Scritto da Gianluigi Marras
La parte più rimarchevole delle emergenze del sito è costituita dagli imponenti ruderi dell’antica parrocchiale di San Matteo, che occupano l’angolo nord-occidentale del pianoro di Monte Cheja.
Nonostante la solennità delle strutture mancano completamente studi architettonici e stilistici. Purtroppo la veloce degradazione di cui sono state oggetto, con il crollo e lo spoglio di molte murature, rende sempre più difficile la lettura del monumento. E se i recenti restauri hanno avuto il merito di bloccare (o rallentare?) il degrado e di consolidare la fabbrica, conseguenze non altrettanto positive ha avuto per l’analisi stratigrafica degli elevati. L’uso indiscriminato infatti di malte negli spigoli e nei punti di contatto fra i vari elementi architettonici, i rimaneggiamenti effettuati senza alcun rispetto delle tecniche originarie, donano si ai ruderi un candore piacevole a vedersi ma altresì appiattiscono e omogeneizzano le differenze originali.
In ragione di tale inibizione, oltre che della difficoltà dell’esame autoptico ravvicinato di varie porzioni del monumento, quella qui proposta non può che essere un’indagine incompleta e problematica in molti punti.
Si espongono di seguito dapprima una breve descrizione stilistico-architettonica della chiesa e, di seguito, i risultati dell’analisi stratigrafica dell’elevato[1].
Lo studio stratigrafico è stato svolto secondo una campionatura che ha interessato circa il 60% delle strutture. La selezione è stata fatta sulla base di tutta una serie di ricognizioni non sistematiche, che hanno individuato una serie di problematiche e punti da controllare[2].
La chiesa di San Matteo ha posto sin dall’inizio una serie di quesiti di seguito riassunti:
1) Si potevano individuare preesistenze architettoniche?
2) In caso affermativo, erano pertinenti a strutture civili o religiose?
3) Individuazione di eventuali fasi costruttive distinte della chiesa
4) Riconoscimento delle tecniche costruttive
5) Analisi delle dinamiche di cantiere.
6) Cronologie assolute
A indagine, almeno parzialmente, conclusa si può affermare che i punti 1 e 3 hanno avuto una risposta soddisfacente, i punti 4 e 5 una spiegazione limitata mentre per il punto 2 si sono solo potute formulare delle ipotesi non verificabili se non con le tecniche dello scavo stratigrafico. Il punto 6 infine non ha avuto alcuna risposta, a causa della mancanza di qualsiasi indicatore cronologico assoluto.
Ad una prima osservazione il complesso architettonico (CA) è stato suddiviso in undici corpi di fabbrica (d’ora in poi CF):
- Planimetria generale
§ CF 1, costituito dalla torre campanaria;
§ CF 2, cappella laterale orientale addossata al CF 1;
§ CF 3, cappella laterale orientale a sud di CF 2;
§ CF 4, cappella laterale orientale a sud di CF 3;
§ CF 5, cappella laterale orientale a sud di CF 4;
§ CF 6, la prima cappella laterale occidentale rispetto all’ingresso;
§ CF 7, cappella laterale occidentale, a nord di CF 6;
§ CF 8, cappella laterale occidentale obliterata, a nord di CF 7;
§ CF 9, abside quadrangolare;
§ CF 10, navata centrale della chiesa;
§ CF 11, cappella laterale occidentale rasata, a sud di CF 6.
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