Chiaramonti, il portale delle vostre idee

Il libero spazio per le vostre opinioni

Si accende l’estate degli eventi NOT(t)E D’AUTORE con il Gruppo XXL e il sodalizio con l’Assoc. Sard Rock Café.

Scritto da carlo moretti

Il prossimo 5 giugno nel cortile del Centro Sociale di Chiaramonti alle ore 21:30, il Gruppo XXL e l’Assoc. Sard Rock Caffè organizzano, una serata dedicata alla musica d’autore con un giovane gruppo livornese, i CARNÈIGRA. L’ingresso sarà a libera offerta.

La serata Patrocinata dal Comune di Chiaramonti e dalla Provincia fruirà sarà gestita anche con la collaborazione della Pro Loco Chiaramonti.

Il gruppo Carnèigra si presenta per la prima volta nel 2000, come unione di giovani musicisti provenienti da diversi ambiti musicali (classica, jazz e rock). Tutti condividono la stessa passione per la musica popolare, questa scaturisce in un progetto di stile cantautoriale e ricerca, sull’influenza della musica popolare in tutto il mediterraneo. Il loro nome è nato dalla contrazione di due parole di una canzone di De André, carne e negra.

Successivamente i componenti del gruppo cambiano, rimane solo il cantante Emiliano Nigi ideatore del progetto e tastierista del gruppo. Nella nuova formazione confluiscono musicisti classici, jazz e provenienti dalla musica rock, Matteo Pastorelli per la chitarra, ex chitarrista degli Snaporaz e Simone Padovani alle percussioni, già batterista dell’Ottavo Padiglione.

Da qui la ricerca musicale lascia più spazio ad influenze propriamente rock cercando una miscela con la base cantautoriale/popolare motore principale della formazione.

I riferimenti musicali sono Capossela, Waits, Paolo Conte e De André, ma anche tutta la musica popolare dell’intero bacino mediterraneo, dal flamenco ai balcani passando per suoni arabeggianti, tutto amalgamato con estrema eleganza.

Grande attenzione e spazio viene riservato anche alla poesia, intesa come istantaneità della vita, una polaroid in lettere: infatti troviamo citazioni che passano da Ungaretti fino ad arrivare a Pablo Neruda. Il tutto viene circondato da una cornice di note , quanto mai precise e suonate con tecnica e bravura sopraffini, dai fiati, alla batteria, alle chitarre nessuno escluso.

Nel 2004 incidono il primo disco dal titolo “Tutti i pesci vennero a galla“, lavoro raggiunto dopo anni di gavetta e prodotto dalla Arroyo Records, Venus distribuzioni. Il disco si presenta subito  affascinante, a partire dalla copertina, frutto di un’idea del pittore livornese Luca Bellandi, sviluppata dalla grafica di Michael Rotondi (voce, chitarra dei Monotorakiki).

Il lavoro orgogliosamente labronico (livornese),  accompagna delicatamente per mano tra storie di gente semplice, racconta episodi storici tramandati oralmente, parla di immigrati, canzoni popolari riarrangiate e poesie livornesi messe in musica (Modigliani).

Nel 2008 autoproducono il loro secondo disco e consentono a tutti i internauti di poterlo scaricare gratuitamente: SANTINSALDO (cliccando sul titolo del CD è possibile accedere alla pagina per lo scarico).

Continua la collaborazione con il maestro Bellandi per quanto riguarda la grafica e anche con i musicisti chi suonano nel disco. Tradizione cantautoriale italiana e musica popolare mediterranea con qualche punta di rock danno un’impronta fondamentale al suono.

Mantenendo la stessa attenzione alle parole, ascoltando quest’ultima fatica, si percepisce musicalmente, un processo di elaborazione più complesso del primo, esplicitando in modo più deciso l’anima dei Carnèigra, riflessiva, ballerina  e sempre più ironica.

Un disco con molta attenzione per i poeti e la poesia, non nella eccezione più alta e intellettuale del termine, ma nella loro capacità di cogliere e descrivere sapientemente l’attimo, insomma nell’eccezione più popolare. Ecco che Giorgio Caproni si ritrova accanto a Ungaretti “quando hai segreti, notte ha pietà” e a Pablo Neruda in versione roccheggiante “Explico algunas cosas“. Ma c’è anche la memoria, la strage del 12 agosto 1944 a S.Anna di Stazzema che non può essere dimenticata.

