Chiaramonti, il portale delle vostre idee

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Vita quotidiana e morte a Chiaramonti nell’Ottocento a cura di Angelino Tedde.

Scritto da angelino tedde

Con la pubblicazione di questi atti notarili diamo inizio ad una serie di articoli che ci permetteranno di conoscere vita e morte della vita quotidiana in Chiaramonti nell’Ottocento. Giorgio Falchi, nella parte trascritta ed edita del suo diario (Cfr. Patatu, Chiaramonti, 2004) ci presenta alcuni eventi del paese, gli atti notarili del Notaio Giommaria Satta, rogati in Chiaramonti dal 1826 al 1867, ci offre materiale abbondante per conoscere le dinamiche immobiliari e mobiliari dell’economia del nostro borgo, all’epoca con una popolazione che oscillava dai 1500 ai 1800. (Preciseremo meglio più in là).

Avremo modo di conoscere le compravendite, i lasciti, le donazioni e la destinazione dei beni. Gli arredi delle case, l’agiatezza o la povertà delle persone nonché i passaggi di proprietà. Col tempo, chissà, può darsi che il Comune, provveda a stilare un progetto di trascrizione di tutti gli atti che si prestano a conoscere meglio la vita quotidiana e i traffici degli abitanti del villaggio ottocentesco.

Cominciamo a riportare qui il testamento di Anna Bella, maestra romana, che istituì a Chiaramonti una delle prime scuole professionali femminili dell’Isola, dando alle nostre bisnonne l’opportunità di un aggiornamento tecnologico delle arti femminili. La maestra morì, presumibilmente per quello che verrà più tardi definito il morbo di Parkison (James Parkinson (1755-1824). Promotore della scuola fu il sacerdote Matteo Satta Caccioni. Su questa scuola non si è fatta luce completa e mi auguro che qualche studente chiaramontese voglia prima o poi curare sul sacerdote e sulla scuola una più accurata ricerca .

Il testamento comprende 1. un regesto (abstract notarile); 2. la formula classica sulla capacità d’intendere e volere del moribondo; 3. Le disposizioni testamentarie per la cura delle esequie (in particolare del luogo della sepoltura che all’epoca poteva effettuarsi sia presso la chiesa del Carmelo sia presso quella della Santa Croce sia presso la chiesa del Rosario oppure direttamente presso la chiesa parrocchiale di San Matteo al monte); 4. Disposizioni per la cura dell’anima sulla cui esistenza tutti credevano (la moda di non credere è arrivata col progresso della scienza e della tecnica, i credenti dichiarati oggi, a sentir le voci di piazza, sarebbero pochi anche in Chiaramonti); 5. la destinazione dei beni, spesso con la nomina di un esecutore testamentario, che doveva preoccuparsi sia di quanto destinato agli eredi sia di quanto destinato alle sante messe per il suffragio dell’anima. Anche qui compaiono d’obbligo alcune istituzioni: l’ospedale più vicino, il monte nummario, il Conservatorio delle Figlie della Provvidenza (esposte, orfane o figlie di famiglie a disagio, fondato a Cagliari fin dal 1750).

Ciò premesso, lascio ai lettori il piacere della lettura del testamento reso dalla maestra Anna Bella.

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Ringraziamo gli amici di Domodossola per l’ospitalità ricevuta.

Scritto da carlo moretti

Numerosa la presenza di fedeli nella collegiata di Domodossola, per seguire la Santa Messa accompagnata dai nostri canti religiosi tradizionali. Quando si canta, si prega due volte e Don Davide Gheza ha apprezzato tantissimo pur non capendo le parole, l’armonia sprigionata dalle voci del “Coro de Tzaramonte”. Il coro è stato ospite del Circolo sardo intitolato a Costantino Nivola, noto scultore apprezzato in tutto il mondo per le sue opere, ma  purtroppo poco conosciuto nella sua terra.

Bisogna doverosamente spendere qualche riga per la Cattedrale dove ci è stata data la possibilità di cantare.

