Chiaramonti, il portale delle vostre idee

Il libero spazio per le vostre opinioni

Problemi con Windows? E’ lento? Specialmente nell’avvio? Qualche volta il vostro lavoro è interrotto da una schermata blu?

Scritto da carlo moretti

Spesso e volentieri, mi capita di sentire gli amici domandarmi: «perché Windows è così lento?  Quando l’ho acquistato era una scheggia! Ora impiega un sacco di tempo per partire e aprirmi le applicazioni!»

La risposta che spesso terrorizza tutti è: «se lo formattiamo e reinstalliamo Windows, torna la scheggia di prima.»

Devo dire, che questa è una di quelle risposte dove anche io storgo il naso solo a pensarla. Di solito però e la prima che viene di getto, che ha un impatto molto alto, sulle persone che vivono nella paura di perdere software, dati e impostazioni che per chi non ha una certa dimestichezza diventa un lavoro tutto in salita. Non parliamo poi quando si tratta di recuperare i drive dei componenti del nostro computer, se si tratta di un assemblato, il lavoro di reinstallazione getta nel panico anche i più esperti, peggio ancora quando si tratta di notebook.

Se poi la risposta è: «potrebbero essere i sintomi del disco rigido che sta per lasciarci», allora c’è il pericolo che qualcuno aspiri al suicidio….., scherzo naturalmente.

Quando compriamo un personal computer sia da tavolo o portatile, non facciamo mai caso a come lo maltrattiamo; acquistiamo riviste che contengono dvd con tanto software e giochi da provare, installiamo e disinstalliamo (quando ci ricordiamo), senza badare al fatto che tutte quelle scritture nel disco, non sono mai contigue. Ad esempio: se noi compriamo un quaderno per scrivere le nostre poesie, iniziamo dalla prima pagina per finire con l’ultima, ma quando poi le rileggiamo e facciamo una cernita, faremo delle cancellature  alternativamente lasciando dei vuoti di lettura proprio in mezzo al quaderno.

Succede così anche in un disco rigido, come noi perdiamo tempo a sfogliare le pagine cancellate prima di arrivare alla successiva ancora scritta, anche il nostro disco perderà del tempo a spostare le testine sui suoi piatti allungando i tempi di risposta alle nostre ricerche.

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Nella Terza Categoria Girone M, la capolista Chiaramonti riparte vincendo con l’Atl. Bono per 3 a 1.

Scritto da carlo moretti

In una domenica umida dalla pioggia e nevischio, ventosa e fredda, dove a grande richiesta era necessaria la maglia della nonna, i nostri beniamini del calcio chiaramontese hanno espugnato il campo dell’Atl. Bono, vincendo di misura per 3 a 1. Le reti sono state “gonfiate” da Mura, Oggiano e Sini.

Cambia anche la situazione in classifica riprendendo le distanza dal Benetutti sconfitto dal S.Quirico per 3 a 1.

Che dire, il freddo tempra le menti e aiuta nella concentrazione.

S.C. Chiaramonti avanti così, la prossima domenica avremo il nostro turno di riposo, siamo più tranquilli perchè in vantaggio sulle inseguitrici, ma non dormiamo sugli allori, il cammino è ancora lungo.

FORZA RAGAZZI E SEMPRE FORZA CHIARAMONTI!!

Ecco i risultati delle altre partite, il prossimo turno e la classifica del girone:

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Dal vecchio al nuovo testamento. (Di Salvatore Cambosu)

Scritto da carlo moretti

BREVE NOTA BIOGRAFICA

Salvatore Cambosu nasce a Orotelli il 5 gennaio 1895 e cresce sotto la guida del padre Gavino (zio da parte materna della Deledda) e della madre Grazia Nieddu accanto ai suoi numerosi fratelli e sorelle – Gavino, Battistina, Nicolina, Sebastiano, Andrea, Antonietta e Grazia.

