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A contivizu de Domitilla Mannu

Scritto da carlo moretti

Custa est un’àtera parte de sa regolta de mutos de su biadu de tiu Pedru Brundu de Santu Giuseppe de Tzaramonte. Sende minore, los apo intesos cantare dae isse etotu, acumpanzadu cun su sonu de sa chiterra de babbu meu Tigellio Mannu. In cussos tempos, est a nàrrere in sos annos 60, su càntigu a chiterra fit pretziadu meda; si cantaiat in totu sas ocasiones de festa, cojuos batijimos, crijimos e a finitia de sos trabaglios de su massariu e de su pastoriu, chene ismentigare sas  serenadas e su cantare de sas feminas, massimu a totu cando faghiant trabaglios longos e in cumpagnia.

M’ammento chi, a s’ispissa, babbu recuiat a domo cun calchi amigu chi ischiat cantare, tando si calecunu de su bighinadu si nd’abizaiat, tzocaiat sa janna de domo e pediat su piaghere de la tènnere abberta pro intèndere mezus sa cantada. Fit istadu abberu una làstima a pèrdere custos mutos, ca medas non intames de esser ammentados non s’agatant mancu iscritos .

In sa punta ‘e Limbara
B’ant postu s’antenna
Pro sa televisione,
Deo ti devo amare
Pro una vida eterna
Cun vera passione.

Si si pesant sos bentos
Abbolotant su mare
Che grande temporada,
Si nde sezis cuntentos
Bos chelzo dimandare
De sa nostra cantada.

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Alessia …. un angelo tornato in cielo :(((

Scritto da carlo moretti

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8 marzo, festa del riscatto della donna e dei suoi diritti.

Scritto da carlo moretti

8 marzo 1908, Stati Uniti. L’assenza di sistemi di sicurezza e le pessime condizioni di lavoro causano un grave incendio nell’industria tessile Cotton, una fabbrica ad alta concentrazione di lavoratrici. Nelle fiamme perdono la vita 129 donne, rimaste imprigionate nella fabbrica: Mr. Johnson, il proprietario, usava chiudere le porte durante l’orario di lavoro, per impedire agli operai di uscire.

In ricordo della tragedia, sin dagli anni immediatamente successivi al suo accadimento, negli Stati Uniti si organizzano celebrazioni per commemorarla.

Presto l’importanza di questa data, 8 marzo, varca i confini americani: si diffonde in tutto il mondo grazie alle associazioni femministe e diventa il simbolo dei maltrattamenti che la donna ha dovuto subire, ma anche il punto di partenza del proprio riscatto.

Nel secondo dopoguerra l’UDI, Unione Donne Italiane, sceglie un fiore per questa ricorrenza: la mimosa, profumatissima e impalpabile, povera e selvatica, ma che subito si carica di una precisa connotazione politica. Sin dal momento della loro scelta, i grappoli gialli delle mimose diventano il simbolo delle donne e del loro combattere insieme.

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Retrattos cuados di Maria Sale a cura di Domitilla Mannu

Scritto da carlo moretti

Chissà si forrojende in sos alzìos,
inue sos ranzolos a iscampiàdas
s’an tessidu tramas e afficos,
pot’agattare, a oros chena biccos,
retrattos de cuddos giajos mios,
ch’in ammentos no appo
nè in fentòmos.

E l’ app’a isterrer
sas pijas ischizidas
pro ch’’ider intro
su risittu cuadu,
in prammu ‘e manu
un’iscutta torradu
a connoscher de nou
lughe ‘ia.

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Studi storici sui dialetti della Sardegna Settentrionale di Mauro Maxia – Capitolo 4

Scritto da carlo moretti

Capitolo 4

Interferenze corse in documenti dei secc. XIV-XV

Sotto il profilo storico la questione della colonizzazione còrsa della Sardegna settentrionale è rimasta a lungo inesplorata. Soltanto di recente una serie di studi sta mettendo in luce una realtà che era sottesa da una salda presenza linguistica 54. In realtà una forte presenza dei còrsi è attestata, per la città di Sassari, fin dai secoli XIV-XV 55.

L’epigrafe di Santa Vittoria del Sassu (v. cap. 5) in apparenza sembrerebbe rappresentare un documento avulso da un contesto linguistico che finora gli studiosi avevano ritenuto caratterizzato dalla presenza del solo logudorese.

In realtà è sufficiente gettare uno sguardo attento su alcuni documenti bassomedievali per rendersi conto che il còrso vigeva da tempo nel settentrione sardo e che forse in alcune zone stava già soppiantando la lingua originaria. Sotto il profilo fonetico non è difficile dimostrare che diversi prestiti del dialetto gallurese furono acquisiti prima del ’500. Basti pensare a risoluzioni come dècchitu “elegante” dove la velare sorda, al pari dell’identica forma del moderno logudorese, si è cristallizzata senza seguire la regolare evoluzione k > g. La forma gallur. suiɖɖátu “tesoro nascosto” risulta più arcaica rispetto allo stesso logud. siɖɖádu. Essa parrebbe derivare dal logud. ant. sigillu evolutosi fin dal Duecento in siillu col regolare dileguo della velare sonora intervocalica 56.