La collegiata di Domodossola sembra sia stata eretta prima dell’anno mille a ridosso delle mura del castello medioevale. Questa struttura fu demolita fra il 1450 e il 1460 per consentire l’ampliamento delle fortificazioni cittadine e la chiesa venne collocata nella sua attuale posizione. L’aspetto attuale deriva da tutta una serie di ristrutturazioni ed interventi; l’ultimo rifacimento generale è stato eseguito fra il 1793 e il 1812 su progetto dell’architetto Matteo Zucchi. La facciata fu invece completata solo nel 1954 su committenza dell’arciprete Luigi Pellanda. Sulla facciata è stato mantenuto il portale antico, terminato nel 1659, molto bello con copertura in piode e adornato da affreschi attribuiti a Fermo Stella da Caravaggio. Questo portale è stato anche dichiarato monumento nazionale.
L’interno della chiesa è composto da tre navate su 52 colonne. Il pavimento attuale in mosaico è stato posato nei primi anni del 900 in sostituzione del precedente in lastre di beola.

Naturalmente dopo la funzione non poteva mancare una grande festa sarda e un immenso pranzo, che per il numero delle portate si è protratto sino al tardo pomeriggio.

La sera precedente al nostro arrivo siamo stati subito invitati, dopo esserci sistemati nell’hotel, a visitare la sede del circolo, prima della cena consumata in un locale non molto distante, ma sempre gestito da nostri conterranei.

Come al solito abbiamo cantato in ambedue posti per dimostrare la nostra gratitudine, verso chi si è impegnato per rendere gradevole il nostro soggiorno nei due  giorni di permanenza.

Voglio personalmente ringraziare Erminio e Pietro per l’amicizia dimostrata.

A breve pubblicheremo una fotogallery delle due giornate a Domodossola.

Domani il “Coro de Tzaramonte” partirà alla volta di Domodossola, ospitato dal Circolo “Costantino Nivola”

Scritto da carlo moretti

Domani, nel primo pomeriggio il “Coro de Tzaramonte” partirà per Brescia con destinazione finale Domodossola, ospitati dal circolo dei Sardi intitolato al pittore scultore Costantino Nivola. Il circolo costituitosi nel 2005 dopo diversi tentativi, è stato intitolato allo scultore di Orune nato nel 1911 e morto a Long Island il 6 maggio del 1988, in quanto le sue opere sono presenti in tutto il mondo. Di Costantino (Titinu) Nivola, è possibile leggere una biografia dettagliata a questo indirizzo:

Biografia di Costantino Nivola – http://www.museonivola.it/Uomo/Nivola05.html

Appuntamento principale, presso la Collegiata di Domodossola, una messa cantata in sardo, domenica 8 novembre alle 11:15, seguirà c/o il centro sociale, il pranzo sardo.

É la seconda trasferta in poco più di un mese per il “Coro de Tzaramonte”, presente anche alla festa d’autunno di Broni nei primi giorni di ottobre. Auguriamo un buon viaggio a questo gruppo, che ancora una volta si sposta per ben rappresentare Chiaramonti.

Anche ztaramonte.it, per qualche giorno sarà orfano di padre, mi raccomando affezionati lettori, fate buona guardia

In sos marralzos de Su Sassu meu (de Bainzu Truddaju)

Scritto da carlo moretti

(a su giornalista e poeta Paulu Pillonca)

Cun arma a coddu e cartuccera in chintu

pius no m”idene in Su Sassu, [1] inue

antigamente fit famosu igue

su logu pro bandidos fentomados,

chi de sa Benemerita soldados

lis han bastante su “grillette” astrintu.

Cue Giuanne Fais bandidende

b’hat passizadu longos sessant’annos

cun treghentos bandidos cori mannos

de iras pro S’anglona e pro Caddura.

Tra sa crudelidade fea e dura

istaian disastros semenende.