CARNÈIGRA sono:

Emiliano Nigi: voce, piano

Matteo Pastorelli: chitarra

Antonio Ghezzani: chitarra

Alessandro Ricucci; sax, clarinetto

Mirco Capecchi: contrabbasso, ukulele

Simone Padovani: batteria, percussioni

Tutti puntuali alle 21:30 di venerdì 5 giugno al Centro Sociale, vi aspettiamo!

Con la festa in testa il Chiaramonti cede il campo di casa al San Quirico.

Scritto da carlo moretti

Oramai possiamo concedere alla capolista una giornata di relax anche nel campo di gioco. Dopo una settimana di festeggiamenti, ieri la partita in casa per salutare i tifosi non è stata eccezionale e gli ospiti hanno approfittato di questo calo di attenzione per insaccare due goal uno al primo e uno al secondo tempo.

Va bene così, siamo contenti di aver chiuso il campionato con due giornate di anticipo, in questo modo, rilassati possiamo goderci il primato in classifica, che per via del vantaggio sulle inseguitrici non potrà mutare il risultato finale.

Il San Quirico potrà così fregiarsi di una vittoria in casa con i vincitori del campionato, i nostri ragazzi di una festa in piazza con tutti i sostenitori, ben meritata nelle altre partite disputate durante tutto lo splendido campionato.

Ultima partita del campionato 2008/2009 quella di ieri disputata al “Paris de Cunventu”, la prossima sarà a Torralba e chiuderà il campionato.

Il campionato 2009/2010 in seconda categoria, attende i nostri ragazzi per una dura prova, ma il bellissimo gruppo, il gran cuore che esprimono in campo, mi fa ben sperare in un altro grandioso campionato con umiltà, cuore, una palla a terra e una in rete per vincere!

Nella foto in prima pagina assistiamo ad una svolta rispetto ai miei presagi della scorsa settimana sullo “sfigato”, lui era il destinatario del bagno nella vasca ai giardini, ma un’altro è caduto dentro la vasca…..

Che sia un segno? Che dalla prossima partita la sfiga si sposti in rete?? Mah vedremo!

GRAZIE RAGAZZI!!! SALUTATE LA CAPOLISTA!!!

Cliccando qui è possibile visualizzare la foto-gallery di ieri. Buona visione.

Cosa rimarrà agli indiani di Sardegna?

Scritto da carlo moretti

Già diversi anni fa, un uomo chiamato Fabrizio De Andrè, decise di porre dimora e battezzare sua seconda patria, la Sardegna. Nella nostra terra, ha avuto modo di conoscere e approfondire una cultura che lo affascina da subito e, nonostante la sua brutta avventura con la compagna Dori Ghezzi nel Supramonte sardo, capisce maggiormente la condizione di marginalità vissuta dal popolo e la cultura sarda, conseguenza di poteri che nel tempo hanno mutato uomini e bandiere opprimendo il popolo. Con questa esperienza ha modo di consolidare maggiormente la dialettica “oppressori”-”oppressi”, continuando a scegliere la difesa degli oppressi e dichiarando pubblicamente di capire le ragioni dei suoi rapitori ma non di perdonare i loro mandanti.

Gli indiani del ovest americano, non si discostano molto dai pastori sardi.

I sardi furono costretti dai romani e dai cartaginesi a rifugiarsi nelle montagne barbaricine, mentre gli indiani d’America furono confinati nelle riserve dai bianchi. Entrambi depredati della terra dei loro antenati, della storia e loro cultura, sacrificati semplicemente all’avidità dei loro invasori.

Tutto questo avvenne con la violenza e l’oppressione di chi aveva scoperto un luogo, per anni abitato da sardi-indiani, dove si sarebbe potuto trarre profitto, e così piccolo massacro dopo piccolo massacro, i popoli oppressi furono sterminati quasi completamente e confinati in aree dette riserve, dove ancor oggi vengono mostrati ai turisti con i loro costumi sgargianti a rappresentare canti e balli tradizionali.

