Chiaramonti, il portale delle vostre idee

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Centrata l’ottava vittoria, S.Quirico – Chiaramonti 2 a 4.

Scritto da carlo moretti

Per continuare a reggere la pressione da primi in classifica del Girone M bisogna mantenere i piedi per terra ( e come direbbe qualcuno: “culu frimmu”). Il Chiaramonti ieri ci è riuscito bene nel campo del S.Quirico (Buddusò) e con una doppietta di Falchi e altre due reti, una di Mura e una dell’immancabile Biddau, ha portato a casa un’altra vittoria importante, se consideriamo che il Benetutti è sempre lì a pari punti, sotto di una posizione solo per differenza di reti fatte. Quest’ultima ha vinto nel campo del Cossoine per un’autorete al 31° minuto della ripresa.

Anche la squadra del Li Punti vincendo con l’Atl. Muros per 2 a 1 si porta nella terza posizione della classifica, benficiando della sconfitta del Cossoine.

Al momento va tutto bene, mantenete così la vostra concentrazione ragazzi e FORZA CHIARAMONTI SEMPRE!

Ecco i risultati delle altre partite, il prossimo turno e la classifica del girone: Leggi tutto »

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Contos de foghile – Ancora magie……

Scritto da carlo moretti

Di Grazia Deledda:

Zio Salvatore, il nostro vecchio fattore, cominci:

- Figlioli miei, io non sono stato sempre agricoltore: ero nato per diventare qualcosa di grande, prete almeno, ma i casi e l’estrema povertà della mia buona mamma, non lo permisero. Tuttavia durante la mia fanciullezza feci il sagrestano nella nostra chiesetta di San Giuliano, e solo allorché, smessa ogni vocazione religiosa, pensai di ammogliarmi, mi scossi via il profumo d’incenso e di cera che esalava dalle mie vesti, e, vestitemi le ghette mi posi a lavorare la terra. Sentite dunque: era l’ultimo anno della mia… segrestania e ne contavo già ventidue.

Una sera di novembre, all’imbrunire, me ne stavo seduto al di fuori della nostra casetta, sul carro di un vicino, e guardavo in fondo alla via. Siccome faceva freddo nessuno si degnava tenermi compagnia, e anch’io, certo se non fossi stato spinto da un forte motivo, non sarei rimasto là. Vedevo i monti, già coperti di neve, tutti velati di nebbia, sentivo già dal cielo fosco stillare un’umidità gelata che trapassava il mio cappotto, e il vento freddo m’imporporava il naso, eppure non mi muovevo. Il campanile nero di San Giuliano, facendo di tanto in tanto capolino fra la nebbia e le tinte fosche dell’imbrunire, mi avvertiva esser l’ora di recarmi a sonar l’ave, eppure io restavo là duro, stecchito, immemore del mio dovere. Ciò che più mi tentava era l’allegro schioppettare del fuoco, dentro, nella nostra cucinetta calda ove mamma preparava un buon minestrone di fagiuoli con cavoli, un vero lusso sapete, aizzando ogni tanto con la sua voce tremula l’asinello che funzionava ancora, monotono e lento, intorno alla macina in un angolo della cucina. Guardavo ogni tanto il tetto basso e umido che fumava e il pensiero del buon fuoco accresceva il mio freddo, pure non mi muovevo, come fossi incantato. Ah, se, ero proprio incantato. Un’ora prima, all’uscita della novena, Graziarosa, mi aveva detto con mistero:

«Compare Batò, devo parlarvi: attendetemi fra un’ora davanti a casa vostra.»

Graziarosa parlarmi, darmi un convegno! Era una cosa che io non sognavo neppure: perché dovete sapere che, innamorato pazzo di lei, lei non mi aveva mai voluto ascoltare, anzi mi derideva chiamandomi: compare campanile! Come soffrivo Dio Santo! Graziarosa si credeva un gran che perché serviva in casa del Sindaco, il più ricco signore del paese, e accompagnava la padroncina Donna Daniela, a passeggio; era una bella ragazza, Graziarosa, con gli occhi verdi, e io ne andavo pazzo: ma lei non mi dava uno sguardo, anzi pretendeva di maritarsi con un signore! Figuratevi però che signore! Uno che avesse pantaloni, ecco, talché io, esasperato, quando lo seppi, le cantai persino sotto la sua finestra, una canzone infame:

Teracas chi signoras bos cheries..