Si avvia alla carriera di insegnante nelle Elementari di Orotelli e di altri villaggi della provincia di Nuoro e, dopo una parentesi politica (fu amministratore dal 1923 al 1926 del comune di Orotelli dove realizzò diverse opere pubbliche fra cui la pavimentazione a selciato di tutte le strade), si trasferisce a Cagliari dove insegna in vari istituti.

Intraprende nel contempo l’attività pubblicistica con articoli, racconti e novelle che appaiono su Il Messaggero, Il Corriere d’Italia, Il Popolo Romano e sulla rivista Noi e il Mondo e sin da quei primi articoli si manifesta l’interesse dello scrittore per i problemi dell’Isola (specie quelli sull’identità dei Sardi) che costituiranno la materia delle sue importanti collaborazioni future.

DAL VECCHIO AL NUOVO TESTAMENTO

Tratto da Miele Amaro di Salvatore Cambosu

Era solito dire Stefano Virde, il quale si atteneva per lo più alle favole antiche, che, di un intero continente caduto in disgrazia, Dio salvò unicamente quest’isola perché era abitata da una gente laboriosa e di semplici costumi.

Stefano Virde amava troppo la sua terra, l’amava ciecamente: ne nascondeva i difetti e ne ingrandiva i pregi: tanto che non permetteva a nessuno, neppure ai suoi figli (che erano andati raminghi in cerca di lavoro, nei continenti estraeuropei), e neppure ai suoi nipoti (che avevano passato il mare per fare le guerre): non permetteva nemmeno a loro di far dell’ironia sul conto del Sardo che ha, fra i suoi vezzi principali, anche quello d’appartarsi e di mettersi a cantare nelle solitudini, come uno che pianga di nascosto.

Molti secoli prima che Stefano Virde nascesse, un terribile vescovo, Lucifero di Cagliari, era arrivato ad affermare che il pontefice di Roma era incorso in errore, reintegrando nella loro dignità i pastori d’anime che erano ritornati all’ovile, già fautori dell’eresia d’Ario, al fianco dell’imperatore Costanzo, contro Atanasio:1 errore tanto grave, a suo parere, che anche come reduce dall’esilio (che aveva scontato nella Tebaide con dignità ed estremo coraggio e aperto vilipendio di Costanzo che glie lo aveva inflitto) si sentiva autorizzato a mettersi in rotta con la Curia romana, e a proclamare la Sardegna immune da lue eretica, e perciò la sola sede che fosse rimasta degna di Cristo. Il che faceva dire con sarcasmo a San Gerolamo: il Figlio di Dio non essere disceso ob tantum Sardorum mastrucam.

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Poesias de Tzaramonte:

Scritto da carlo moretti

In s’ispidale de Tempiu

de Bainzu Truddaiu

(A sos poetas cadduresos)

Una domitta chi tenzo in Baldedu
est minoredda, ma fit cori manna
cando fia ‘erettu che una canna
e pienu ‘e poeticu meledu:

bi ‘eniat poetas de Nughedu,
Dettori, Espa cun Antoni Sanna:
Giampaiana tottu cussa gianna
cun coro mannu e risittu masedu.

Amada Poesia, cantu m’hasa
dadu amigos caros a su coro
e ancora bastante mi nde dasa!

De Tempiu in cust’add”e su piantu,
poetas cun sa pinna infusta in oro
mi carignan ancora in modu santu.

Prima, comente nei, pro sa Pasca,
poetas sardos mannos fini in domo,
e ca m’istimaian los fentomo
e ne prom’ ‘ider timian burrasca

cando pius infusta fit sa frasca.
Gai che tando istadu essera como,
forte che turre, nuraghe o duomo;
no goi cun s’alenu casca-casca (1)

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Il Bottida frena la fuga del Chiaramonti con un pareggio, ma la vetta della classifica per ora è salva.