Come sarà possibile intuire, i sardi non sono stati trattati in modo diverso, basti pensare che quando a Cagliari, una grossa nave da crociera viene ormeggiata nel porto mercantile (il molo Ichnusa chiamato impropriamente “terminal crociere”, anche dopo aver speso diversi milioni di euro, non può ospitare le grosse navi da crociera in quanto il fondale e troppo basso e non può essere dragato per via dei numerosi reperti di epoca romana depositati sul fondo marino), vengono immediatamente interrotte tutte le operazioni di carico/scarico dei mercantili costringendo gli operatori portuali a mettere in cassa integrazione gli operai.

Le navi da crociera ormeggiano verso mezzogiorno e i croceristi trovano ben allestiti un paio di gazebo, all’interno dei quali è possibile usufruire di un buffet con le specialità eno-gastronomiche sarde, il tutto animato da canti e balli del folk tradizionale sardo dei gruppi con i loro costumi coloratissimi, proprio come fanno gli indiani d’America nel West. Dopo aver gozzovigliato e aver goduto dello spettacolo folcloristico, i croceristi salgono sul pullman per un giretto a Cagliari fino alle 16:00 circa, ora in qui la nave salpa gli ormeggi.

All’estremo dell’isola settentrionale, nell’altra zona della Sardegna dove i sardi sono richiesti unicamente per “colorare l’ambiente”, la cementificazione delle coste, promessa come rinascita dell’economia sarda per l’edilizia e il turismo, vede sorgere nel frattempo lussuose strutture di accoglienza con sedi amministrative nel nord Italia.

E i sardi?

Ma certo, noi potremo tranquillamente occupare posti di prestigio come cuochi, camerieri, lavapiatti e addetti alle pulizie, ma anche animatori nei campeggi, guide turistiche, interpreti e operatori alle reception degli Hotel a cinque o sei stelle.

Per tutta l’estate sarà quello, l’unico modo che avremo di visitare quella parte della nostra isola, e se per caso troveremo il coraggio per una volta, di voler fare un bagno nelle acque cristalline della Costa Smeralda o in qualche arcipelago vicino, i nostri ospiti-padroni non mancheranno di additarci come indigeni e buzzurri, anche se ci comportiamo correttamente ma parliamo nella nostra lingua che i nostri padri ci hanno tramandato.

Se questo è il turismo che ci aspetta, promesso dai nostri politici per risanare la nostra economia, depredata continuamente da meschini sotterfugi, preferiamo rinunciare ai turisti e continuare a mantenere la nostra DIGNITÀ DI SARDI!

O GRANDE SPIRITO

Preghiera Indiana dal libro

La mia gente Cheyenne

…. la cui voce io odo nel vento

e il cui alito reca la vita a tutto il mondo

ascoltami!

Io sono piccolo e debole

ed ho bisogno della Tua forza

e delle Tua sapienza.

Fammi procedere fra tutto ciò che è bello

e lascia che i miei occhi possano sempre ammirare

il tramonto rosso e purpureo.

Fa che le mie mani rispettino

ciò che Tu hai creato ad affina le mie orecchie

perché possano sentire la Tua voce.

Rendimi saggio così ch’io possa capire

le cose che tu hai insegnato al mio popolo.

Permettimi di imparare la lezione che hai celato

in ogni foglia e in ogni sasso. Io voglio essere forte

non per primeggiare sul mio fratello, bensì

per combattere il mio più grande nemico: me stesso.

Fa che io sia sempre pronto

a venire a Te con mani nette

e sguardo leale,

affinché, quando la vita declinerà

al calar del tramonto,

il mio spirito possa presentarsi a Te senza onta.

Vittoria della capolista, dal campo del Li Punti con tre reti, portiamo a casa la promozione alla seconda.

Scritto da carlo moretti

E’ finita nel migliore dei modi la partita che ci avrebbe dovuto consegnare la promozione certa, alla seconda categoria. Come il Mister giustamente mi faceva osservare, c’è una piccola precisazione da indicare, sul risultato indicato frettolosamente nell’articolo pubblicato ieri pomeriggio, Li Punti – Chiaramonti 1-3. Ecco il modo corretto di indicare che la vittoria a danno del Li Punti c’è stata, ma in trasferta.

I goal firmati da Marco Biddau, Ivano Falchi e Oscar Soma, hanno fatto esultare i numerosi tifosi che hanno accompagnato i nostri ragazzi nella difficile, quanto vittoriosa trasferta. Così in anticipo di due giornate ancora da disputare per la fine ufficiale del campionato, con i sette punti di vantaggio sul Benetutti secondo, il Chiaramonti già capolista della classifica, può considerarsi matematicamente vincitore del Girone M della Terza Categoria.