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Amare Chiaramonti: i monelli di Via Garibaldi (1940-1947)

Scritto da angelino tedde

Parte superiore di-Via Garibaldi

Eravamo un gruppo di nove ragazzini, in Chiaramonti, nel rione de Sa Niera: nei pochi metri quadrati di via Garibaldi 17, il più grandicello era Giuanninu mentre Angelinu, Ico, Faricu quasi coetanei; le ragazze: Margherita, Giannedda, Giuannina, Toiedda e Matteuccia, queste, mie sorelle. Si giocava insieme dalla mattina alla sera, scorrazzando tra la casa Grixoni e quella meno agevole dei fratelli Pisanu: Placida, Ottavio, Giulio, Toeddu.

Corsa, bagliaroculos, imbrestia (gioco al sasso piatto) monteluna e le ragazze, a brucio, saltellando ad una gamba dentro i quadrati disegnati con la carbonella.

Spesso si sconfinava nella stradina a larghe scaline che portava in via Cavour, quasi dentro la casa di zia Lucia Tedde e più in là di zia Ziziglia, la più insopportabile insieme a zia Mariantonia, che vigilava da un piano sopraelevato, all’angolo, del vicoletto, che portava alla strada più alta de sa Niera. Non potevamo che stare insieme dal momento che Giuanninu, Ico, Margherita e Giuannedda erano figli di zio Peppeddu Biddau e di zia Leonarda Porcheddu che abitavano il piano sopraelevato al nostro di proprietà di zia Filomena Tedde, emigrata a Perfugas con zio Bachisio Ortu.

Sotto, in quella che era stata la casa prima di mio bisnonno Antonio e poi di mio nonno Matteo, stavamo noi, figli di Angelinu Tedde, senior, e di Serafina Linda Piras.

Nostri dirimpettai erano Giuannina e Faricu, figli di zia Marietta Succu e di zio Giuanne Tolis.

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Cantadores a poesia – Masala e Seu a Seui nel 1996 – Secondo tema: Muzere fea e onesta, muzere bella e disonesta.

Scritto da carlo moretti

Continuiamo con le gare di poesia sarda.

Vi invitiamo a leggere e ascoltare il secondo tema della gara poetica tra Marieddu Masala e Juanne Seu a seguito del primo tema già pubblicato con il precedente articolo del 16 novembre 2008.

Oltre i versi, troverete circa ogni dieci ottave, un lettore mp3 che vi consentirà di sentire la registrazione della gara. La necessità di dividere la registrazione in tre parti, è unicamente una mia scelta, dovuta al fatto che con spezzoni di files più piccoli, sono agevolati all’ascolto anche gli utenti con linea non ADSL. vi consiglio di avviare il lettore prima di iniziare la lettura dei versi.

Buon ascolto e buona lettura.

MARIEDDU MÀSALA / JUANNE SEU

Festa de Santu Pitanu

Seui, su 4 de Austu de su 1996

Secondo tema: MUZERE FEA E ONESTA,

MUZERE BELLA E DISONESTA

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Aggiornamento sulla 11a. giornata di andata del campionato di Terza Categoria Girone M.

Scritto da carlo moretti

Ieri si è giocata l’undicesima giornata del campionato di terza categoria girone M che la nostra squadra aveva già disputato in anticipo con il Li Punti il 20 dicembre scorso.

La classifica rimane immutata nonostante il Benetutti si sia portato a pari punti vincendo in casa con l’Anela per quattro reti a zero, considerando la differenza reti fatte e subite. Saranno le prossime partite di Cossoine e Buddusò a definire meglio la situazione in classifica.

