29
giu
2008
Contos de foghile – Racconti da focolare.
Da quando ero bambino, ascoltavo con attenzione e anche paura, i racconti che i nonni e le zie più anziane ci facevano, quando passando uno dei tanti fine settimana a Chiaramonti, alla luce del focolare (perchè l’energia elettrica ai primi venti o pioggie andava via), si sostituiva la televisione con l’antica usanza dei “Contos de foghile”. Ora non ricordo cosa mi veniva raccontato, ma trovo piacere nella lettura di libri come questo, di una scrittrice sarda, premiata con il nobel per la letteratura nel 1926.
Passerà per questo sito tutto il contenuto di questo bellissimo libro, che spazia per tutta la Sardegna dal nord al sud con la speranza di non annoiarvi. Inizieremo con una breve biografia di questa illustrissima scrittrice e dopo una piccola premessa passeremo alla prima leggenda. Buona lettura.
Nacque a Nuoro, penultima di sei figli, in una famiglia benestante di piccoli proprietari. Il padre, Giovanni Antonio, era un piccolo imprenditore e agiato possidente, fu poeta improvvisatore, e sindaco di Nuoro nel 1892; la madre, Francesca Cambosu, era una donna religiosissima, allevò i figli con estremo rigore morale. Dopo aver frequentato le scuole elementari venne seguita, privatamente, da un professore ospite di una sua parente; i costumi del tempo non consentivano alle ragazze una istruzione completa oltre quella primaria e in generale degli studi regolari. Successivamente approfondì, da autodidatta, gli studi letterari. Importante per la formazione letteraria di Grazia Deledda, nei primi anni della sua carriera da scrittrice, fu l’amicizia con lo scrittore sassarese Enrico Costa, cioè colui che per primo ne comprese il talento.
Esordì come scrittrice con alcuni racconti pubblicati sulla rivista “L’ultima moda” quando affiancava ancora alla sua opera narrativa quella poetica.
Nell’azzurro, pubblicato da Trevisani nel 1890 può considerarsi la sua opera d’esordio.