale, ha imbracciato la sua “spada” (la chitarra, in gergo chitarristico) e ai piedi delle rovine, rimaste prima dal castello dei Doria e poi dell’antica parrocchiale, costruita per volere degli stessi Doria e intitolata al loro santo protettore Matteo, ha deliziato con magici suoni le tante persone arrivate per sentire della buona musica, come un antico cavaliere paladino degli ottimi brani jazz che ha sapientemente regalato agli ascoltatori.
Non è mancato molto per far capire ai più diffidenti che Yosuke ci sapeva fare davvero e la bellissima intesa con il batterista Carlo Sezzi e Mauro Deidda, ha regalato alla platea una bellissima performance, graditissima da
tutti i presenti.
Gli applausi sono stati scroscianti anche quando, a sorpresa è salita sul palco la cantante jazz Bianca Morales, per duettare con il nostro bravo chittarrista, cantando i famosi brani “Summer Time”, “Blue Moon” e “Fly Me to the Moon”.
Dopo una breve pausa e il ringraziamento dall’associazione Music Tableau nella magnifica persona di Leonarda Scanu promotrice in Italia del bravo musicista, agli organizzatori dell’evento, che non dimentichiamo, sono il Comune di Chiaramonti, l’Associazione Culturale Sard Rock Cafè ( curatore del Service Audio), la Pro Loco e l’Associazione Gruppo XXL, la musica ha di nuovo avvolto i presenti e per gli appassionati della chitarra, compreso il sottoscritto rimasto sino alla fine e oltre, come attratti da un pifferaio magico, è stato un visibilio.
Yosuke non ha mancato di ringraziare più volte chi ha voluto congratularsi caldamente con lui e alla fine ha firmato diversi autografi e scattato delle foto in compagnia di alcuni presenti.
Una bella persona a mio giudizio, con un cuore da musicista, chi ha avuto la fortuna di trascorrere con lui la giornata di ieri, ha raccontato di non averlo visto quasi mai senza la chitarra in mano e poi sempre disponibile con tutti. Scriviamo, pensando veramente, come ieri sera qualcuno ha giustamente affermato, che Yosuke Onuma, non mancherà di farsi rivedere presto dal pubblico europeo e stimolare la critica musicale mondiale.
Auguriamo al nostro simpatico amico e ribadiamo, grande musicista, tutto il successo possibile, perché lo merita veramente e interamente.
Per chi avesse mancato l’appuntamento chiaramontese, potrà comunque sentirlo sabato sera a Perfugas e Domenica mattina alle 11:00 presso il Santuario della Madonna di Castro a Oschiri.
Scritto da carlo moretti

Solo per una eccezionale serata di enciclopedia esotica della musica contemporanea, sulla terrazza dei ruderi
del nostro castello medievale, giovedì 6 agosto si esibisce il chitarrista giapponese Yosuke Onuma accompagnato in Special Trio dal bassista Mauro Dore e dalle percussioni del batterista Carlo Sezzi.
La location, scelta dallo stesso artista per il panorama, che è possibile apprezzare da “Su monte ‘e cheja”, apre il tour sardo del chitarrista nipponico che partendo da Chiaramonti toccherà tutta la Sardegna nord occidentale.
Con “We’ll be together”, “Staremo tutti insieme”, il Comune di Chiaramonti, l’Associazione Pro Loco, e le Associazioni Culturali Musicali “Sard Rock Cafè” e “Gruppo XXL”, vogliono mettere in risalto il valore della musica ad alto livello, ricordando che l’educazione musicale, occupa uno spazio importante nella cultura dei popoli.
Qualche nota biografica:
Yusuke Onuma considerato dalla critica musicale, uno dei migliori chitarristi giapponesi, nasce nel 1974 nella Prefettura giapponese di Akita. Influenzato da suo padre, già a 14 anni si dedica allo studio della chitarra iniziando a esibirsi con il suo trio rock in diversi locali giapponesi. Successivamente un suo amico lo porta a
conoscenza della musica di George Benson, Donny Hathaway, Grant Green e altri e Onuma si dedica con passione e diligenza allo studio della chitarra jazz.
Il successo arriva immediatamente, grazie alla sua tecnica solida e al senso musicale innovativo subito in primo piano grazie all’alto livello dei brani dei brani originali e delle cover da lui completamente rivisitate.
Nel 2001, l’album di debutto “nu jazz” prodotto dalla prestigiosa casa discografica Sony International. Nel novembre del 2002, il nuovo album “Summer Madness” include oltre ai suoi lavori, altri brani selezionati negli anni di vario genere musicale (pop, rhithm & blues e rock) di artisti noti come Kool & the Gang, Aaliyah, Red Hot Chili Peppers, Prince e Spandau Ballet. L’anno successivo la nuova fatica musicale “Jazz’n’ pop“, è per Onuma un grande successo e l’artista si guadagna la fama internazionale nei generi musicali pop, jazz e rock, e collabora con Masanori Sasaji, uno dei migliori produttori musicali al mondo.