È da quest’ultima forma che potrebbe essersi svolto il gallur. suiɖɖátu con cacuminalizzazione della liquida intensa e dissimilazione i-i ~ u-i delle due vocali iniziali trovatesi in contatto per la caduta della precedente -g-. La relativa trafila sarebbe la seguente: logud. ant. siillu > *siillatu (> logud.mod. siɖɖádu) > gallur. suiɖɖátu. Tuttavia, gall. suiddatu può costituire, più probabilmente, una variante dileguata di crs. oltrm. suviɖɖátu (Sotta).

Un altro esempio può essere fornito dall’avverbio chizzu [’kits:u] “presto, di buonora” che non può derivare dal logud. moderno chitto. La base è rappresentata infatti dal logud. ant. kitho < CITIO per CITIUS 57. Ora, siccome la forma logudorese moderna si è sviluppata verosimilmente entro la metà del XV secolo 58, si deve ritenere che anche la variante gallurese sia insorta entro il medesimo periodo storico.

Allo stesso modo si possono portare ulteriori prove che il còrso era vitale in Sardegna durante il Trecento e forse anche nel secolo precedente. Questa ipotesi appare valida soprattutto per le colonie còrse che dovevano essersi stabilite nei maggiori centri della Sardegna settentrionale e nei capoluoghi delle curatorie (Sassari, Sorso, Castelsardo, Tempio, Terranova). Sia sufficiente citare il suffisso –ára che compare in toponimi importantissimi come Limbara, Tavolara, Molara, Asinara, alcuni dei quali sono documentati già nel basso medioevo. Si tratta di un caratteristico suffisso còrso attestato, appunto, anche nella Sardegna settentrionale 59.

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Carnevale 2012 tra il mondo Disney dei pirati e di topolino e minni, condito con un pò di satira TV, corride, prodotti della campagna e una grossa banda di gansters in puro stile anni ’30

Scritto da carlo moretti

E’ stata così colorata come la vedete in foto, la oramai tradizionale sfilata carnevalesca chiaramontese, con sette carri allegorici. Chiedo venia agli amici nulvesi con la Papamobile presente domenica, ma non sono riuscito a reperire una foto. Se qualcuno ne avesse una a disposizione si faccia avanti.

Un veliero, con una ciurma di tutto rispetto e tanti giovanissimi pirati pronti all’arrembaggio dei viveri preparati per la merenda (naturalmente con il permesso del capitano Jack Sparrow), una marea di topolini con rispettive fidanzate (minni), una banda di duri gansters pronti a far fumare le pistole e i mitra in compagnia di tante ragazze in abito da sera, un simpatico quanto fornitissimo carro di cibarie locali bene in vista e disponibili a tutti, il grosso cactus del programma “Colorado” (anche se Belen R. non si è vista), un toro pronto per l’atto finale della corrida e gli amici di Nulvi con la loro papamobile e prelati al seguito.

Una bella sfilata in “tono” come non si vedeva da anni, colorata e spensierata in barba, forse per non pensarci, alla crisi che in questi ultimi tempi sta stringendo la nostra nazione. E forse per esorcizare quella “monotonia” che non piace ai nostri politici, i chiaramontesi hanno dedicato la manodopera al carnevale per due serate di divertimento accolte in piazza, sempre con cibarie, frittelle e buon vino dalla Pro Loco di Chiaramonti e i suoi collaboratori.

Ottimo lavoro anche per la neonata Consulta Giovanile, che si è presa l’onere di organizzare le serate di ballo per i bambini all’ex scuola media e nella Sala Fontana, domenica e marterdì sera dopo la festa in piazza.

(E’ possibile vedere le foto a tutto schermo cliccando sopra le miniature)

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Chiaramonti, assunzioni in Comune

Scritto da ztaramonte

Articolo tratto dalla Nuova Sardegna del 09.02.2012 di Letizia Villa

Il Comune ha richiesto la selezione di due collaboratori amministrativi in possesso del diploma di scuola media superiore. Le domande di partecipazione vanno presentate entro il 21 febbraio al Centro dei servizi per il lavoro di Castelsardo, via Vespucci 14 – Cap. 07031 – tel. 079 470003 – fax 079 479813.

Sede di lavoro sarà il Comune. I requisiti richiesti sono la  residenza nel Comune, l’età minima di 18 anni e l’uso del computer. Per partecipare alla selezioni occorre presentare al Csl il certificato Isee 2010.

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