Con il gran cuore, l’umiltà e la semplicità, che ha contraddistinto l’intero gruppo durante tutto il campionato, si è arrivati alla promozione attesa da circa 27 anni, ed è giusto festeggiare come ieri i nostri ragazzi hanno fatto. Le foto della gallery, hanno contribuito a far sparire la voce anche al sottoscritto.

La settimana scorsa, avevamo promesso di rivelarvi a campionato finito,  l’identità di chi con le sue scorribande sulla fascia destra, ha sempre dato l’anima per non far passare gli avversari. Non sono state però così fortunate le sue conclusioni a rete, domenica dopo domenica ha continuato a veder sfumare tutte le occasioni da goal che gli si presentavano. Per questo si è guadagnato la menzione dello “sfigato”, ma agli avversari diamo un avviso: il giorno che la sfiga finisce, altro che set tennistici daremo a chi ci sta davanti, e così qualcuno smetterà di giudicare i campionati in base ai goal fatti e subiti, e non dalle partite disputate e dal numero di vinte, perse o pareggiate.

Ogni riferimento è meramente casuale……..

Cuore, sole e amore…. recitava una canzone,  è l’immagine del magnifico gruppo che ha vinto il campionato. Una menzione particolare la meritano i numerosi tifosi che hanno sempre accompagnato i nostri ragazzi durante le trasferte, nonostante il freddo o la pioggia. Bravi anche voi, con il vostro incitamento avete contribuito alle vittorie della squadra!

Il prossimo turno disputeremo la partita con il S.Quirico al “Paris de cunventu” di Chiaramonti il 3 maggio.

SALUTATE  LA CAPOLISTA VINCITRICE DEL CAMPIONATO!!!!

FORZA RAGAZZI E FORZA CHIARAMONTI!!!! CARICAAAAAA!!!!!!!!

Ecco i risultati delle altre partite, il prossimo turno e la classifica del girone:

Amare Chiaramonti: gli artigiani del sabato del villaggio.

Scritto da angelino tedde

Tra i ricordi evanescenti, e certamente rielaborati dalle emozioni, della mia fanciullezza chiaramontese emergono spesso gli artigiani, in particolare carpentieri e falegnami, fabbri e calzolai. A tiu Antoninu Falchi lo escludo dal numero, perché, avvicinandolo a distanza, quando passavo nella piazzetta dell’Avvocato, m’incuteva a momenti soggezione, a tratti curiosità, per la sua lunga e fluente barba bianca e per gli occhiali.
In certi momenti sembrava una statua michelangiolesca, protetta dalla vetrina della sua bottega di orologiaio, che pareva collocarlo un gradino più su  degli artigiani.  Se dovevo recarmi in piatta da tia Tarsilla, per acquistare dello zucchero, mi tenevo lontano, se invece dovevo recarmi da tia Nannedda Calzone, per farmi appunto qualche paio di calzoncini, o a casa de tiu Giuannandria o di giaju Pira, in carruzzu de ballas, passando per sa carrela de su putu, dovevo essere guardingo e più svelto per non provocare i significativi movimenti della sua faccia espressiva. D’altra parte il buon vecchio era abituato al chiacchiericcio delle quattro vivaci fanciulle della numerosa famiglia della porta accanto al suo laboratorio: Ida, Iolanda, Franca e Giovanna e altre loro vicine compagnette che animavano appunto sa carrela de s’avvocadu.
Spesso però, da solo, o al seguito di mio padre, lasciata via Garibaldi, dovevamo svoltare per l’oratorio del Rosario e raggiungere la discesa e quindi il triangolo degli artigiani. A sinistra, in un grande stanzone operava di sega, di pialla e di martello tiu Giuannandria, soprannominato Tebachèra, fratello maggiore di mio padre. Il suo parlare urlato, per sovrastare gli arnesi che adoperava, usciva dal laboratorio come il sibilo di una trombetta dai toni alti; sulla sua stessa linea, a sinistra, armeggiava, spesso cantando, tiu Tigelliu Mannu, nella sua bottega di fabbro, picchiando sul ferro bollente poggiato sull’incudine; quasi di fronte a lui, di tono più pacato e basso, veniva fuori all’improvviso la voce de tiu Dorando.
Nei giorni di riposo dal lavoro dei campi o specialmente il sabato, il triangolo dei tre artigiani si popolava di contadini. Molti dovevano sistemare le lame degli arnesi da tiu Tigelliu, per passare poi da tiu Tebachéra e dare a quei ferri un  nuovo e più robusto manico, altri dovevano sistemare le scarpe chiodate malmesse o ordinarne un paio nuove dal pacato calzolaio tiu Dorando.
Il carpentiere urlava più di tutti,  seguito a ruota dal fabbro: entrambi si scambiavano talvolta pungenti rime baciate in sardo, a volte litigavano, a volte s’ignoravano.
Mio padre ed io, avvicinandoci alla porta del laboratorio di mio zio, salutavamo, lui ricambiava, ma continuava a vociare e a verseggiare, con disappunto di mio padre che non amava quell’urlare sconsiderato del fratello maggiore. Prima gli sistemava gli arnesi e prima abbandonavamo il triangolo artigiano.
Io, talvolta, m’infastidivo dal fare scanzonato dei tre fratelli Tanda, ragazzini come me, che a parte due sorelline, non potevo certo competere a cazzotti con loro, a quanto pare di padre sorsese e avvertiti da me come estranei. Ricordai questo triangolo artigiano, studiando nelle scuole medie Il sabato de villaggio di Leopardi.