Cue tra rundas de rios e nassas [2]

movian in sas puntas pius altas

mannos unturzos cun alas ispaltas

pri mortozos de omines barvudos

assoliende in terrinos ervudos, [3]

tra chentu e una isceras de carcassas …

Cussu logu de sambene e timidu,

in tottue connottu pro Su Sassu:

l’hap’ eo attraessadu a passu passu

cando fia ficchidu e fia forte.

Già chi como sa dura malasorte

m’ha a pèssimu puntu reduidu.

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Cantadores a poesia – Peppe Sozu, Antoni Piredda e Juanne Seu a Bortigali nel 1959 – Duinas.

Scritto da carlo moretti

Ecco un’altro scorcio della nostra storia poetica chiaramontese, un duello in versi fra prestigiosi poeti come il nostro Juanne Seu, Antonio Piredda e Peppe Sotgiu. Vi auguro buona lettura.

Bortigali 1959 PEPPE SOZU – ANTONI PIREDDA – JUANNE SEU

DUINAS

1. Sozu

. . . . . torradu su tenore

de duina faghimos unu giru

2. Piredda

Su tenore ja paret un’ammiru

chi presentat un’òrganu mazore.

3. Seu

Ma s’est purgadu totu su laore

como che frundiamus su chiliru.

4. Sozu

Tue già paris, Seu, in cust’isetu

ma ancora su trigu no est netu.

5. Piredda

E s’esserat su trigu inetziadu,

mi’, su chiliru non deves frundire.

6. Seu

Si nd’est fina su pópulu istracadu,

in su letu disizat a drommire. Leggi tutto »

Il comitato dei “Fedales ’58″, si prepara per i festeggiamenti del patrono San Matteo.

Scritto da carlo moretti

Ogni anno come ordina il calendario, la festa dedicata al patrono San Matteo, chiude tutte le feste estive iniziate con la festa campestre in onore di Santa Giusta.

Come ogni festa patronale che si rispetti, è indispensabile garantire il comitato per l’organizzazione dei festeggiamenti; quest’anno saranno i “Fedales” della classe 1958 ad accollarsi l’onere. Sono infatti diversi anni che la classe, anagraficamente parlando, arrivata al mezzo secolo di vita nell’anno precedente, si preoccupa di organizzare i festeggiamenti del patrono, una formula suggerita dall’ex parroco don Costantino Poddighe per via dell’assenza di comitati proprio per il festeggiamento del patrono.

Una cosa insolita, in quanto in tutti i luoghi la festa religiosa più importante dopo il “Corpus Domini” è appunto quella patronale e noi chiaramontesi tra l’altro, dovremo anche essere fieri di avere una parrocchia unica nella Sardegna; ci sono infatti altre chiese nell’isola titolate a San Matteo Apostolo Evangelista, ma solo a Chiaramonti San Matteo per così dire, la fa da Patrono.

Matteo, di professione esattore delle tasse, fu chiamato da Cristo ad essere uno dei dodici apostoli; la tradizione cristiana fin dal 200 lo ritiene anche uno dei quattro evangelisti, a lui si dovrebbe quindi la redazione dell’omonimo Vangelo in cui lo stesso viene chiamato anche Levi o il pubblicano. Viene raffigurato anziano e barbuto, ha come emblema un angelo che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo. Spesso ha accanto una spada simbolo del suo martirio. Matteo non va confuso con l’apostolo quasi omonimo Mattia.
Levi, in quanto pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell’epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all’erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il 1° comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l’immagine dell’imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l’imperatore. Matteo è il patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute, ragionieri, contabili ed esattori.
Gesù passò vicino a Levi e gli disse semplicemente Seguimi (Marco 2,14). E Matteo, alzatosi, lo seguì. Immediatamente Matteo tenne un banchetto a cui invitò, oltre a Gesù, un gran numero di pubblicani e altri pubblici peccatori.
Il nome Matteo, con il quale Levi è pure chiamato, vuol dire Dono di Dio. Alcuni suppongono che abbia cambiato il nome come una forma tipica dell’epoca, per indicare il cambiamento di vita (cf. Simone, poi Pietro, o Saulo, poi Paolo).
Secondo la tradizione della chiesa cattolica, Matteo è l’autore del primo vangelo ed è testimone oculare degli eventi raccontati.
Secondo alcune tradizioni, Matteo sarebbe morto in Etiopia. Le sue reliquie sarebbero state portate in Campania, nella Diocesi di Capaccio. Ritrovate sotto i Longobardi furono portate il 6 maggio 954 a Salerno, dove sono attualmente conservate nella cripta della cattedrale.