Scritto da carlo moretti

E’ stata una di quelle domeniche da dimenticare perchè la sfortuna l’ha fatta proprio da padrona.

Conclusioni in porta, parate miracolose, traverse, un rigore parato….

La prima giornata di ritorno del campionato di Terza Categoria Girone M è stata favorevole per le inseguitrici, ma il pareggio ci è bastato per mantenere la testa della classifica. E’ chiaro che come suggeriva Micki Harris nell’articolo dedicato all’ultima giornata di andata, bisogna mantenere la concentrazione, i piedi per terra e io aggiungo un buon rifornimento di fortuna.

A riempire la rete avversaria è stato ieri Beniamino Oggiano al quale auguriamo di concludere sempre così positivamente.

Che dire ragazzi, un pareggio ci sta anche, adesso allungate sulle inseguitrici, SEMPRE, FORZA CHIARAMONTI!!!

Ecco i risultati delle altre partite, il prossimo turno e la classifica del girone:

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Un’amicizia breve ma intensa, accomunata dalla passione per la musica e da un bimbo di quattro anni.

Scritto da carlo moretti

Giovanni Soro mi aveva accennato in una breve e-mail scambiata ai primi di gennaio per gli auguri, della dipartita di un giovane amico, ospite a Chiaramonti con il gruppo di amici thailandesi l’estate scorsa.
Non sapendo con certezza chi fosse, ho preferito non fare alcun riferimento alla cosa, ma ieri mattina quando ho appreso la notizia pubblicata su patatu.it, ho capito, e un certo malumore seguito da un groppo in gola mi ha accompagnato per il resto della giornata.
Avevamo parlato diverse volte anche se con il mio inglese biascicato, dello strumento che quasi sempre lo accompagnava e della musica etnica del quale era molto interessato, proprio per quello avevo fatto alcune copie da donargli di canti e balli sardi tradizionali.
La cosa che però mi aveva colpito maggiormente, fu durante la serata culturale di balli e canti tradizionali organizzata presso il circolo Fly di Giovanni Pileri, mentre parlavamo cercando di intenderci, mio figlio il più piccolo arrivò per chiedermi qualcosa e lui mi chiese subito la sua età, 4 anni, come il suo primogenito. Sarà stata la nostalgia o la lontananza dalla sua famiglia, ma guardava mio figlio come fosse il suo quasi con gli occhi lucidi.
Questo è il mio ricordo di Ravee, e questo il mio modesto tributo alla sua memoria:

Ravee Nantha


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Contos de foghile – Il fanciullo nascosto – Seconda parte – (Grazia Deledda)

Scritto da carlo moretti

Fuori, ad una estremità e all’altra della strada dritta, animata in quell’ora da torme di ragazzi, si vedevano due cime di monti, nera quella a destra sullo sfondo rosso del crepuscolo, azzurra quella a sinistra, sul cielo pallido, con una grande luna d’oro sopra. Ma come nelle altre sere Bainzeddu, con le sue brachine sporche e il corpettino di velluto lacerato, non si staccava dal gruppo degli altri ragazzini per avvicinarsi al nonno e cercare di strappargli il bastone con ambe le manine aspre, facendo forza indietro, coi bei dentini stretti e i grandi occhi azzurrognoli scintillanti sotto la frangia dei capelli selvaggi.

Il nonno però non s’inquietava; pareva sapesse che il ragazzo era già nascosto e aspettasse la fine dell’avventura. In tutto il pomeriggio non aveva aperto più bocca; neppure quando venne la nuora, sul tardi, per prendere il ragazzo, disse una parola.

Il ragazzo non c’era.

La madre, piccola e affaticata come una servetta, si affacciò alla porta per chiamarlo.

- Baì? Bainzé? -

L’asinello, dentro, si fermò ascoltando. Il ragazzo non rispose. La madre tornò nella cucina, andò nel cortile, salì nelle camere di sopra.

- Bainzé? Bainzeddu? -

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