Il Cossoine pareggiando in casa del Mara due a due si porta alle spalle delle capoliste scavalcando il Li Punti.

Buone anche le prestazioni del Bottida in casa con il Torralba e del Florinas che conquista il campo del Muros.

Comunque rimaniamo con i piedi per terra, continuando ad urlare sempre FORZA CHIARAMONTI! FORZA RAGAZZI!

Ecco i risultati delle altre partite, il prossimo turno e la classifica del girone:

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“Facebook” – Faccia di libro, il social network del momento.

Scritto da carlo moretti

Nel 2004 Mark Zuckerberg, dando vita a Facebook, non pensava che un giorno avrebbe coinvolto anche un bel Facebookgruppo di chiaramontesi, lui pensava di tenersi in contatto con suoi ex-compagni dell’università di Harvard.

Ma dopo quattro anni, 132 milioni di utenti registrati (a giugno 2008), tutto il pianeta ne è rimasto coinvolto scalando le classifiche dei siti più visitati e superando addirittura il rivale storico MySpace.

Anche io, chiedendomi come poter coinvolgere gli amici di ztaramonte.it in una chat o qualcosa di similare, ho aderito al social network, e devo dire che in queste fredde sere d’inverno trovo a dir poco fantastico poter dialogare con tanti amici da posti diversi e scambiarsi informazioni e perchè no anche frivolezze.

Devo concludere che mi trovo veramente bene, non sento più il bisogno di aggiungere una chat personalizzata Gruppi Chiaramonti su Facebookal sito, e che gli amici con cui dialogo sono fantastici. E non voglio sentire ancora tante persone, le più riottose verso il computer e internet, perchè a volte la cuorisità di questo nuovo mondo riesce a far cambiare parere anche ai più disinteressati verso questo mondo.

Bella idea anche quella della condivisione di foto fra gli amici e pubblicarle on-line, Facebook non ha niente da invidiare a Flickr; se quest’ultimo vanta due miliardi di foto, Facebook ha raggiunto l’impressionante cifra di 10 miliardi.

Però lo scopo di quest’articolo è anche un altro, se il network offre lo spazio per un piccolo ritrovo alla nostra comunità, accoglie anche minacce on-line mirate ad impossessarsi dei nostri dati personali e più in particolare di quelli della nostra home-banking o della carta di credito.

Leggete quindi quest’avvertimento e tenete conto se non volete che il vostro conto corrente sia prosciugato da ignoti: Facebook ha un virus, un virus che funziona stuzzicando la curiosità dei 132 milioni di utenti facendo credere loro che non sia altro che un video da visualizzare.

In realtà lo scopo altro non è, come ho detto prima, di impossesarvi dei vostri dati sensibili. Il nome del virus è Koo-kface. Dopo aver cliccato su un link all’interno di un messaggio recapitato nella posta del proprio account, si è invitati a guardare un video e a scaricare l’ultima versione di Adobe Flash Player. Così parte l’attacco che sfrutta la convinzione errata di essere attaccati su un sito simile proprio perchè è necessario esserne membri.

Facebook non sa quanti siano gli utenti coinvolti, e gli esperti invitano a eseguire una scansione con un antivirus o eventualmente, a eliminare i file “tmark2.dat” e “mstre6.exe”.

Per chi fosse interessato su maggiori dettagli, può visitare il sito Symantec cliccando sul link di seguito:

http://www.symantec.com/security_response/writeup.jsp?docid=2008-080315-0217-99

Questo non è il primo e non sarà l’ultimo degli articoli dedicati a  consigli utili a risolvere problematiche informatiche in rete o nei vostri computer.

Vi saluto a presto.

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Rebeccu tra passato e presente.

Scritto da angelino tedde

Giungiamo al borgo di Rebeccu con la Gazella dei Vigili Urbani di Bonorva che leggera e silenziosa percorre il tornante che ci conduce nella piazzetta pavimentata di ciottoli chiaroscuri . Il cielo è plumbeo e sul borgo senza abitanti, migrati altrove tra Otto e Novecento, incombe alto e sagomato il monte Minerva. Ci bagna una pioggerellina, quasi il pianto di un paesaggio senz’anima, ma che per due giorni verrà rianimato dae sas giannas abertas con produttori del Logudoro-Goceano- Coros che abertas hanno sas tancas con quanto esse producono.

