3
mar
2010
Affari, testamenti e inventari a Chiaramonti nel 1828.
Protagonisti: Pietro Canu e il prete Bachisio Usai.
Premessa
Abbiamo illustrato, utilizzando unicamente i regesti e qualche atto, vita quotidiana e morte a Chiaramonti negli anni 1826 e 1827. In sintesi ci siamo serviti di atti di compravendita di terreni, case e animali (e di qualche capanna), acquisizioni di censi, trasferimenti degli stessi, redazione di testamenti di chiaramontesi o dei dintorni, che poi, come vedremo, non sempre moriranno dopo aver testato, ma che continueranno a vivere ancora per qualche anno.
Abbiamo conosciuto anche i protagonisti vincenti, in questo caso supponiamo gli acquirenti, e quelli perdenti, coloro che sono costretti a vendere, perché forse si erano indebitati con l’acquirente o forse perché avevano bisogno di liquidità per combinare altri affari. Abbiamo osservato anche con quali modalità si doveva redigere il testamento, cioè con una triplice preoccupazione: la salvezza dell’anima, la sepoltura del corpo, la destinazione dei beni. La disposizione sul luogo della sepoltura che poteva effettuarsi presso il cimitero della chiesa parrocchiale di San Matteo al Monte oppure sotto il pavimento negli oratori urbani di Santa Croce e della Vergine del Rosario o presso la Chiesa del Carmine attigua al Convento dei frati carmelitani, allora isolata dal centro abitato. Le salme, presumibilmente in una semplice bara di legno, venivano sistemate attraverso una scalinata nella cripta della chiesa, sotto il presbiterio o sotto qualche cappella laterale come nella chiesa del Carmine. Le diagnosi di morte non sono indicate negli atti, ma la tradizione parla di colpi apoplettici (ictus), di mal sottile (tubercolosi), di malattie gastro-intestinali, di arresti cardiaci e, per chi subiva degl’interventi chirurgici, di setticemia. C’era poi chi moriva d’incidente: incornate di tori, punture di vedova nera, cadute da cavallo, precipitando da alberi o da picchi rocciosi alla ricerca di qualche capra o altro animale da allevamento. Infine, vi erano casi di morte violenta: omicidi, suicidi, incidenti di caccia.
Cenni sul contesto storico europeo e italiano nel 1828:
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