San Matteo è protettore della Guardia di Finanza.

FESTEGGIAMENTI RELIGIOSI:

  • dal 12 al 20 settembre, ore 18.00: Novena e Santa Messa
  • 18 settembre, ore 19.00: Celebrazione della Penitenza
  • 20 settembre,

ore 8.30 : Santa Messa in parrocchia

ore 18.30 : Santa Messa al castello con fiaccolata , animata dal coro parrocchiale

  • 21 settembre, (Solennità di San Matteo)

ore 8.30 : Santa Messa

ore 17.30 : Santa Messa presieduta da Don Sandro Piga, parroco di Nulvi e animata dal “Coro degli apostoli”

a seguire: processione per le vie del paese, con la partecipazione dei cavalieri a cavallo, del gruppo folk “Santu Matteu” e della banda musicale “Citta di Ploaghe”

FESTEGGIAMENTI CIVILI:

  • 13 settembre,

ore 17.30 : triangolare di calcio a undici “Trofeo San Matteo”, presso il campo sportivo comunale “Paris de Cunventu“. Parteciperanno: S.C. Chiaramonti – G.S. Laerru – Andrea Doria (con la collaborazione della Società Calcistica Chiaramonti)

  • 19 settembre,

a partire dalle ore 16.00, presso il castello dei Doria: Commemorazione “Bainzu Cossiga”, nel bicentenario della nascita del poeta chiaramontese.

a seguire: Premiazione della Prima edizione de Su Premiu de Poesia in Limba Sarda “Santu Matteu” – sezione poesia sarda e canto, con la partecipazione dei cantatori Gianni e Cesare Denanni e del chitarrista Salvatore Cossu.

  • 20 settembre,

ore 10.00 : Torneo di Morra , presso i locali dell’ex scuola media

ore 21.30 : Serata musicale con il gruppo CIAK, SI BALLA

  • 21 settembre,

ore 21.30 : Il grande varietà regionale con lo spettacolo

INCANTOS” con GIULIANO MARONGIU

nel corso della serata, si procederà alla premiazione dei vincitori dei vari tornei

Cantadores a poesia – Peppe Sozu, Antoni Piredda e Juanne Seu a Bortigali nel 1959 – Battorinas.

Scritto da carlo moretti

Riprendiamo la pubblicazione di alcuni versi, trascritti dalle registrazioni eseguite a opera di amatori durante le gare. Purtroppo stavolta è stato possibile recuperare la trascrizione ma non la registrazione, tant’è vero che anche le “batorinas” non sono complete, mi scuso con i lettori appassionati ma mi sembrava giusto riportare lo stesso, un pezzo storico della poesia estemporanea sarda.

Buona lettura.

BATORINAS

1. Sozu

A la cantamos una batorina,

ma, Bortigale, non sias ostile:

a frusciare si frusciat in cuile

ue b’at crabas e robba elveghina.

Como cantamos una batorina.

2. Piredda

Tando cantamos una batorina,

sonende sa poética campana

a chie de frusciare tenet gana

su frusciu che li ‘essat in s’ischina.

Ja chi cherides una batorina.

3. Seu

Como cantamus una batorina,

ca no cheren a fagher sa finale:

pro fagher una gara in Bortigale

est mezu a bogare cotighina.

Como cantamus una batorina.

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