Intorno alla piazza tante casette a pianoterra, alcune appena restaurate, altre accasciate e con le porto chiuse, in attesa di chi le ha volute abbandonare.
Incombe sulle abitazioni il ristorante Su Lumarzu con una parte sopraelevata. Poche viuzze si diramano verso l’alto con casette alcune dal tetto scoperchiato, altre cadenti, altre diroccate. Cammini e scopri un’altra piazzetta antistante la più doviziosa delle casette restaurate. Un camminamento lungo il costone ti porta ai ruderi della romanità. Il borgo abbandonato di Rebeccu è tutto qui, arroccato alle pendici del monte, quasi a sfidare il tempo e a fingere di controllare ancora la vasta valle dei Nuraghi e la piana di Santa Lucia.
Una folla che silenziosa entra nelle porte aperte, sas giannas abertas, dove ogni caminetto è acceso e accanto alle opere in ferro battuto di Diego Mele stanno i lavori di pelletteria di Emilio Marcucci, in altra stanza i fratelli Piga espongono i formaggi di Bonnannaro. Nella casetta dirimpettaia l’azienda vitivinicola di Umberto Soletta di Florinas offre la degustazione di vini, in altra stanza Maria Efisia Carta ti fa gustare “su pane fresa” . Così di casa in casa vai immergendoti nei sapori e nei profumi antichi di un mondo contadino che pareva scomparso: l’olio dei fratelli Cocco e i salumi di Giuseppina Gambinu. In altri ambienti domestici vai ammirando i tapetti multicolori di Giovanna Chessa di Nule e i lavori al telaio in lino e in lana variegata di Gavina Cossu di Bonorva, molto simili al corredo della principessa Nefertiti del Museo Egizio di Torino: l’antica civiltà mediterranea sembra emergere da queste esposizioni ammirate dai visitatori che si sono fatti più numerosi e che vanno man mano a degustare un abbondante buffet etnico predisposto dall’accogliente ristoratore Franco Sanna e i suoi figli. Arrivano anche i promotori di queste manifestazioni quali il presidente del Gal Giammario Senes e si sui più stretti collaboratori, vari sindaci del Goceano e del Logudoro e altre autorità che preferiscono ammirare l’animazione che si è creata nella piazza de sas giannas abertas. Molti visitatori discutono, chiedono i prezzi e alcuni comprano. E’ superfluo dire che i salumi odorosi, il pane zichi di Deriu e Dettori di Bonorva, i formaggi in variegata confezione, il pane fresa, l’olio, il vino sono i prodotti più ricercati dai visitatori che apprezzano anche Rebeccui manufatti in ferro, pelle, lana e lino, disponendosi anche all’acquisto non solo di prodotti agro-alimentari come il miele di Pinuccia Nurra di Bono e i sottolii dei Fratelli Pinna di Ittiri.
Mentre cala la sera e la pioggerellina si attenua scendono sulla piazza e sulle vie sobriamente illuminate le tenui ombre non solo dei visitatori curiosi, ma forse anche quelle degli antichi abitatori che da una dimensione misteriosa paiono osservare incuriositi il loro borgo per una volta animato.
Il giorno successivo i visitatori sono ancora più numerosi e da monte Minerva anche il sole, incuriosito, illumina non solo le umili case del borgo, ma anche l’erba smagliante che un gregge di pecore al pascolo si appresta a brucare. Il paesaggio, con la presenza umana, per due giorni si è ricomposto nella sua interezza, qui, a Rebeccu, il borgo che fu, ma che ancora può accogliere di tanto in tanto, in modo sommesso, noi del presente, ma pieni di nostalgia per il passato che nell’attività dei produttori di nicchia tendono a fare sistema coniugando armonicamente il passato col presente.

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