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Claudio Lolli e Paolo Capodacqua con la loro collaborazione artistica, hanno incantato i presenti.

Scritto da carlo moretti

Con soli posti in piedi, le sedie erano tutte impegnate, la sala fontana una volta adibita a cinema poi trasformato dai proprietari in sala da ballo, ha ospitato un’idea culturo-musicale degna degli ideali di questo sito e portata avanti dal Gruppo XXL.

Sabato sera, Claudio Lolli e Paolo Capodacqua come degli incantatori, hanno ipnotizzato la platea dei presenti, composta maggiormente da numerosi forestieri, con i versi poetici e con il dolce suono della chitarra.

Cantando testi come “Ho visto anche degli zingari felici” e “Borghesia“, il professore cantautore ha riproposto tematiche sociali degli anni 70 che rimangono inevitabilmente attuali.

Non è mancato neanche un momento di forte emozione quando è stato dedicato un brano a Giuliano Fenelli originario di Chiaramonti, vittima di morte bianca il 21 gennaio scorso a La Spezia. Era un grande fan di Claudio Lolli.

Qualcuno si è lamentato dell’acustica che forse non ha permesso un’ineccepibile concerto, ma luoghi come la sala fontana  e la chiesa, unici posti al coperto dove è possibile organizzare eventi di questo tipo a Chiaramonti, concedono un riverbero naturale alle frequenze medio-basse che devono essere necessariamente tagliate. In questo i ragazzi dell’Ass. Sard Rock Café sono stati bravi riuscendo a rendere i suoni più che accettabili e ricevendo i complimenti pubblici dello stesso Lolli.

Questi sono elementi che non devono però scoraggiare il Gruppo XXL, le idee di portare a Chiaramonti musiche e interpreti di ottimo spessore culturale e sociale, sopratutto senza dover spendere cifre esorbitanti che a volte lasciano alcuni anche scontenti, sono ottime, continuate così ragazzi e speriamo che qualcuno si renda conto che a Chiaramonti servono spazi al coperto adatti anche per questo tipo di spettacoli.

Buon lavoro!

Chi è Claudio Lolli?

Scritto da carlo moretti

In questi giorni antecedenti al concerto acustico che il Gruppo XXL ha organizzato, invitando il cantautore Claudio Lolli e il M° Paolo Capodacqua a riscaldare una serata di questo nostro paese così monotono, sonnacchioso e in letargo tra un carnevale e l’altro, ho avuto modo di osservare quanto risultasse conosciuto a pochi e sconosciuto ai più.

E devo dire che il fumetto seguente, è proprio la reale condizione con la quale il nostro ospite verrà accolto.

Ho raccolto queste immagini disegnate da Enzo De Giorgi, sperando possano essere utili per capire meglio chi è Claudio Lolli e chi lo accompagna, la sua biografia l’avevamo già proposta nel precedente articolo:

Con un concerto-recital di Claudio Lolli, il Gruppo XXL apre le manifestazioni NOT(t)E D’AUTORE 2009.

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