L’uscita dei suoi lavori segna l’inizio della collaborazione con artisti di fama internazionale.
Virtuosista capace di variare dal jazz, al pop al rock, Onuma è considerato tra i più promettenti talenti nipponici; vincitore di vari premi internazionali, come il 3° premio al concorso internazionale di chitarra jazz nel 1995 e vincitore assoluto del 1° premio alla Gibson Jazz Guitar Contest nel 1996, dal 2004 vive e suona attualmente a New York dove fa gruppo con i notissimi Richard Bona (un genio del basso acclamato come la reincarnazione di Jaco Pastorius) e Ari Hoenig, famoso batterista raccomandatogli da Bona, con i quali ha registrato il suo nuovo album, “The Three Primari Colours” presso “The Sear Sound Studio”.
Scritto da ztaramonte
Mauro Maxia (Perfugas, 1953).
Studioso di linguistica e onomastica, è professore a contratto di Lingua Sarda nella Facoltà di Lettere dell’Università di Sassari. Collabora con la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Cagliari come docente di onomastica nei master di II livello. Autore di volumi e saggi sul sardo e sulle varietà sardo-corse, nei suoi studi privilegia l’aspetto storico con riguardo alla fonetica, dialettologia ed etimologia. Coordina un progetto triennale finanziato dalla Regione Sardegna relativo a un’indagine sull’uso delle lingue locali e all’insegnamento del sardo e del gallurese nelle scuole di alcuni comuni del Nord Sardegna. Ha ideato e organizza il concorso letterario per alunni “Iscola Sarda”. Collabora con riviste nazionali ed estere.
Chiaramonti, il sito e il nome[1]
di Mauro Maxia
L’abitato di Chiaramonti[2] occupa un elevato terrazzo calcareo che domina tutta la valle interna dell’Anglona. Ai margini dell’altura emergono tracce di insediamenti che risalgono al Neolitico e all’età nuragica. Sepolture ipogee sono conosciute sia sul versante settentrionale sia su quello meridionale[3]. Un nuraghe, vicino ai resti dell’antica chiesa di S. Caterina, occupa il ciglio della scarpata che precipita verso la fonte detta Su Tùlchis[4]. La strada che dalla distesa di Paùles risale verso il pianoro di S. Caterina e S. Giuliano presenta dei caratteri che consentono di assegnarne la realizzazione all’età romana[5].
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Scritto da angelino tedde
Il nostro concittadino prof. Gianni Marras, già professore di Musica nelle scuole medie inferiori e professore di Pedagogia e Psicologia nelle scuole superiori, ha raggiunto la difficile e ambita meta di dirigente scolastico. Ha preso servizio qualche giorno fa come prima sede a Pattada.
A lui e alla sua famiglia porgiamo vivissimi auguri di buon servizio nel campo così difficile della direzionedelle scuole. Le basi per l’inizio del corso di direttore scolastico prof. Gianni Marras le aveva poste con la laurea in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Sassari con una tesi su L’istruzione elementare a Chiaramonti dal 1860 al 1911 con la relazione del prof. Angelino Tedde. A questa meta è da aggiungere anche la specializzazione in Archeologia medievale del figlio Gianluigi con una tesi sulla rocca di
Chiaramonti, dopo scrupolose ricognizioni su quanto di reperti restano dell’antico castello, edificato nel 1350.
Al giovane specializzato archeologo i nostri auguri di fecondo lavoro nell’ambito del sistema delle ville medievali del territorio di Chiaramonti.
Altra notizia di rilievo ci sembra la pubblicazione a cura di Laura Villa nostra concittadina di un saggio fotografico su personaggi ed eventi avvenuti in Chiaramonti tra Otto e Novecento. Peccato che le didascalie delle foto risultano talvolta inidonee, sicuramente per l’imperizia della redazione della casa editrice che ha stampato la pubblicazione. Sarebbe stato sufficiente prendere come esempio l’album fotografico storico inserito nella collana della Einaudi per evitare che le didascalie delle foto risultassero poco curate. Costava poco infatti indicare oltre il numero della foto, senza scriverci foto, anche il luogo in cui queste sono state scattate, l’anno della ripresa e il contenuto delle immagini, talvolta espresso in modo impacciato.
Rilevante e insolito il riferimento alla datazione di un ventennio( anni quaranta cinquanta). E’ già appena accettabile il riferimento ad un decennio, indicare un ventennio è davvero eccessivo. Questi richiami dovranno esservi utili per pubblicazioni dello stesso genere.
Ad ogni buon conto, con tutti i difetti, alla biblioteca sulla storia di Chiaramonti si è aggiunto un altro volume.
Angelino Tedde